11/10/2012 16:43 CEST - Rassegna nazionale

Tutti gli sprechi dello sport

NON SOLO TENNIS - Come vengono spesi i fondi pubblici che il Coni distribuisce alle Federazioni? Repubblica rivela che su 428 milioni, solo 5 vengono spesi per i bambini. E nel pentathlon va tutto ai dirigenti.

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Gianni Petrucci, presidente del Coni
Gianni Petrucci, presidente del Coni

L'inchiesta

Tutti gli sprechi dello sport (parte 1) - Agnese Ananasso, Repubblica, 11 ottobre 2012

La spending review tocca anche lo sport. Tocca anche il Coni e le 45 federazioni che dal Coni ricevono i finanziamenti. Ma a stringere la cinghia non sono i passeggeri saliti sul carrozzone della dirigenza, composta per lo più da persone che poco hanno a che fare con lo sport. Quelli che alle Olimpiadi, durante la cerimonia di apertura, sfilavano davanti agli atleti. Gli unici su 204 delegazioni.

Un’immagine che ben rappresenta le priorità del sistema sport in Italia: prima le poltrone, poi tutto il resto.
Abbiamo cercato di capire quanti dei fondi che il Coni, un ente pubblico, riceve dallo Stato e poi distribuisce alle Federazioni (che invece hanno natura privata) vengano veramente utilizzati per l’attività sportiva, in particolare quella di base, e quanti vengano spesi, o sprecati, per il funzionamento del sistema. Per reperire i bilanci abbiamo avuto problemi enormi, sebbene il Coni, che li approva, obblighi le federazioni a renderli pubblici.

IL CONI
Per il 2012 può contare su 428 milioni di risorse (di cui 408,9 provenienti dal ministero del Tesoro), nel 2011 ha versato a Federazioni, discipline associate, enti di promozione sportiva e forze armate circa 294 milioni di euro (246 nel 2012). Il resto serve per far funzionare il Coni stesso. Poco meno di un quarto di questi fondi (58 milioni circa) viene speso per il personale, mentre appena 5 milioni sono destinati al “progetto di  alfabetizzazione motoria” nelle scuole primarie, varato insieme al Miur. Un investimento che non può certo bastare a diffondere una vera cultura sportiva in famiglia, a scuola, nella società. Una società in cui un bambino possa sviluppare le proprie abilità motorie — tutte — per poi specializzarsi, eventualmente, in uno sport. Ma sembra quasi che al Coni e alle federazioni questo interessi poco: così oggi in Italia solo la metà dei bambini pratica sport al massimo due volte a settimana e il 23 per cento dei giovani tra i 6 e gli 11 anni ha problemi di obesità. Così si è tagliato sulla formazione dei tecnici, quelli veri, quelli che una volta si chiamavano “Maestri”, usciti dalla Scuola centrale dello Sport, chiusa nel 1975 perché troppo oneroso l’impegno di doverli assumere come dirigenti: avrebbero sottratto posti “politicamente” utili da riservare a chi con lo sport non c’entra nulla.

FIGC
Ai giovani solo le briciole. E la Lega nazionale dilettanti è assopigliatutto. La Federcalcio ha ricevuto dal Coni 62,5 milioni di euro nel 2012, nel 2011 ne sono stati messi a bilancio 78,5 milioni, con il 30 per cento dei fondi federali destinati ai settori non professionistici. Il settore giovanile, dal 2007 è stato però ridimensionato, affidando l’attività regionale di tesseramento e organizzazione delle gare giovanili e scolastiche alla Lega nazionale dilettanti (Lnd). Per questa attività i comitati regionali della Figc ricevevano circa 6,5 milioni di euro l’anno, quota oggi scesa a poco meno di 2 milioni di euro: la differenza, 4,5 milioni, va ora nelle casse della Lnd. Un’operazione, quella di tesseramento, che oggi avviene online, apparentemente in un’ottica di riduzione dei costi. Come mai allora il cartellino adesso costa 1,5 euro in più. Una cifra che moltiplicata per 740mila piccoli iscritti rende circa un milione di euro. I presidenti dei comitati regionali della Lnd sulla carta sono “volontari”: in effetti ricevono un rimborso spese mensile fisso di circa 2.500 euro. In pratica uno “stipendio” esentasse.

