03/01/2013 13:43 CEST - Personaggi

Del Potro celebrato a Tandil: "Davis discorso chiuso"

TENNIS - Del Potro celebrato a Tandil con un grande murales al Club Independiente e una mattonella con le impronte, come nella "Walk of Fame". Palito torna anche sulla rottura con il capitano di Davis Martin Jaite: "La rinuncia alla Davis è un discorso chiuso". Davide Uccella

| | condividi
Juan Martin Del Potro (Photo by Julian Finney/Getty Images)
Juan Martin Del Potro (Photo by Julian Finney/Getty Images)

Tandil: 110.000 abitanti, 360 chilometri da Buenos Aires. Nulla di speciale, almeno per i profani, se non fosse che qui sono nati un argentino speciale, che ha un pò aperto la difficile strada del post-Vilas come Guillermo Perez Roldan (nove tornei ATP, ex n.13 nel settembre '88), ed uno che di questa strada è uno sbocco straordinario, leggendario,visto che il primo Slam dopo i trionfi di Guillermo è stato il suo.

Parliamo ovviamente di Juan Martin del Potro. Che nel 2009, al suo primo (e al momento unico) major sul cemento di Flusing Meadows, venne letteralmente osannato al rientro: gente per strada, sventolio di bandiere, e poi le chiavi della città, il titolo di "ciudadano de honor" e di ambasciatore dello sport da parte del Sindaco Miguel Lunghi. Tante speranze, il n.1 non tanto lontano, avendolo sconfitto pochi giorni prima, quel n.1 di nome Roger Federer.

Di recente, il 2010 e il 2011 dell'infortunio, della convalescenza, della ripresa e del timore che non sia tutto come prima. Infine un 2012 invidiabile, con 4 titoli ATP, il bronzo olimpico e la semifinale al Masters, quindi tre volte tra i primi otto sui quattro Slam, e infine il rientro stabile nella top-ten del ranking. Il minimo per un tennista dal dritto terribile, dal servizio schiacciante e dal grande talento come lui. Ma c'è un però a questa risalita in progress, sullo sfondo: ovviamente le delusioni accusate in Davis negli ultimi tre anni: ferite che bruciano, due semifinali e una finale che sanno di treni persi, se il fisico fosse stato sempre a posto, al 100%.

E negli ultimi giorni, sull'argomento, un'altra ferita si apre, forse senza spazi per rimarginarsi. Quella della rottura ufficiale col capitano Martin Jaite, che l'argentino ha chiarito proprio nel suo feudo argentino, dove per celebrare il suo 2012, il comune e il Club Indepiendiente hanno realizzato uno splendido murales col primo piano del campione, e una mattonella stile "Walk of Fame" con le sue impronte.

Non è lo stesso muro dove iniziò le prime lezioni con Marcelo Gomez, che sarà anche Zabaleta, Juan Monaco, Diego Junqueira e Maximo Gonzalez, ma le parole del 23enne di fronte a questo "monumento" sono comunque storiche, visto il legame che ha sempre mostrato per il progetto-insalatiera. “La rinuncia alla Coppa Davis è un discorso chiuso. Adesso sto lavorando duramente per gli obiettivi che mi sono prefissato per la prossima stagione. So che la mia decisione non ha fatto felici molte persone, ma con il mio team voglio salire nel ranking il più alto possibile. Purtroppo non posso prestare attenzione a ciò che dicono tutti e accontentare ognuno di loro.”

Diplomatico Del Potro. Anche se innegabile la montagna di attriti personali che si sono accumulati negli ultimi anni: la scelta dello stesso Jaite, lo zampino del suo amico/nemico David Nalbandian, oltre alla totale indifferenza che l'Associazione Tennis Argentina avrebbe riservato nei suoi confronti prima di scegliere il successore di Tito Vazquéz.

E come ciliegina su questa torta fatta di polemiche, equivoci e schermaglie, una nuva querelle si è innescata a ridosso di Natale sull'ultima scadenza per comunicare le date definitive del calendario stagionale: prima 12 dicembre, poi 21, infine una proroga che evidentemente Jaite non ha considerato del tutto, visto che l'ultima dead-line era fissata per il 31 dicembre, escludendolo dai convocati per il primo turno in casa contro la Germania. Intanto per il capitano le fila dei disponibili si assottigliano, visto che Eduardo Schwank, doppista consumato degli albicelesti, ne avrà almeno per due mesi e mezzo a causa di una sinovite alla mano destra: entro pochi giorni per lui un'artroscopia mirata con intervento. Restano Juan Mónaco, Carlos Berlocq e David Nalbandian, con il quarto a scelta tra Leonardo Mayer e Horacio Zeballos. Ben altra cosa rispetto a Del Potro.

Davide Uccella

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti