Federer: "N.1 non fondamentale, Murray deve fare l'ultimo passo in avanti"

09 ottobre 2012

Dopo il recupero di Nadal, e smaltita la paura per le minacce a Roger Federer, sembra la corsa alla n.1 mondiale il tema chiave dell'attualità tennistica.

E il n.1 svizzero, che sa sempre come porsi al meglio di fronte alla stampa, lo sa. Ieri quindi in sala stampa ha parlato dei suoi obiettivi, più o meno vicini, e di cosa lui intende oggi per leadership, in questo circuito così aperto. "Io stesso,quest'estate ero sorpreso di essere tornato al vertice, anche se penso di averlo meritato, per il tipo di torneo che avevo fatto, gli avversari che avevo sconfitto. Oggi però non ragiono più a lunga scadenza, sono qui per fare il meglio possibile, e questo mi basta: forse nel 2008, o nel 2009 avrei detto che ero qui per vincere, c'era anche un Rafa in grandissima forma e per me era uno stimolo enorme. Da allora però sono cambiate diverse cose: ho grande armonia nella famiglia, ho ottenuto dei risultati che mi rendono uno sportivo felice, e non penso al record di Pete, che ammirerò sempre".

Comunque, sempre massima la concentrazione e l'attenzione agli avversari principali: "In ogni caso ci sono, e proverò a restarci per chiudere la mia sesta stagione da n.1. Comunque non è l'obiettivo in assoluto, non ci penso troppo, altrimenti avrei giocato a Tokyo o Pechino. Lo fanno invece, e giustamente Nole ed Andy".

Insomma dichiarazioni quasi da padre nobile. Che ne pensate?

Davide Uccella