12/11/2012 16:18 CEST - ATP Finals

Quarant'anni di Masters in dieci memorabili finali

TENNIS - I primi trionfi di Nastase, il dominio di Lendl, nove finali consecutive al Madison Square Garden. L'epoca di Agassi e Sampras, il presente targato Roger Federer. Da Londra, Alessandro Mastroluca

| | condividi
Ivan Lendl festeggia il Masters 1981
Ivan Lendl festeggia il Masters 1981

1972, Nastase b Smith 63 62 36 26 63 (Barcellona)
Contro Stan Smith, Nastase ha gli stessi problemi che incontra con Borg. Lo svedese e l'americano giocano un tennis diverso, ma hanno la stessa freddezza in campo e riescono spesso a depotenziare il talento incostante di Nastase. Il 1972 è un anno particolare per Nasty. Ha perso in finale a Wimbledon, proprio da Smith. Lo stesso contrasto di stili si ripete nella finale di Davis, giocata in una Bucarest blindata per il terrore degli attentati di Settembre Nero, la sigla terroristica che già aveva devastato i Giochi di Monaco.

L’edizione 1972 è la prima con il nuovo formato, senza il Challenge Round: un’innovazione introdotta soprattutto grazie a Tiriac. Si gioca al Tennis Club Progresul, dove Nastase è di casa in tutti i sensi, e tocca proprio a Nasty giocare il primo singolare, che perderà da Stan Smith. Nel secondo match Tom Gorman si porta in vantaggio di due set su Tiriac. Le chiamate casalinghe si sprecano, Arthur Ashe è sconvolto. Alla fine, lo spingono alla rimonta: 46 36 64 63 62. In coppia con l’amico Tiriac, Nastase non riesce a fermare Smith e Van Dillen. Ma il climax arriva durante il match fra Tiriac e Smith, quando un raccattapalle si improvvisa massaggiatore per aiutare Tiriac vittima di un crampo.

Nastase si prende la rivincita al Masters, torneo in cui ha sempre espresso il suo tennis migliore. E diventerà anche il primo tennista a vincere il titolo per tre volte di fila.

1978, Mc Enroe vs Ashe 67 63 75 (New York)
E' l'ultimo Masters di Arthur Ashe, che poco dopo la finale annuncia il ritiro. La finale dell'edizione 1978 è un passaggio di consegne. Nel round robin SuperBrat ha quasi umiliato il vecchio campione: 63 61 con appena un errore gratuito. In finale la partita è diversa. McEnroe spreca tre set point con altrettanti doppi falli e perde il primo al tiebreak. Il mix di calma e talento porta Ashe avanti 4-1 nel terzo. Ma al settimo gioco McEnroe trova il controbreak. Salva due match point con Ashe avanti 5-4, nell'undicesimo game firma un nuovo break, decisivo, con un tracciante di rovescio e completa il primo grande successo della sua carriera. "E' stata molto più dura rispetto al girone" dice McEnroe. "Oggi speravo solo Ashe non riuscisse a dimostrare fino in fondo che gran giocatore è"

1981 Lendl b. Gerulaitis 67 26 76 62 64
New York, 1981. Lendl porta il tennis nell'era moderna. Il quarto turno degli Us Open è la sfida del passato, delle racchette di legno e del serve and volley, contro il futuro. Per l’ultima volta, l’arte riuscì a imporsi. Gerulaitis, il tennista “tutta Vitas”, amico di Andy Warhol, sempre presente allo Studio 54, che riusciva a combinare nightlife, cocaina e volée, vince i primi due set: 6-3 6-4. Mentre Lendl si chiede dove sia finita la sua solidità, Gerulaitis fa l’unica cosa che non deve fare: comincia a giocare da fondo nel terzo. Il ceco ritrova il controllo e con un doppio 6-3 spinge il match al quinto. Un doppio fallo, sul 3-3, porta Lendl 0-40; sulla seconda palla break, manda un rovescio largo. Gerulaitis si trova così a servire per il match sul 5-4. va 0-40, salva tre palle break e vince 6-4. La seconda palla break è particolarmente eloquente: Gerulaitis serve e scende, Lendl prova il passante di dritto, ma Gerulaitis ci arriva e chiude con la volée.

Gerulaitis, dopo il successo, uno dei più importanti della sua carriera, viene multato perché non si è presentato alla conferenza stampa. Scappa nella sua Rolls Royce gialla perché, dice, “devo andare a fare la spesa”.

