20/11/2012 12:30 CEST - Circuito Atp

Gasquet guarda al 2013 "Punto a una semifinale Slam"

TENNIS – Il francese chiude tra i primi dieci e stila un bilancio della stagione: "Che vittoria contro Murray a Roma, da dimenticare invece il k.o. con Mayer a Wimbledon. Djokovic e Ferrer hanno un fisico bestiale: come fanno?" Alberto Giorni

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Masters 1000 Bercy, Richard Gasquet (Getty Images Europe Dean Mouhtaropoulos)
Masters 1000 Bercy, Richard Gasquet (Getty Images Europe Dean Mouhtaropoulos)

Comodamente seduto sul divano di casa sua, Richard Gasquet avrà fatto un gran tifo per Stepanek nel singolare decisivo di Coppa Davis. Non perché sia amico di Radek o perché non abbia ancora digerito la sconfitta con la Spagna nella semifinale del 2011. Il motivo è semplice: se avesse vinto, Almagro gli avrebbe strappato la decima posizione nella classifica di fine stagione. Chiudere al n°10 o al n°11 apparentemente non cambia niente, in realtà dal punto di vista psicologico fa una bella differenza. Obiettivo raggiunto per Richard, che non finiva l’anno nella top ten dal 2007: è il secondo francese della storia, dopo Noah, a tornare tra i primi dieci a cinque anni di distanza.

“E’ un orgoglio essere tra i migliori dieci – ha raccontato all’Equipe –, è una cosa che resta, non sono tantissimi i giocatori che hanno raggiunto questo traguardo. Ricordo ancora la prima volta che mi è capitato: è stato dopo la semifinale a Wimbledon nel 2007. Ero salito al settimo posto, una sensazione fantastica”. Poi non ha dato seguito a quell’exploit e, dopo essere stato trovato positivo alla cocaina in un test antidoping del 2009, ha iniziato una discesa che l’ha portato l’anno successivo fino al n°86 Atp. Ma ha avuto la forza di reagire e ora raccoglie i frutti: “Ho sofferto parecchio e ora sono contento di far parte dell’élite; ero là a 22 anni e a 27 ci sono ancora, è un periodo enorme nel tennis”.

Questa stagione è da archiviare con soddisfazione, anche se è mancato l’acuto importante: in tutti gli Slam ha raggiunto gli ottavi di finale, è arrivato in finale al Masters 1000 di Toronto e ha portato a casa il titolo di Bangkok. “Il match che vorrei cancellare? Sicuramente quello contro Mayer a Wimbledon. Il tabellone mi era favorevole e non avrei dovuto farmi scappare l’occasione. I ricordi migliori sono diversi. Il successo contro Tipsarevic a Melbourne, quello con Murray a Roma… A Toronto ho battuto Berdych, Isner e Fish su una superficie rapida, non posso lamentarmi”.

Si è sempre detto che Gasquet possiede un gran motore, ma che non ha una carrozzeria all’altezza. Il fisico non è il suo punto di forza e si vede che è scoraggiato e convinto che non riuscirà mai a competere con gli Ironman del circuito. “Vedo Ferrer – si accalora – e sono stupito di come sia riuscito a vincere di fila Valencia, Bercy e sullo slancio battere Del Potro al Masters: io non ce l’avrei mai fatta! Sono stupito anche da Djokovic che quest’anno ha disputato 80 match; in Australia ha giocato una semifinale intensissima contro Murray e come se niente fosse si è ripetuto in finale contro Nadal. Non sapete quanto è dura, alla fine di un torneo, riprendere subito la settimana successiva. Ferrer ha vinto sette tornei, è un’impresa enorme. Non siamo mica in undici sul campo. Lui è solo, e settimana dopo settimana è sempre là… Murray fa le smorfie ogni volta che perde un punto, Djokovic quando cade pare non rialzarsi più. Quando gioco contro di loro, a volte mi sembrano alle corde, e invece non vinco mai. Paiono morti e alla fine risorgono sempre”.

Il 2013 è alle porte e Gasquet ha le idee chiare. Ora che il ranking sorride, punta a lasciare il segno con un risultato da ricordare: “Penso di poter ritornare in una semifinale Slam, è un obiettivo fattibile. Federer dice che si ritirerà il più tardi possibile? Io farò il punto della situazione dopo le Olimpiadi di Rio de Janeiro: avrò trent’anni e in quel momento vedrò come mi sentirò. Ma ho cominciato molto presto e non penso di rimanere in campo fino a 35 anni”. Abbiamo ancora almeno quattro stagioni per goderci il suo magico rovescio…

Alberto Giorni

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