Non solo, il presidente della Lega Carlo Tavecchio ha pensato, in un momento in cui le aziende licenziano, di fare nuove assunzioni con i soldi che secondo lo statuto dovrebbero andare all’attività giovanile. E lo dice fiero: «Siamo riusciti ad entrare nel pacchetto di mutualità dei diritti televisivi che ci permetterà di assumere più di cento dipendenti e costruire più di venti campi». In pratica con i 18 milioni che per regolamento sarebbero dovuti andare alla Figc per essere girati al settore giovanile, la Lnd assume 104 dipendenti nelle delegazioni provinciali (8 milioni), assunzioni che poco hanno a che fare con la pratica di base. Inoltre, con quei soldi, realizza venti campi da calcio in erba sintetica (10 milioni), un business gestito in modo monopolistico dal trittico Limonta (che produce l’erba artificiale) — Labosport (il laboratorio che analizza il manto) — Lnd servizi (che rilascia l’omologazione) col benestare di Tavecchio, amico di famiglia dei Limonta. Per omologare il campo in erba sintetica la procedura prevede un versamento di 4.800 euro alla Lnd servizi, un balzello che ricade in teoria sui Comuni, di fatto sulle società. Campi realizzati in materiale plastico non biodegradabile e con effetti sulla salute ancora poco chiari.

PENTATHLON
Si risparmia sugli atleti per mantenere la dirigenza. La federazione italiana di pentathlon moderno non ha mai pubblicato né il bilancio né il nuovo statuto (pronto da un anno). Nessuna delle società sportive affiliate li ha mai richiesti (...) a eccezione dell’Athlion.
Buona parte di queste sono infatti società fantasma, create ad hoc dalla federazione stessa per assicurare i voti al presidente, Lucio Felicita, in carica dal 1996. Anno in cui lo statuto venne modificato per dare diritto di voto alle società con almeno un atleta che avesse una gara all’attivo.

La Fipm nel 2011 ha ricevuto 2,9 milioni di euro dal Coni, spendendone 2,3, di cui oltre 700mila solo per il personale: una ventina di dipendenti tra federali ed ex Coni servizi. «Ci sono circa 140 società per un totale di 300 tesserati. Assurdo. Decine di queste sono di Pesaro, la città di Felicita» dice Gianni Caldarone, tecnico ed ex azzurro. «E proprio a Pesaro dovrebbe sorgere il futuro “centro di pentathlon moderno” con una piscina da 25 metri senza tribune, una sala scherma con sole 4 pedane che farà anche da palestra di tiro. Ma la sala è al secondo piano dell’edificio, quindi è impossibile fare la prova di combined (corsa e tiro). Mancano la foresteria, il campo di equitazione e il circuito di corsa. In compenso ci sono il centro estetico e il ristorante. L’impianto sarà gestito da una società sportiva, sicuramente una delle 14 riconducibili al presidente».

Solo il progetto è costato 230mila euro, spesa andata nel 2008-2009 sotto la voce “incarichi studio e ricerca” (143mila euro), nel 2010-2011 sotto “immobilizzazioni” (106mila euro). Il preventivo è di 7 milioni, ma il mutuo richiesto al credito sportivo è di 7,5 milioni. Tanto per fare cifra tonda. «Per finanziare il progetto si risparmia sugli atleti» continua Caldarone. «Ci sono 307mila euro per le trasferte e i soggiorni quando gli azzurri viaggiano in pulmino di notte per non pagare l’aereo; 27mila euro di diarie, quando solo le nove promesse olimpiche ricevono 200 euro al mese di rimborso spese. In stage e allenamenti vengono spesi 71mila euro, malgrado si faccia tutto a costo zero nel centro di Roma. Poi ci sono 2.486 euro di corsi, mai organizzati» e 34mila euro di spese per posta e telefono, una bella bolletta... Solo di gettoni di presenza del consiglio federale sono stati spesi 37mila euro, oltre 20mila euro di buoni pasto, ma non per gli atleti. «Il centro federale di Montelibretti è lasciato a se stesso, eppure assorbe 534mila euro di manutenzione» dice Caldarone. «Non è stato neanche riparato il lampione abbattuto nel 2008 dal temporale, che però ha fatto lievitare la spesa di manutenzione da 300mila euro del 2007 a 607mila del 2008. Non si è lesinato però sul cambio delle autovetture di servizio e sulle spese di rappresentanza ». E che dire degli spiccioli? Le “altre spese” sfiorano quota 100mila euro. Però il presidente Felicita non percepisce neanche un euro. O almeno così dice il bilancio.

Agnese Ananasso, Repubblica

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