19/11/2012 10:47 CEST - Coppa Davis

Davis, perfetta l'organizzazione della finale

TENNIS - Praga è stata il centro del mondo tennistico nel weekend. Curata in ogni dettaglio l'organizzazione della finale di Davis. Tanto pubblico, un'ampia area vip per gli spagnoli. Peccato per gli scarichi sopra la sala interviste... Da Praga, Daniele Flavi

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I manifesti per la finale di Coppa Davis a Praga
I manifesti per la finale di Coppa Davis a Praga

Arrivati alla fine di questa intensa tre giorni di Davis è il momento di tirare le somme su un po' tutto quello che c'e stato di contorno all'evento  tennistico vero e proprio  che ha portato quasi 40 mila persone (tra questi anche tre italiani giunti da fin qui da Cesenatico, amici di Smid che andavano in giro con la bandiera Ceca con la scritta Cesenatico Italy) alla 02 Arena che hanno festeggiato di nuovo un altro successo, a pochi giorni di distanza da quello di Fed Cup sulle serbe.

 Praga è diventata il centro del mondo tennistico grazie anche ad un'organizzazione, quasi, perfetta che ha curato ogni dettaglio. Forse in città questo evento, non e' stato pubblicizzato più di tanto; per intenderci in giro per il centro non abbiamo trovato le gigantografie che ci accolsero a Belgrado nel 2010 sin dall'arrivo all'aeroporto o i bellissimi poster elettronici in pieno centro di Siviglia come lo scorso anno, ma il pubblico tranne forse la prima partita del venerdì ha risposto alla grande.

 

Un pubblico che come ci ha spiegato Manur, un simpaticissimo  collega di una TV serba,  è arrivato da tutta la nazione ed anche dalla vicina Russia. Il Palazzetto è posizionato a nord est dal bellissimo centro storico, in una zona molto tranquilla con grandi edifici con molti uffici ed attività commerciali. E' ben collegato con il resto della città dalla linea B della metropolitana (fermata Ceskomoravska) che in neanche 10 minuti ti porta in centro oltre che  da puntualissimi tram.

Dicevamo prima dell'organizzazione minuziosa dell'ITF e della federazione Ceca. Si è cercato di non lasciare nulla al caso, ad esempio una delle cose che più ci ha sorpreso all'interno del palazzetto era l'ampia area VIP riservata ai tifosi spagnoli con ogni ben di Dio presente sulla terra ed addirittura con i bagni riservati all'interno del palazzetto a dimostrazione di una nuova cultura sportiva ben lontana dagli "scontri" verbali della "Finale azzurra" del 1980 quando addirittura dovete intervenire il presidente Galgani per far rilasciare un tifoso (Massimo Barca, fratello di Luciano, parlamentare del Partito Comunista Italiano, recentemente scomparso) che era stato preso dalla polizia ceca per far riprendere il gioco.

Il palazzetto è una struttura moderna con oltre 13 mila posti a sedere, dotata di ogni confort ma la visuale soprattutto dal terzo settore in alto non è il massimo, almeno per uno sport come il tennis, durante l'anno viene utilizzato  per l'hockey su giacchio e per altri eventi internazionali. Lungo i corridoi erano presenti i gazebo delle varie marche tecniche ed abbiamo notato sempre  molta gente in quello della Prince ed in quello dei gadget ufficiali, mentre a dire il vero, forse sarà a causa della crisi generale, non abbiamo visto sponsor regalare alcun oggetto ad eccezione di una marca di birra del posto che regalava delle mini lattine.

Per quanto riguarda la logistica dei giornalisti va detto che la sala stampa è stata molto funzionale con postazioni larghe e comode e con buffet con cose tutto sommato mangiabili. Le tribune stampa erano due, una posizionata nel primo anello, abbastanza vicino al campo proprio di fronte alla coppa ma oggettivamente un po’ piccola e quindi dov’era difficile trovare il posto. L’altra al quarto piano, molto più capiente ma per persone che non soffrivano di vertigini. Il neo, se cosi lo si vuole chiamare, è stato sicuramente il fastidioso rumore provocato dagli scarichi degli sciacquoni con le tubature scoperte posizionati proprio sopra la testa dei giocatori in sala interviste che sono rientrati come sottofondo nelle riprese di tutte le televisioni del mondo.

Da Praga, Daniele Flavi

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