04/10/2012 22:08 CEST - WTA Beijing

Wozniacki dice addio al Masters

TENNIS - Angelique Kerber stronca definitivamente i sogni di qualificazione al Masters di Caroline Wozniacki, battendola 6-1, 2-6, 6-4. Restano in corsa Li e Bartoli. Ai quarti anche Azarenka e Sharapova. Stefano Pentagallo

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Caroline Wozniacki (Matthew Stockman, Getty Images)
Caroline Wozniacki (Matthew Stockman, Getty Images)

La campionessa è quella che gioca bene i punti importanti. E lo fa negli appuntamenti importanti. Basta questa semplice affermazione per spiegare l'involuzione nei risultati che quest'anno ha colpito l'ex numero 1 del mondo Caroline Wozniacki? No, non basta. Bisogna scavare più a fondo, raschiarlo, per capire cosa ha portato la danese dal vincere sei tornei nel 2011 al vicerne soltanto uno, a Seoul, quest'anno. Un torneo peraltro minore, vinto senza battere neanche una top ten.

Sono le altre ad essere più forti? Vero, in parte. Perché la danese, sempre l'anno scorso, ha chiuso con un bilancio di 8-4 nei confronti delle altre top ten, quest'anno, invece, paga uno svantaggio di 7-1. In nove mesi è passata dall'essere numero uno del mondo all'uscire fuori dalle prime dieci, con l'aggravante di aver mancato la qualificazione al Masters di fine anno.

La verità è che Caroline è tremendamente insicura dei propri mezzi e proprio questa insicurezza prima riusciva a colmarla traendo fiducia dalla posizione che occupava nel ranking. Poco importava non aver vinto ancora uno Slam, il numero uno le dava la sensazione di essere ugualmente la migliore. Con o senza Slam. Ora, però, che queste certezze le ha viste sgretolare una dietro l'altra, sempre più spesso incappa in sconfitte contro avversarie modeste. E ancor più spesso deve cedere il passo a chi le è davanti in classifica.

Come oggi, contro la tedesca Kerber, da cui aveva già perso quest'anno altre due volte, a Copenhagen sul duro e a Stoccarda sul rosso. Troppo più solida la tedesca, capace di mantenere i nervi saldi nei momenti cruciali del match, come all'inizio del terzo set quando, dopo aver perso 6-2 il secondo parziale, ha recuperato da 0-30. O anche come sul 5-4 in suo favore, quando sul match point è stata brava ad aggredire da subito la Wozniacki in risposta, costringendola all'errore col rovescio. La danese pure era stata brava a riemergere da un primo set perso nettamente 6-1, senza mai conservare la battuta. Ma si vede che di questi tempi non è abbastanza, neanche dopo che si è vinto il secondo parziale 6-2 con personalità in risposta e al servizio (3/3 alla voce palle break salvate e 3/5 alla voce convertite). Ai quarti, con merito, vi accede senza dubbio la giocatrice più forte, almeno per il momento.

E volendo parlare di giocatrici forti, non possono mancare Sharapova ed Azarenka. La prima, avversaria di prossimo turno della Kerber, ha concesso la miseria di due giochi alla qualificata Hercog, travolta 6-0, 6-2 in un'ora e quattordici minuti di gioco. A Maria è bastato tenere alta la percentuale di prime palle messe in campo (82%), sfruttando meno della metà delle opportunità concessele dalla slovena (6/14). C'è stata incertezza solo in avvio di secondo set, quando la Hercog è riuscita ad interrompere un'emorragia durata otto giochi, prima che la russa ne vincesse altri quattro consecutivamente sul 2-2. La seconda, invece, ha ceduto qualche game in più, ma ha finito per vincere sempre in due set: 6-3, 6-3. Nel primo set, il break decisivo la bielorussa lo opera nel quarto gioco, chiudendo il parziale con un ace. Break che nel secondo arriva ancora prima, al primo gioco, con la Vesnina che, sotto 0-40, riesce a salvare una palla break prima di cedere il servizio con un doppio fallo. Ed è proprio un doppio fallo, il primo della partita, a rimettere in gioco la russa sul 2-1. Un passaggio a vuoto alla quale l'Azarenka pone subito rimedio andando a breakkare altre due volte la Vesnina, nel quinto e nono gioco, e chiudendo al terzo match point utile. Per lei, così come per la Sharapova, è la prima volta nei quarti a Beijing dal 2009, da quando l'evento è diventato un Premier Mandatory. La numero uno del mondo dovrà, ora, vedersela con Romina Oprandi che, dopo aver sovvertito il pronostico battendo Ana Ivanovic, proverà a ripetersi contro quella stessa avversaria che batté nel 2007 ad Amelia Island col punteggio di 6-1, 6-1, Altri tempi, altra superficie, altra avversaria. Più forte e matura d'allora.

A completare il quadro degli ottavi di finale sono state, poi, le due cinesi, Na Li e Shuai Peng, in quello che era il match più atteso dal pubblico di casa. L'ha spuntata la più famosa ed affermata delle due, al tiebreak del terzo set, nonostante abbia chiuso il match con ben diciassette (diciassette!) doppi falli. La Peng non ha saputo concretizzare il vantaggio di un set, il primo, vinto 6-4, subendo la rimonta della numero 8 del mondo, che ha chiuso sul 6-2 un secondo set combattuto, a discapito di quanto dica il punteggio, finendo poi per far prevalere la maggiore esperienza in match di questo livello. Per la Li, attualmente ottava nella race, fondamentale sarà lo scontro a distanza con Marion Bartoli, decima ma ancora in corsa a Beijing, per l'ultimo posto disponibile per il Masters. La francese è comunque costretta a rincorrere la Li, il cui destino è tutto nelle proprie mani. Un destino da coltivare partita dopo partita, partendo dalla prossima contro Agniesza Radwanska.

Stefano Pentagallo

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