Si ritrovano al Madison Square Garden per il Masters, a gennaio 1982. Anche qui Gerulaitis vince i primi due set. Ha un match point sul 6-5 nel tiebreak del terzo, ma Lendl lo cancella con un preciso vincente di dritto. L'incontro gira e Lendl, battuto 12 mesi prima da Borg, conquista il primo titolo di prestigio della sua carriera.
E' il primo dei suoi cinque Masters. La seconda di nove finali consecutive per Ivan il terribile, la vera costante del Masters targato anni '80.

1988 Becker b Lendl 57 76 36 62 76 (New York)

Questa partita lascio che ve la racconti Luca Pasta.

1990 Agassi b Edberg 57 76 75 62 (Francoforte)
Dal 1990 il Masters lascia il Madison Square Garden. La prima sede scelta per il post New York è Francoforte. In finale arrivano Agassi e Edberg. Si sono già affrontati nel round robin, e ha vinto lo svedese. Ma in finale la storia è diversa. Non è una novità: è successo 15 volte nella storia, e in 9 occasioni chi ha perso nel girone ha vinto il titolo. E' un match bello e strano, con cinque break nel primo set e sei falli di piede, cinque dei quali chiamati contro lo svedese.

Agassi ha un po' di febbre e deve chiamare l'intervento del trainer Bill Norris sul 4-2 nel primo set. Dopo una serie di break e controbreak, Edberg serve per il set sul 6-5. Sul 40-15 gli chiamano un fallo di piede sulla prima e commette doppio fallo. Spreca anche il secondo set point con una volée smorzata a rete. Ma al quarto set point, Agassi cede con una risposta lunga.

Il secondo, invece, procede seguendo i turni di servizio fino al tiebreak che Agassi chude 7-5 con un passante vincente. Edberg regala un break in avvio di terzo set con un doppio fallo. Tre game più in là trova il controbreak nel punto più memorabile della serata. Dopo uno scambio lungo in cui è stato spesso costretto in difesa, Edberg trova un dritto che sembra fuori per quasi tutti gli spettatori della FRankfurt Festhalle ma non per il giudice di sedia
Dopo due doppi falli nell'undicesimo game, Edberg cede il terzo set e praticamente la partita.

1993, Stich b Sampras 76 26 76 62 (Francoforte)
Pete Sampras ha perso una sola finale in carriera al Masters. Una sconfitta che coincide con l'unico alloro di Stich nel torneo di fine stagione. È il 1993 e al pubblico di Francoforte il tedesco riserva il miglior tennis dell'anno. Pistol Pete, che aveva vinto le ultime nove finali giocate, si arrende ai 27 ace del tedesco che si impone 76 26 76 62 e sale al numero 2 del mondo. Giustifica il suo soprannome di “Herr Tiebreak” vincendo i due giocati per 7-3 e 9-7. Sampras sparisce dal campo nel quarto set in cui perde il servizio nei primi due turni di battuta. È l'ultimo titolo di primo livello in carriera per Stich, che lascia il tennis con 18 tornei all'attivo e altre 13 finali perse.

1996 Sampras b. Becker 36 76 76 67 64 (Hannover)
La finale del 1996 è una delle migliori partite della storia, almeno recente. Quattro ore di potenza e classe tra il campione uscente,Becker, alla sua ultima grande stagione, e un Sampras in cerca di riscatto dopo un anno altalenante. Becker chiude con 12 punti in più di Sampras, 178 a 166. Ma Hannover non incorona un Maestro di casa.

Tutto il pubblico è per il tedesco, che ha vinto le ultime due sfide e apre con 4 ace: mica lo chiamano Bum Bum per caso. Becker firma il break che decide il parziale al quarto game e chiude il set on un vincente di rovescio.
Salva due palle break nel sesto gioco del secondo set, che Sampras trascina al tiebreak e lo vince 7-5. Il pubblico si scatena. Ogni colpo fa alzare il livello dei decibel nell'arena. E' Sampras stavolta a dover salvare due palle break nel sesto game e lo fa con due ace: mica lo chiamano Pistol Pete per caso. Nel tiebreak, Becker rimonta da 0-3 ma paga il doppio fallo che manda Sampras a servire sul 5-4. Un servizio vincente e un passante di rovescio portano la finale al quarto.

Sul 5-4, Sampras è a due punti dalla vittoria. Ma Becker si salva con un paio di vincenti e un ace. Nel tiebreak Sampras spreca due match point con due colpi lunghi. Becker vanifica quattro set point. Ma sul quinto la volée di dritto di Sampras è lunga. 13-11 Becker. Si va al quinto.

