25/11/2012 08:53 CEST - Rassegna Nazionale

Intervista a Errani & Vinci - La sfida di vivere al top (Cazzaniga); «Reggio per l’Emilia» con tutti gli azzurri in campo (Martucci)

25-11-2012

| | condividi

A cura di Davide Uccella

Intervista a Errani & Vinci - La sfida di vivere al top (Lorenzo Cazzaniga, Sportweek, 24-11-2012)

Inseparabili, in campo e fuori. Una stagione vissuta in simbiosi, con risultati (forse) irripetibili ma per questo ancor più preziosi. Un’annata da (ri)gustare, passo dopo passo, prima della Grande Sfida di sabato prossimo a Milano, dove Sara Errani e Roberta Vinci afronteranno Maria Sharapova e Ana Ivanovic. Il giusto epilogo di una stagione che ha portato Sarita tra le top10 e Robertina tra le top20.

Oltre al titolo di coppia n. 1 del mondo in doppio. Questa stagione così straordinaria vi ha stravolto la vita?

Roberta «Non direi stravolto, solo qualche autografo in più che non è certo un fastidio. Nello spogliatoio ho notato che qualche top player ha cominciato a salutarmi. Se sei una pippetta fanno le Vip, maonestamente anche se qualcuna non mi saluta dormo bene lo stesso».

Sara «Mi sonoimposta di restare sempre la stessa. Ma soprattutto continuo a lavorare duro come sempre per limare i miei difetti. Le altre giocatrici hanno cambiato atteggiamento perché adesso,
quandomiafrontano, entrano in campo super concentrate. Prima, all’inizio del match, una Sharapova o una Serena qualcosa mi concedevano».

Anche una top 10 può migliorare?

S. «Eccome. Io voglio sempre dare il 100% di me stessa. Poi, quel che viene va bene comunque.Manon voglio avere rimpianti, per questo lavoro sodo».

Se vi avessero pronosticato una stagione di questo genere a inizio anno, cosa avreste risposto?

R. «Che erano una marea di cazzate! Credo che nemmeno Sara avrebbemai pensato di fare finale a Roland Garros e chiudere l’anno da top 10, anche se io le ho sempre detto che appena si sbloccava
vincendo il primo torneo, poi tutto sarebbe diventato più facile».

S.«Anch’io li avrei presi per pazzi.Mentre ero convinta che Roberta potesse crescere ancora. Gioca un tennis pazzesco e chissà,magari anche a lei succederà di fare una finale Slam. È difcile ma non impossibile. Talvolta basta un pizzico di fortuna».

Vi state preparando per la nuova stagione: paura di cadere giù?

R. «Il timore c’è, inutile nasconderlo. Io avevo dei dubbi già l’anno scorso, dopo aver chiuso l’anno al numero 23. Figurati adesso che sono tra le top 20».

S.«Ripetere un’annata come questa è quasi impossibile. Ma vivo tutto con grande serenità perché ogni volta che scendo in campo lascio tutto quello che ho. Sono appena rientrata dalle Maldive ma ho già
voglia di tornare a far tornei!».

Se chiudete gli occhi, qual è la prima immagine che vi torna in mente di una stagione così fantastica?

S. «Paradossalmente…una sconfitta.Ma era la finale di Roland Garros. Quando ero seduta prima della premiazione, mi sono passate davanti tante cose.Se ci penso mi vien da piangere ancora adesso».

R. «Beh, ovviamente le vittorie Slam con Sara. Ma anche il torneo che ho vinto a Dallas: giocavo male ma ho dimostrato che so lottare sempre».

È giusto dire che Roberta è tecnicamente la più talentuosa delle due?

R. «Mah, anche Sara ha un bel tocco e quando giochiamo a pittino (vale solo la metà campo più vicina alla rete; ndr) vince sempre lei. Solo che ha un gioco più fisico e certe doti le mostra meno».

S. «Ha uno stile più classico, più pulito. Lei può mandarti fuori di testa, coni suoi back di rovescio, le smorzate, il serve&volley. È difcile giocarci contro perchénessuno gioca come lei».

