06/01/2013 18:28 CEST - APPRFONDIMENTO

Nadal e l'Australia: un titolo, tanti dolori

TENNIS - Peter Bodo di Tennis.com analizza i continui rinvii del ritorno di Nadal. L'Australian Open ha spesso creato problemi al maiorchino, il forfait non così sorprendente. Traduzione di Karim Nafea

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Rafa Nadal saluta i suoi tifosi (Getty Images Europe Clive Brunskill)
Rafa Nadal saluta i suoi tifosi (Getty Images Europe Clive Brunskill)

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Non sono un fan delle teorie di cospirazione ma sono uno di quelli che pensa che la situazione non sia esattamente come sembra in quella che era il felice Regno del Re della Terra, Rafael Nadal. Come tutti i Palazzi, questo sembra generare un adeguato numero di intrighi, anche se nessuno sembra deciso a spuntare fuori cercando di pugnalare Toni Nadal o Albert Costa.

La storia, per come ce l’hanno raccontata, è che un virus intestinale ha costretto Rafa a saltare almeno l’Australian Open, il primo slam dell’anno, che comincia a metà gennaio. Nadal avrebbe dovuto cominciare la preparazione una decina di giorni fa ad Abu Dhabi ma il virus l’ha spinto indietro.
Apparentemente molto, molto, molto indietro anche se dallo staff di Nadal era trapelata la voce che i dottori gli avessero raccomandato una settimana di riposo.

Quella settimana doveva iniziare venerdì scorso e adesso Nadal dovrebbe sottoporsi ad altre analisi (compreso un esame a raggi X). “Dalla prossima settimana”, ha detto il capo della sua equipèe medica, il dottor Angel Ruiz Cotorro, “non sarà in condizioni fisiche sufficienti a continuare la sua riabilitazione”.

Che, decodificato, è diventato “Australia? Neanche per sogno.” Un virus intestinale non ha mai distrutto così tante speranze.

Gli appassionati sono chiaramente infastiditi e non per la prima volta in questa situazione sempre più intricata. Mese dopo mese Nadal ha inviato segnali discordanti sulla data del ritorno. Ed i suoi commenti sul suo ginocchio sinistro hanno sollevato più domande di quante ne abbiano risolte. Circa dieci giorni fa, Nadal ha detto al Times che il ginocchio “non era ancora perfetto” e che, mentre le risonanze erano incoraggianti, sentiva “qualcosa” che non andava a dovere, aggiungendo che deve essere concentrato su come “il ginocchio vada meglio o peggio giorno per giorno”.

Si può capire perché Nadal ed il suo team siano così preoccupati riguardo allo stato di quel tendine e che stiano cercando la via più conservativa, non chirurgica, per recuperarlo. Ma l’idea di un ginocchio che vada “meglio o peggio giorno per giorno” non è propriamente rassicurante. Forse c’è stato un errore di traduzione.

Non penso che Nadal abbia sollevato ed alimentato speranze solo per il divertimento di guardare i suoi fan soffrire, o che lui abbia volontariamente ingannato al riguardo. Ma non credo che avremo una storia completa nè una particolarmente sensata, e non lo è stata sin dalla sconfitta con Rosol a Wimbledon.

(In ogni caso, non credo che ci sia nulla di sbagliato nell’essere riservati. Non conosco nessuna regola ATP e, sicuramente, nessuna legge che obblighi un giocatore ed il suo team ad essere inderogabilmente sinceri e lungimiranti riguardo lo stato fisico del giocatore ed i suoi progetti a lungo termine. La storia di Rafa, tuttavia, è diventata intricata quanto un romanzo di Robert Ludlum e ne ha assunto la stessa credibilità)

Molte persone hanno accettato la scelta di Rafa di mollare la presa quando è diventato chiaro che non sarebbe tornato competitivo per lo US Open, anche se hanno sperato che riuscisse a tornare per e ATP Finals. Nadal, come la maggior parte dei campioni, pensa che giri tutto intorno ai majors e la cosa più importante rispetto alle Finals è che ne deve ancora vincere una. Non era questo l’anno giusto per metterlo tra gli obbiettivi.

Per quella stessa ragione, la decisione di saltare Abu Dhabi, un’esibizione molto remunerativa, non è sembrata una grande sorpresa, almeno non finchè è arrivata la notizia del forfait australiano. E voi pensavate che La Vendetta di Montezuma fosse difficile da risolvere.

Adesso, tutti sono nuovamente in difficoltà.

Per cui questo è il mio pensiero: Rafa è un giovane perfezionista; lo sappiamo da tanti piccoli indizi, partendo dalla meticolosità con cui sistema le bottigliette ai cambi di campo. Devo pensare che quest’infortunio l’abbia davvero spaventato, e con buone ragioni. Ha già ammesso di non essere davvero sicuro che il suo ginocchio sinistro sia in condizione di sopportare un match, figurarsi uno slam.

Toni, zio e coach di Rafa, aveva assolutamente ragione nel dire che tornare in un torneo 3 su 5 sul cemento non era la cosa migliore per recuperare. Ma per un Nadal fiducioso e con voglia di giocare non sarebbe stata neanche la cosa peggiore.

Quello che Toni non ha detto è che anche se Rafa è stato coinvolto in alcune battaglie epiche a Melbourne ha avuto alterne fortune down-under e non solo perchè ha vinto solo un titolo.

L’anno scorso Nadal è arrivato vicinissimo a vincere la più lunga finale slam di sempre. Nel 2010 si ritirò nei quarti con Murray e l’anno successivo perse in tre set da un giocatore che di solito non gli crea problemi, David Ferrer. In entrambe le sconfitte le sue ginocchia/gambe lo hanno tradito.

Come direbbe Nadal “la verità è che l’Australian Open non è mai stato buono con me. Un titolo, tanti dolori”.

Sembra che le emozioni di Nadal siano spiegate meglio dalla canzone dei Clash, Should I Stay or Should I Go? E lui ha deciso di andarsene. Forse il virus gli ha regalato una via di fuga alla quale non ha potuto resistere.

L’ultima spiaggia, second l’amico Nicolas Almagro, è: ”Lo stiamo aspettando e dobbiamo aspettare fino al Sud America. E’ un mese e forse sarà pronto”.

Nadal stesso ha confermato che, pur potendo tornare prima, il suo obbiettivo è Acapulco, un semplice ATP 500. Ma mentre quel torneo non inizia fino al penultimo giorno di Febbraio, è sulla terra. Ed ora potremmo aver raggiunto un verità taciuta.

Quest’ultimo forfait non è un ritardo, è un’estensione di due mesi di uno stop già durato 6, che mi fa pensare che Rafa non sia neanche vicino a poter giocare e sicuramente che non ne abbia la voglia, forse non finchè potrà muovere I primi tentativi sull’amata terra rossa. C’è davvero una chanche che non ne fosse cosciente prima di contrarre il virus?

Forse Rafa sta temporeggiando per portare le sue ginocchia ad una condizione ancora migliore o che stia perdendo tempo perchè è inconsciamente riluttante a testarle, per la semplice ragione che potrebbe fallire. O potrebbe semplicemente stare cercando modi diverse di evitare di giocare finchè il tour non presenterà condizioni più confortevoli.

L’ultima sembra la spiegazione più sensate eppure non capisco perchè Rafa semplicemente non lo dica. Il ragazzo che ha chiesto così tanto al suo corpo ha chiesto troppo ad un virus intestinale.

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