Il tedesco, che ha tenuto il servizio per i primi 27 turni di battuta, subisce il break al 28mo. Sampras converte la terza chance con un perfetto passante di rovescio. E quando gioca anche i passanti di rovescio vincenti, batterlo diventa praticamente impossibile. Così l'ultimo rovescio, debole, è quello di Becker.

1998 Corretja b. Moya 36 36 75 63 75 (Hannover)

E' una delle finali meno nobili, guardando il palmares dei protagonisti. Di certo è la più sorprendente. Ma qualità non è mancata e il pathos c'è stato davvero. Corretja è riuscito a battere Sampras 76 al terzo in semifinale e dato vita alla prima finale tutta spagnola nella storia del Masters. Gli schemi non sono quelli usuali per i due: tante discese a rete, variazioni continue e tante emozioni per la finale più lunga dell'anno. "Mi dispiace Carlos" ha detto Corretja a fine partita, "so come ti senti". Moya spreca un vantaggio di due set e non chiude nemmeno dopo essere stato avanti 3-1 nel quinto. Corretja diventa il primo spagnolo a vincere il Masters dopo Orantes (Houston 1976) e dedica la vittoria agli zii scomparsi da poco.

2000 Kuerten b. Agassi 64 64 64 (Lisbona)
Nonna Olga, di origini tedesche e mente aperta, glielo ripeteva sempre: "Insisti, Guga, e conquisterai il mondo". E Kuerten insiste. In due ore e sei minuti cancella Agassi in tre set e si assicura il Masters e il primo posto nel ranking. Un one man show che ha scatenato gli 11 mila spettatori di Lisbona. Kuerten ha sentito la lingua, e l'aria, di casa e ha ripagato il suo pubblico con un giro di campo avvolto nella bandiera brasiliana. "Questo è il giorno più felice della mia vita".

2003 Federer b. Agassi 6-3 6-0 6-4 (Houston)
Il Masters 2003 chiude una stagione stellare per Roger Federer. Un anno segnato dal primo dei sette titoli a Wimbledon e dal primo dei sei successi al Masters. Nella finale di Houston, interrotta per due ore e mezza a causa della pioggia nel secondo set, c'è Agassi. Si sono affrontati anche nel round robin: Federer ha vinto dopo aver salvato due match point. In finale invece non c'è storia. Agassi, che solo pochi mesi prima era tornato per l'ultima volta numero 1 del mondo, è annichilito dai vincenti di Federer.

2005 Nalbandian b. Federer 6-7 6-7 6-2 6-1 7-6 (Shanghai)
Dopo la pioggia che ha devastato l'edizione 2004, con una finale ridotta al meglio dei tre set e giocata di sera tardi, il Masters non si giocherà più all'aperto. Dal 2005 trasloca in Asia, a Shanghai. Federer non è al meglio. Mentre si sta allenando con l'amico Michael Lammer al Paradies Club, di proprietà del direttore del torneo di Basilea, Roger Brennwald, sente un dolore al piede destro. I raggi X rivelano una lesione al tendine. A meno di tre mesi dal Masters, lo svizzero cammina con le stampelle. Ma grazie all'intenso lavoro di riabilitazione con Paganini torna a giocare, firma in semifinale contro Gaudio la prima vittoria 60 60 della sua carriera e arriva in finale contro David Nalbandian.

Federer vince i primi due set, ma quando completa il punto del 13-11 che gli consegna il tiebreak del secondo, il cronometro segna 2 ore e 20 minuti di gioco. E le sei settimane senza allenamento iniziano a farsi sentire. Nalbandian vince 16 dei successivi 19 game e si ritrova in vantaggio 4-0 nel quinto set. Ma Federer non ci sta. Rimonta. Completa l'aggancio sul 4-4, ottiene il break, va a servire per il terzo titolo di fila sul 6-5 e arriva a due punti dalla vittoria (30-0). “Non posso andare a casa così” pensa Nalbandian che infila quattro punti straordinari e firma il controbreak prima di dominare il tiebreak 7-3.

La sconfitta interrompe la serie di 35 vittorie di fila di Federer. Se avesse vinto, lo svizzero avrebbe eguagliato il record di 82 successi in 85 partite di McEnroe nel 1984. Nalbandian diventa così il secondo, e finora ultimo, argentino ad aver vinto il Masters dopo Vilas, che ha conquistato il titolo a Melbourne nel 1974.

Da Londra, Alessandro Mastroluca

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti