04/10/2012 11:59 CEST - ATP/WTA

98 giorni senza Rafa Nadal (and counting...)

TENNIS - Bleacher Report dà i numeri per riassumere il 2012, noi li imitiamo. Era il 28 giugno quando lo spagnolo perse con Rosol. La sua assenza pesa e non poco. Murray, buona la quinta! E cos'è successo in 4257 giorni? Riccardo Nuziale

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Rafael Nadal esce dal Centrale di Wimbledon dopo la sconfitta con Lukas Rosol (Photo by Clive Rose/Getty Images)
Rafael Nadal esce dal Centrale di Wimbledon dopo la sconfitta con Lukas Rosol (Photo by Clive Rose/Getty Images)

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8, come le stagioni consecutive in cui Bob e Mike Bryan hanno almeno vinto uno Slam, rendendoli una delle coppie più vincenti dell'Era Open, certamente la più grande del dopo Woodies.

15, come gli anni trascorsi dall'ultima volta in cui Venus Williams non era stata beneficiata di una testa di serie nel torneo che l'ha vista trionfare in ben cinque occasioni, Wimbledon. Mancata assegnazione che è stata giustificata in campo, con la stesa subita al primo turno dalla più anziana delle sorelle per mano di Elena Vesnina (6-1 6-3).

4, come le finali Slam perse da Murray prima di vincerne una, lo scorso mese a New York. L'allievo che impara dal maestro: come ormai ben noto, anche Ivan Lendl infatti vinse il primo major dopo quattro delusioni in finale (ed entrambi hanno fermato la maledizione in un vibrante match conclusosi al quinto set).

9, come gli anni trascorsi dall'ultima volta che un giocatrice era riuscita a completare il Career Grand Slam. Nel 2003 ci riuscì Serena Williams, quest'anno, a Parigi, ce l'ha fatta Maria Sharapova, superando in finale la nostra Sara Errani. Serena ha però subito voluto mettere le cose in chiaro: nella finale olimpica ha lasciato infatti a Masha la miseria di un game.

25, come gli anni passati dall'ultima vincitrice Slam ultratrentenne (Martina Navratilova nell'edizione 1987 degli US Open), fino a quando Serena Williams, ora trentunenne ha sconfitto a New York la numero 1 Vika Azarenka, vendicando le brutte sconfitte casalinghe degli ultimi anni, finale nel giorno del decennale dell'11 settembre su tutte.

17, come i game persi da Serena Williams in tutto il torneo olimpico (la più resistente Urszula Radwanska, al secondo turno: ben cinque game). Lo stesso numero di giochi concessi da Federer a Del Potro nel solo terzo set della loro semifinale.

12, come i tornei vinti in stagione da Sara Errani, quattro in singolare (Acapulco, Barcellona, Budapest, Palermo) e otto in doppio (Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid, Roma, Roland Garros, 's-Hertogenbosch, US Open). Queste vittorie e la finale di Parigi, persa con Maria Sharapova, fanno del 2012 della Errani una delle più grandi stagioni del tennis italiano.

21, come le partite vinte consecutivamente da Roger Federer nella sessione serale degli US Open. A mettere allo svizzero il bastone tra le ruote ci ha pensato ancora una volta Tomas Berdych, che già nel 2010 aveva privato per la prima volta al fuoriclasse di Basilea la finale di Wimbledon. A New York lo sgambetto è stato doppio: non solo la striscia positiva di vittorie in notturna, ma anche la prima sconfitta precedente alle semifinali dal 2003 (quando Federer fu sconfitto negli ottavi da Nalbandian. Poi cinque vittorie, una finale e due semifinali).

76, come gli anni passati prima che un britannico tornasse a vincere una prova dello Slam. Nel 1936 ci pensò Fred Perry, quest'anno Andy Murray, entrambi a New York. Perry quell'anno vinse anche il torneo di Wimbledon, dove Murray è stato fermato in finale da Federer. Il digiuno britannico sui sacri prati dell'All England Club quindi continua, ma quantomeno lo scozzese ha reso meno imbarazzante un digiuno che durava da troppo tempo.

10, come gli anni trascorsi dalla prima e fino a questa stagione unica volta in cui Serena Williams era riuscita a vincere i due tornei per lei più importanti, Wimbledon e gli US Open, nello stesso anno. Nel 2008 aveva vinto a New York, ma perso a Wimbledon in finale con la sorella Venus.

10, come i tornei necessari a Roger Federer per tornare a vincere un titolo dello Slam. Il sedicesimo major era arrivato agli Australian Open 2010, poi una finale, cinque semi e tre quarti. Fino al ritorno in gran stile sul palcoscenico da lui più amato, quello di Wimbledon.

1, come i tornei Slam in cui Novak Djokovic non è riuscito a raggiungere la finale, ovvero Wimbledon, dov'è stato fermato in semifinale da Federer. Allargando la questione agli ultimi due anni, il serbo ha raggiunto sei finali major e nelle uniche due occasioni in cui non c'è riuscito, è stato per mano di Federer: appunto a Wimbledon quest'anno e a Parigi nel 2011.

33, come gli Slam consecutivi in cui almeno uno tra Federer e Nadal è arrivato in semifinale. La striscia è iniziata a Wimbledon 2004 e si è conclusa a Wimbledon 2012. A New York Nadal non ha partecipato, Federer si è fermato ai quarti.

9, come gli anni trascorsi dall'ultima volta in cui i quattro Slam erano stati vinti da quattro giocatori diversi. Nel 2003 vinsero Agassi, Ferrero, Federer e Roddick, quest'anno Djokovic, Nadal, Federer e Murray. Solo lo svizzero è ancora presente: Ferrero e Roddick hanno infatti ufficializzato recentemente il loro addio al tennis giocato.

608 (4257 giorni), come il numero di settimane in cui ha resistito il record di Pete Sampras di maggior numero di settimane come numero 1 del mondo. La 286a settimana in testa al ranking è scaduta per Pistol Pete il 19 novembre 2000, la 287a per Federer (che il 6 giugno 2010 aveva terminato la sua 285a settimana in testa, a solo sette giorni dall'americano) è scattata il 16 luglio 2012.

98, come i giorni trascorsi dalla finora ultima partita ufficiale giocata da Rafael Nadal, quella ormai celeberrima persa a Wimbledon con Rosol. 98 e il numero è destinato a crescere vertiginosamente: ancora non si sa perfettamente quanto. Si è detto tutto e il contrario di tutto in questi mesi, quindi inutile tornarvi, va solo aspettato il suo rientro. Ma certamente la sua assenza è di fatto la presenza più tangibile di questo periodo.

Riccardo Nuziale

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