R. «Vero, ho un tennis che dà fastidio ma anche piuttosto difficile. Se un giorno non sono al 100% diventa complicato. Ogni tanto mi piacerebbe essere un metro e 80 e tirare solo botte…».

Mentre a grinta non c’è partita…

R. «Mica tanto, guarda che anch’io lotto su ogni palla. Per sembrare una lottatrice non devi per forza scambiare quaranta palle a ogni punto come fa lei! (ride). Ci vuole molto coraggio per cercare una
smorzata o un serve&volley in un momento decisivo. Per questo aspetto forse sono un po’ sottovalutata».

Il tennis femminile è finalmente trattato dai media e dagli appassionati come merita?

R. «In Italia non ci possiamo lamentare perché ormai godiamo di grande visibilità. Ma l’abbiamo meritata con i risultati».

Ma a livello di guadagni? Spesso gli uomini mugugnano sull’adeguamento dei montepremi…

R. «Di questi tempi bisogna star zitti e ringraziare il cielo.Quando leggo di gente che si è suicidata perché rimasta senza soldi…Epoi non capisco questa storia che gli uomini dovrebbero guadagnare di più perché giocano tre set su cinque negli Slam. Vorrei vederli ad aspettare un nostro incontro al uinto…sbroccherebbero subito!».

S. «Vero, anche se capisco giocatori e giocatrici che sono numero 100, 150 del mondo e faticano. Perché si guadagna ma si spende anche tanto. E non c’è la società che paga come in altri sport. Nel tennis, per guadagnare devi vincere…».

Ma come si investono tanti soldi?

R. «Poco shopping e tanto mattone! Però ancora non so nemmeno dove andrò ad abitare finita la carriera.Anche se adesso scegliere i Roma.Mi piacerebbe avviare una scuola tennis per aiutare i ragazzini ad avvicinarsi al nostro sport».

S. «Io nemmeno ci penso a come investirli, lascio fare agli altri. Comunque, nemmeno io sono una spendacciona.Meglio gli immobili, e infatti l’acquisto più costoso che abbia mai fatto è la casa a Valencia
dove vivo e mi alleno».

Ecco, Spagna contro Italia: dove è più facile diventare campioni?

S. «È molto soggettivo. Io ho girato parecchi posti e poi ho scelto la Spagna.Ma sipuò diventar forti anche in Italia. L’importante è saper riconoscere le persone che ti possono aiutare: ci vuole un coach che ti deve dire cosa fare. Poi il compito del giocatore è… farlo! Puoi avere tutto il talento del mondo, ma se sbagli certe scelte non arrivi in alto».

Perché Serena Williams domina tutte ma non è la numero uno del mondo?

S. «Mah, non l’ho capito nemmeno io!».

R. «Perché giocameno. Si programmasse come le altre, avrebbe un vantaggio abissale. Chi la batte quella lì?».

Fama attira fama: qual è la persona più famosa che avete incontrato?

R. «Sara Errani, tennista, numero 6 del mondo!Però alla Grande Sfida conoscerò il mio idolo, Paolo Maldini».

S.«Kobe Bryant, all’Olimpiade di Pechino. Camminava da solo nel villaggio, abbiamo anche scambiato qualche parola. E poi Messi».

E Federer? È vero che è un fighetto? E che Sara non sopporta Balotelli? E che i tennisti italiani pensano di vincere senza sudare?

R. «Ero con lei quando è scoppiato il casino. Ma Sara non ha detto quelle cose e credo che la giornalista di Vanity Fair abbia travisato e… glielo abbiano fatto notare! Sara ha un rispetto enorme per gli
altri atleti».

S. «Ci sono rimasta malissimo.Ho subito chiarito di non aver mai detto certe frasi. È vero, preferisco come tipo Marchisio a Balotelli perché mi pare più tranquillo, ma figurati se penso di odiare Balotelli,
che i tennisti italiani non lavorano o che Federer è un fighetto. Non sempre lavorare con la stampa è facile…».

