22/12/2012 15:40 CEST - Approfondimenti

Israele: la guerra della Fed Cup

TENNIS - Continua la diatriba tra Shahar Peer e Deniz Khazaniuk. Si sono affrontate agli Israeli Championships, e Peer le ha detto di essere una disgrazia per la nazione. A febbraio, dopo la Fed Cup, Khazaniuk l'aveva accusata di "essere solo un grande bluff". Alessandro Mastroluca

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Shahar Peer zittisce Deniz Khazaniuk
Shahar Peer zittisce Deniz Khazaniuk

La semifinale degli Israeli Championships è diventata un caso nazionale. Shahar Peer ha battuto 6-0 6-1 Deniz Khazaniuk (n.460 del mondo) ma non le ha stretto la mano a fine partita. Anzi, si è messa un indice sulla bocca, in un inequivocabile invito al silenzio, e ha detto che Deniz è una “rovina per lo Stato di Israele”.

La diatriba è cominciata a inizio 2012, dopo la Fed Cup. Israele, nel Gruppo I della zona euro-africana, è inserito in un girone difficile contro Gran Bretagna, Portogallo e Olanda. Shaar Peer, benché in cattive condizioni, e Julia Glushko riescono a battere le olandesi ma perdono le altre due sfide. Due giorni dopo gli incontri, Khazaniuk, convocata per la prima volta, attacca la squadra in una lunga intervista sul quotidiano Maariv. Il capitano Lior Mor, dice, “non ha una programmazione, un piano di lavoro. Fa tutto improvvisando, decide tutto all'ultimo minuto. Lui e il coach Tomer Dank mi hanno trattato in un modo disgustoso. Hanno cacciato il mio allenatore, Yigal Kushmar, non mi facevano andare in bagno da sola. Ci alzavamo alle 9.30 e iniziavamo l'allenamento alle 11, mentre le altre squadre erano in campo già alle 8”. Le altre squadre, però, giocavano nella sessione diurna, mentre gli incontri della nazionale israeliana sono iniziati alle 16.

Le compagne di squadra, aggiunge, “invece di accogliermi bene in quanto entrata da poco in squadra, mi hanno umiliata. Andavo a letto con un gran senso di impotenza. Già dall'inizio Shahar, Julia e Keren Shlomo mi hanno detto che, essendo l'ultima arrivata, dovevo portare loro gli asciugamani e fare quello che mi chiedevano. Se la prende soprattutto con Shahar Peer. “E' un enorme bluff. La rispettavo molto per la sua riservatezza, perché non concedeva troppe interviste. Ora ho capito che faceva così per evitare che il mondo si accorgesse del bluff”.

L'intervista non passa inosservata alla Israeli Tennis Association (ITA). Shlomo Tzoref, capo del comitato per il tennis professionistico dell'ITA, promette che verificherà le accuse ma allo stesso tempo sottolinea che Khazaniuk ha gestito male la situazione: avrebbe dovuto lamentarsi con la federazione prima di parlare con la stampa. Il suo comportamento viola il codice di comportamento per le giocatrici, e Peer e Moor chiedono le scuse a Deniz e al giornale. Minacciano anche di fare loro causa, ma alle parole non seguono fatti.

A ottobre, la ITA annuncia il nuovo capitano, Amos Mansdorf. La versione ufficiale parla della necessità di avere un capitano completamente dedicato al tennis, e Mor si occupava della Fed Cup solo per due settimane l'anno, ma aveva un lavoro diverso per le altre 50. Stando a quanto emerso, le giocatrici (Peer e probabilmente Glushko) hanno avuto voce in capitolo nella scelta.

Al momento della sua nomina, la ITA aveva ufficialmente dichiarato l'esclusione di Khazaniuk dalla nazionale. Ma il comitato speciale chiamato a indagare sulla vicenda ha stabilito che non c'erano ragioni per sospenderla. Anche perché Khazaniuk scrive una lettera al comitato e a Peer, dicendo di essere stata fraintesa e di non aver avuto intenzione di offendere Peer, ammettendo anche di aver sbagliato a parlare con la stampa invece di risolvere la faccenda internamente.

Peer si è sempre rifiutata di parlare pubblicamente della querelle. Ma dopo la recente sfida di Ramat Hasharon ha dichiarato a Ynet: “Le ho detto quello che penso. Dal mio punto di vista ho detto quello che dovevo dire, io parlo sul campo e non ai giornali. L'ho aiutata durante la Fed Cup, ma lei ha deciso di andare contro la squadra, la federazione e soprattutto contro di me. Ma io, come ho detto, faccio parlare in campo”.

“Capisco che lei sia arrabbiata” ha risposto Khazaniuk. “Mi ha detto che sono una disgrazia per la nazione, ma non ho risposto, credo fosse solo un'esternazione dovuta alla rabbia. Non la giudicherò”.

A questo punto non resta che aspettare il prossimo febbraio, per capire se Khazaniuk sarà convocata o meno per la Fed Cup. Di certo, come diceva Corrado, non finisce qui.

Alessandro Mastroluca

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