07/11/2012 23:08 CEST - ATP WORLD TOUR FINALS

Djokovic maratona vincente Murray ko 7-5 al terzo

TENNIS - Il serbo recupera un set a Murray, nel terzo set va avanti di un break con possibilità di doppio vantaggio, si fa recuperare fino al 4-5 15-30, ma vince 46 63 75. Da Londra, Alessandro Mastroluca 

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Novak Djokovic (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Novak Djokovic (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

(1) N. Djokovic b. (3) A. Murray 46 63 75

Vince Djokovic e staserà farà il tifo per Tsonga. A parità di vittorie, infatti, la classifica è determinata dagli scontri diretti, come spiegava qui il nostro Gabriele Cucchi: perciò, perché Nole abbia oggi la certezza della qualificazione, deve vincere il giocatore che dal serbo ha perso lunedì.

Non ci sono le raffiche di vento di Flushing Meadows, non c'è lo stesso pathos della finale di Shanghai, ma il match più atteso del round robin rispetta le premesse e non delude le attese. Non sorprende per lo scenario tattico, sarebbe anche difficile immaginarlo dopo 17 confronti diretti, ma il livello rimane buono. Anche se solo per brevi periodi Andy e Nole giocano al loro meglio contemporaneamente, e questo toglie un po' di intensità alla sfida. Nole ottiene così la decima vittoria in carriera, l'ottava sul duro, su Murray, 46 63 75 in 2 ore e 34, con 23 vincenti e 40 errori. 28-44 il bilancio di un Murray che ha mancato troppe occasioni per chiudere.

"E' stata un'altra grande partita" haa detto Djokovic, "e spero che chi c'era sia d'accordo con me. Non penso di aver giocato male nel primo set, lui ha servito benissimo. Sono contento di essere rimasto concentrato. La calma in genere vince. Ho imparato dall'esperienza cosa fare, sono maturato come giocatore e come persona".

"Il match si è deciso negli ultimi due game" ha detto lo scozzese. "Lui ha breakato da 15-40, poi io sono arrivato 15-40 ma non sono riuscito a fare il break. Quest'anno abbiamo giocato contro tante volte, ognuno di noi legge benissimo il gioco dell'altro. Per questo gli ultimi incontri sono stati così equilibrati e decisi da pochi punti. Il nostro tennis è abbastanza simile. Abbiamo colpi diversi, una tecnica diversa, ma in campo facciamo bene le stesse cose. I nostri punti di forza sono la risposta e il modo di muoversi, e questo determina i tanti scambi lunghi. Credo che entrambi, comunque, abbiamo visto migliorare aspetti del gioco dell'altro".

"Mi devo preparare a scambi lunghi" aveva detto Djokovic dopo la vittori su Tsonga. Bastano i primi due a capire quanto avesse ragione. Un aspetto curioso del match è che Djokovic, a fine match, ha percorso 3,2 chilometri: con gli altri in media non supera i due. "E' un aspetto che tengo sempre presente quando devo preparare un match contro Andy su qualunque superficie: so che richiederà moltissime energie".

Il pubblico, molto composto, forse troppo, nella prima sfida con Berdych ci mette poco a esaltarsi. Anche se non rimane troppo British per indulgere in incitamenti durante il gioco, tra un punto e l'altro. Murray, che apre con un parziale di 8 punti a 2, converte la prima palla break, al primo game, con un punto che è un mix di corsa, visione, sensibilità: un paio di rasoiate di rovescio, un notevole passsante lungolinea quasi con le spalle alla rete e, in risposta alla volée in allungo di Djokovic, il dritto in cross in contropiede a chiudere.

Più falloso il serbo, che ottiene il primo punto in risposta al terzo game, grazie al primo doppio fallo di Murray. Più vicino ai suoi standard lo scozzese, che ha di nuovo al suo angolo Lendl per la prima volta dagli Us Open, soprattutto sulla diagonale sinistra. Sa quando rallentare col rovescio in back o in slice a una mano e quando invece stringere l'angolo del top-spin in diagonale.

