07/10/2012 22:42 CEST - Atp Pechino

Djokovic re di Cina e della Race

TENNIS - A Pechino Nole batte 76 62 Tsonga e si aggiudica il torneo per la terza volta in tre partecipazioni. Titolo numero 32 in carriera per il serbo. Aumenta il vantaggio su Federer nella Race. Alessandro Mastroluca

 

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Novak Djokovic (Photo by Matthew Stockman/Getty Images)
Novak Djokovic (Photo by Matthew Stockman/Getty Images)

Terzo titolo a Pechino per Nole Djokovic. Il serbo batte Tsonga 76 62 e conquista la 65 ma vittoria stagionale, record ATP, e il 32mo titolo in carriera, come Andy Roddick. Djokovic, in finale negli ultimi cinque tornei giocati quest'anno sul duro, allunga a sei la serie di successi consecutivi contro il francese.

Continuano, invece, le difficoltà di Tsonga contro i migliori giocatori del mondo. Paga qualche scelta tattica sbagliata, l'insicurezza nei momenti importanti e la troppa differenza tra prima e seconda di servizio (solo due prime, per esempio, e un solo punto con la seconda nel tiebreak del primo set) e tra dritto e rovescio. Quest'anno JWT deve ancora vincere un match contro uno dei primi 8.

L'ATP di Pechino è un torneo speciale per Tsonga, che qui ha giocato la sua prima partita a livello ATP, battendo peraltro Carlos Moya, allora tra i migliori 10 del mondo. Contro Nole ha retto un set, giocando comunque meglio quando si è trovato sotto nel punteggio. Nole parte piano. Nel primo game deve già salvare due palle break, e sulla seconda è costretto a tirar fuori il meglio delle sue doti di counter-puncher chiudendo con un pallonetto millimetrico di rovescio uno dei punti più spettacolari del match.

Al quinto game, però, cede il servizio a zero con tre errori di rovescio. Ma Tsonga non ne approfitta, anzi restituisce immediatamente il controbreak. L'inerzia del match passa dalla parte del serbo che tiene due giochi di battuta a zero mentre Tsonga esce da un complicato game di servizio, l'ottavo del match, in cui cancella con un ace la palla del 5-3 e servizio Djokovic.

Si va così al tiebreak e nei primi due punti al servizio Tsonga non mette la prima. Risultato: due minibreak Djokovic. Tsonga, che chiude il set con 7 punti su 19 quando serve la seconda, ottiene un piccolo cadeau da Nole che stecca di rovescio. Al punto successivo Djokovic cerca l'ace centrale, Tsonga che si è messo molto esterno ci arriva in allungo, tocca ma non trova la risposta. Il giudice di linea, però, ha chiamato la palla fuori ma viene smentito dal Falco. L'arbitro Lahyani dà il punto a Djokovic. "Come puoi decidere così, la chiamata mentre stavo colpendo" prova a difendersi Tsonga, anche se la difesa appare debole. 

Djokovic, comunque, è in vena di omaggi: sbaglia un dritto e una risposta facile e rimette in partita Tsonga, che si ritrova sotto 4-5 ma con due servizi a disposizione. Come sfrutta l'occasione JWT? Mette in fila un doppio fallo e uno scellerato serve and volley, Djokovic risponde d'impatto e sorprende Tsonga, superato dalla palla. Il 7-4 segna anche la fine, sostanziale, del match.

Tsonga deve salvare due palle break in un primo game già complicato nel secondo set, ma si cava d'impaccio con il servizio e il dritto, ma il break è solo rimandato al terzo game. Nole deve fare davvero poco per strappare il servizio a 15, fa tutto il francese: un doppio fallo e tre errori. Lo schema si ripete, praticamente identico, nel quinto game, con  la differenza che Djokovic trova anche un vincente nel game, il dritto lungolinea che vale il primo punto. Non c'è più storia e il numero 1 del mondo può chiudere con un gioco di servizio a zero e suggellare al primo match point la sua personale imbattibilità a Pechino. Tre partecipazioni, tre titoli.

 

Alessandro Mastroluca

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