07/12/2012 23:04 CEST - IL PERSONAGGIO

Non solo Li Na, la Cina scopre Di Wu

TENNIS - Per la prima volta un tennista cinese entra nel main draw di un torneo dello Slam. Di Wu, numero 176 del ranking, si dice pronto a trasformare la pressione in motivazione, consapevole di essere già nella storia dello sport dell'Estremo Oriente. Massimiliano Di Russo

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Di Wu
Di Wu

In principio fu Li Na, vincitrice con merito nel 2011 di un Roland Garros la cui finale contro Francesca Schiavone fu seguita in patria da 300 milioni di cinesi. Era la prima volta che una tennista proveniente dalla Cina si aggiudicava uno Slam, garantendosi il diritto di sedere alla stessa tavola con campioni di altri sport del calibro di Yao Ming e Liu Xian (ma non con Yi Jianlian, sesta scelta nel Draft NBA del 2007 che nel frattempo implodeva neanche fosse una supernova, ma questa è un’altra storia).

Se il movimento tennistico femminile rideva, grazie anche ai lodevoli risultati conquistati da Zheng Jie che negli stessi anni si aggiudicava una manciata di tornei e raggiungeva le semifinali a Wimbledon (2008) e agli Australian Open (2010), tra gli uomini stentavano ad arrivare anche soddisfazioni neanche minimamente paragonabili a quelle ottenute dalle loro colleghe.

Ma qualcosa si stava muovendo nella terra di Mao Tse-tung. Un primo squillo è arrivato quest’anno grazie a Ze Zhang, tennista poco più che ventenne proveniente da Nanjing, città divenuta famosa per il massacro perpetrato nel 1937 dai giapponesi ai danni degli abitanti durante la seconda guerra sino-giapponese. Dopo aver superato in tarda primavera un turno ad Halle prima di perdere nettamente contro Raonic, è balzato agli onori della cronaca durante il torneo di Pechino dove ha onorato nel migliore dei modi la wild card concessagli dagli organizzatori del China Open. Sconfitto all’esordio il connazionale Di Wu in un derby tra wild card, ha realizzato un vero e proprio exploit nel turno successivo quando ha estromesso la testa di serie numero 5 Richard Gasquet in tre set. Poco importava che al turno successivo Florian Mayer passasse indisturbato sui suoi resti, ormai l’impresa era fatta.

Si diceva di Di Wu: a ventuno anni ha compiuto un’impresa storica diventando il primo cinese di madrepatria nell’era Open in grado di entrare nel main draw di uno Slam. Alto appena un metro e 73 e attualmente numero 176 del ranking, si è aggiudicato infatti lo speciale torneo riservato a giocatori dell’area Asia-Pacifico che metteva in palio una wild card per il primo Slam stagionale sconfiggendo in finale Danai Udomchoke con il punteggio di 76 64.

Queste alcune delle dichiarazioni di Di Wu al sito dell’Atp:

In questo momento mi sto allenando in Francia. Sto lavorando soprattutto sul servizio e sulla tenuta fisica. In Australia si giocherà al meglio dei cinque set sotto un caldo torrido, sarà fondamentale essere ben preparati fisicamente. Mi fanno scalare le montagne anche di domenica!

Sarà il primo Slam della mia carriera, spero di poter giocare all’80% delle mie possibilità. Non potrò essere al massimo perché non ho mai vissuto una situazione di questo tipo e dovrò mettere in conto anche l’inesperienza. Essere il primo cinese a giocare uno Slam mi riempie di orgoglio ma nello stesso tempo mi sottopone a una grande pressione che cercherò di trasformare in motivazione.

L’Australia ha da sempre un posto speciale nel mio cuore. E’ lì che ho giocato il mio primo Slam junior. Gli australiani amano il tennis e lo spirito dello sport. Quando ho giocato nella Hopman Cup contro Hewitt sono stato trattato con molto rispetto dal pubblico di casa, probabilmente era un modo per incoraggiare l’atleta più debole.

Da bambino il mio tennista preferito era Lleyton Hewitt, ho anche assistito alla sua vittoria nella Masters Cup di Shanghai nel 2002.

L’altezza non è sicuramente il mio punto di forza, praticamente gioco sempre con avversari più alti di me! Se dovessi incontrare tennisti alti più di due metri la prenderei come una sfida da affrontare con grande entusiasmo.

Ammiro molto Li Na, soprattutto la capacità di essere ancora al top nonostante abbia 30 anni e sia costretta a confrontarsi continuamente con tenniste più giovani. E’ dotata di grande professionalità sia dentro che fuori dal campo. Sa esattamente cosa fare durante gli allenamenti, cosa mangiare e bere, quando andare a dormire. Mi ha detto che è molto felice perché finalmente giocheremo uno Slam insieme. Credo che ci incontreremo già a Sidney dove sarò impegnato nelle qualificazioni.

Se dovessi descrivere il mio stile di gioco direi che sono solido da fondocampo e mi muovo abbastanza bene. Devo migliorare nel seve and volley. Mi piacerebbe imparare a servire come Djokovic e Murray. Roger Federer invece è un dio del tennis e mi risulta impossibile solo pensare di imitarlo o provare invidia nei suoi confronti.
 

Massimiliano Di Russo

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