Murray, che perde appena 3 punti al servizio, gioca aggressivo, sulle righe, e Djokovic soffre quando viene attaccato sistematicamente sul rovescio. Mette in mostra uno dei suoi piccoli difetti, nei colpi sopra la testa, quando gioca uno smash non risolutivo sul 3-5 40 pari: nulla toglie, però, ai meriti difensivi di Murray che scherma di rovescio e poi viene a ricamare la smorzata mascherata per far maturare il primo set point. Opportunità che svanisce, però, insieme a un dritto lungo. Il nono game, l'unico a concludersi ai vantaggi nel set (12 punti) dà l'immagine della grande qualità di gioco di un match pienamente all'altezza delle aspettative. Djokovic scuote più volte la testa, non è soddisfatto del suo tennis... e del Falco che consegna a Murray il primo di 3 set point consecutivi (5-4 40-0). Basta il primo: rovescio lungo di Nole ed è 6-4 in 45 minuti.

Non è nemmeno troppo fortunato Djokovic. Il nastro gli allarga la traiettoria del dritto che consegna allo scozzese la prima palla break del secondo set. Ma certo il carattere non gli manca. Accorcia il campo e prova il dritto al volo, pur avendone sbagliato uno molto più facile nel primo set, e lo mette all'incrocio delle righe. Il numero 1 del mondo riesce comunque a tenere il servizio e a far girare il set. E' suo il primo break, a 30, al sesto game. Forse allo scozzese, passato, col senno di poi improvvidamente, dalla maglia nera con cui ha vinto il primo a quella bianca (sempre con pantaloncini gialli), inizia a tornare qualche ricordo negativo della finale di Shanghai. Djokovic si fa più intraprendente (8 vincenti a 5 nel set, e solo 6 errori a 10) ritrova il miglior rovescio (notevole un passante lungolinea con palla bassissima) e il miglior servizio (86% di punti con la prima e 75% con la seconda) e con un ace sporco piatto a uscire suggella il 6-3.

Un quasi doppio fallo (una seconda al limite in lunghezza) e tre errori di rovescio consegnano a Djokovic un break che fa definitivamente spostare il momentum in suo favore: 2-1 nel terzo. Spalle al muro (1-3 0-30), Murray si tira un po' su: smash, dritto largo di Nole (l'Hawk-Eye conferma), dritto a sventaglio vincente dal centro verso l'angolo sinistro. Djokovic allunga ancora: lo scozzese sbaglia una comoda volèe smorzata di rovescio che fa partire cori bipartisan e poi stecca. Djokovic non sfrutta la palla break (dritto scentrato e lungo) e il gioco di scatti e controscatti prosegue per un totale di 14 punti, fino al dritto vincente dal centro con cui Murray tiene il servizio.

Avrebbe potuto far di più Nole sulla palla break che, se trasformata, l'avrebbe portato a servire per il match (4-2 30-40), ma tira una risposta svogliata di rovescio a rete. Lo scozzese resta in scia e libera il braccio: 12 vincenti a 10 nel set. Il Falco gli dà una mano un paio di volte, compresa la decisiva palla break (è solo una coincidenza, ma è stato inventato per il più inglese degli sport, il cricket, e oggi nella maggior parte delle occasioni ha aiutato Murray, che inglese lo diventa, soprattutto quando vince) a completare l'aggancio sul 4 pari.

A due punti dalla sconfitta (4-5 30-30), Djokovic estrae la sua migliore volée di giornata, di rovescio in allungo, e per la terza volta nel breve volgere di pochi game, gli equilibri in campo si invertono. Nole costringe l'amico all'errore con il dritto lungolinea da sinistra e il quinto break del match diventa realtà: è il terzo per Djokovic, che va a servire per chiudere la partita. Murray ha ancora una chance per cambiare la storia, ma spreca due palle break (1/4 il tasso di conversione nel set) e Nole suggella la seconda vittoria al primo match point.

"La fiducia gioca un ruolo essenziale per chiunque sul pianeta" ha spiegato Djokovic, che ha vinto 15 partite su 18 al set decisivo (terzo o quinto) nel 2012. "Devi poterti fidare dei tuoi punti di forza e credere nel tuo gioco, nel tuo istinto".

Adesso Murray affronterà Tsonga per un posto in semifinale. "Devi entrare in campo e cercare di vincere indipendentemente dalla situazione di classifica. Per me cambia poco se vince o perde stasera". In ogni caso, continuerà a vedere l'amico Djokovic. "Ci ritroveremo ancora nei prossimi giorni, non ci saranno problemi. Non ce ne sono mai stati fra di noi".

"Più o meno siamo cresciuti come giocatori nello stesso periodo" ha detto Djokovic, "spero che la nostra rivalità possa ancora svilupparsi".

Alessandro Mastroluca

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