08/11/2012 16:38 CEST - TENNIS FLASH
08 Novembre 2012
Lo stakanovista, il re dello scambio, un muro vivente, un camaleonte....si sprecano gli aggettivi per David Ferrer, che con la sua quarta partecipazione al Masters, corona un 2012 da favola, con due semifinali Slam (RG, US Open), 5 titoli ATP compreso il recentissimo 1000 di Bercy e la possibilità di eguagliare il suo best ranking (n° 4 nel 2008).
Tutti però, quando lo affrontano, notano che più lo scambio si fa lungo, più Ferrer pare elastico, copre il campo senza problemi, recuperando che è un piacere. Manda tutto dall'altra parte, e può stupire visto che parliamo di un 30enne, non prestante fisicamente, e non altissimo.
Dov'è allora il segreto?
Se lo domanda "El Mundo Deportivo", ma Ferru scioglie subito la suspence: "Tutto dipende dallo spirito: vedo sempre positivo, punto molto in allenamento sulla parte atletica, e considero ogni match indipendente dagli altri. Poi molte volte sbaglio, giocando aggressivo, ma lottare può anche portare l'avversario a scoraggiarsi, sul piano dell'atteggiamento: il fatto che lui veda dall'altra parte uno che non molla mai, e raggiunge sempre la palla, lo deprime. Ve lo garantisco".
Arriviamo quindi alla chiave tattica del suo successo: "Spingo molto di più, e ho migliorato molto alcuni schemi nella discesa a rete. Anche sul rovescio so variare di più, col back specialmente, e comunque non sono sempre fermo a fondo campo".