E subito dopo è scoppiato il caso Del Moral, il medico spagnolo al centro di accuse relative al doping, e del quale ti sei avvalsa in alcune occasioni: corretto?

S. «Solo per le visite di idoneità perché lavorava in una clinica molto specializzata. Tutto lì, tanto che certe domande non mi hanno nemmeno disturbato. Io con la mia coscienza sono a postissimo».

C’è qualcosa che non sopportate una dell’altra?

R. «Ogni tanto è pesante.È carina perché si preoccupa per me, ma quando sono arrabbiata bisogna lasciarmi stare.Mentre lei è un martello…».

S. «Beh, io sono un martello in campo e fuori. È la mia miglior qualità! Lei invece è un po’ permalosa. Ogni tanto io scherzo e lei se la prende…».

La notorietà ha portato anche nuovi fidanzati?

R. «Work in progress. Con la vita che facciamo…».

S. «Non è facile trovare un fidanzato. Però i pretendenti sono aumentati».

L’1 dicembre c’è la Grande Sfida: Roberta, ma un game alla Ivanovic glielo lascerà fare dopo il doppio 6-0 di quest’estate a Montreal?

R. «Ma sì, dai... Sarà un grande evento, al quale non sono abituata. Spero che escano dei match divertenti».

S. «E io finalmente di battere ’sta Sharapova!».

«Reggio per l’Emilia» con tutti gli azzurri in campo (Vincenzo Martucci, La Gazzetta Sportiva, 25-11-2012)

Finisce comevoleva la romagnola Sara Errani, la ragazza di Massalombarda salita fino al numero 6 del mondo di singolare e 1 di doppio, insieme all’amica Roberta Vinci. «Reggio per l’Emilia», la giornata di beneficenza per sostenere la ricostruzione delle strutture tennistiche disastrate dalle scosse di terremoto dello scorso maggio finisce con l’abbraccio appassionato di tutto il tennis italiano, oltre 3000 persone sugli spalti del PalaBigi e decine di bambini delle scuole tennis locali che palleggiano felici con gli eroi visti alla tv in questo trionfale 2012. In un’ideale staffetta con la seconda edizione de «La grande sfida» di sabato prossimo al Forum di Assago con Maria Sharapova, Ana Ivanovic e, appunto, Errani e Vinci.

Gioco Con 2884 paganti per 10 euro a biglietto, più 4000 euro dalle T-shirt, sono stati raccolti 32mila e 840 euro. Andreas Seppi ha battuto 6-3 Fabio Fognini, Sara ha superato Roberta 7-5, e nel doppio misto che più misto non si può, la coppia di azzurri di ieri e di oggi, Corrado Barazzutti-Daniele Bracciali, ha avuto la meglio sulle regine del computer, le campionesse di 2 Slam 2012, Errani- Vinci, per 6-3. Il gioco, su set secchi, è stato piacevole e interessante, nel contrasto di stili e di personalità così netti come fra il solido, concreto, Andreas e l’estemporaneo talento di «Fogna», fra il «muro» Sara e il braccio d’oro di Roberta. Lo spettacolo ha soddisfatto, con anche un passante sotto le gambe, spalle a rete di Fognini e un paio di passanti e delizie a rete della Vinci. Ma il vero successo non è stato il doppio misto, quanto lo spirito assolutamente festoso della rassegna, durata cinque ore.

Premi Nella festa con azzurri di ieri e di oggi (da Nicola Pietrangeli e Leo Pericoli a Filippo Volandri alle sorelle Adriana e Antonella Serra Zanetti, Tathiana Garbin, Daniele Bracciali e Colombo), sono stati anche assegnati i premi Fit 2012, alla presenza del presidente federale Angelo Binaghi, alle punte azzurre Errani, Vinci, e Seppi, a Simone Colombo, capitano della nazionale under 16, Campione della Junior Davis, ai genitori dei promettenti Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi, e alla Gazzetta dello Sport, con il premio Guido Oddo.

 

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti