Novak Djokovic - 15.1.2013

TENNIS - Australian Open 2013. Traduzione di Alessandro Mastroluca

E' una delle migliori partite che hai giocato in uno Slam?
Nei primi turni forse sì. Ho giocato tanti match negli Slam, è difficile metterli a confronto, per me scegliere il migliore dipende dalle circostanze, dal turno in cui si è giocata la partita, dalla qualità dell'avversario.  Non volevo snobbare il mio avversario oggi anche se è più giovane di me e sta cercando di diventare un top-20 o top-30 stabile. Sapevo che ha della qualità. Mentalmente credo sia entrato in campo sapendo di non avere niente da perdere, di dover tirare dritti e servizi a tutta. Sono sceso in campo con questa strategia, provando a essere il più acuto possibile sin dall'inizio, e l'ho fatto.

Vuoi dare un messaggio a una giovane possibile stella del mondo del tennis?
Sappiamo tutti che il duro lavoro e la dedizione alla fine pagano. Sono certo, conoscendolo da un paio d'anni, che si allena tanto, passa molto tempo in campo, è un grande professionista. Ecco perché viene considerato una delle possibili speranze degli Stati Uniti. Ci sono un sacco di aspettative su di lui. Ma è un processo. E il tennis è cambiato, oggi è fisicamente molto più duro con un livello competitivo molto più alto.

Ha detto chiaramente che vuole vincere dei tornei dello Slam, che sogna di diventare numero uno. Ma è nel circuito da qualche anno e deve ancora raggiungere il terzo turno in un major. Credi che possa arrivarci in futuro?
Ricordo, quando avevo la sua età, dovevi avere molta fiducia in te stesso e cercare di darti grandi obiettivi perché questo ti guida ad allenarti, ti ispira a lavorare duro. Non vedo niente di sbagliato nel fissare obiettivi alti (...). Alla fine, naturalmente d'altro canto devi avere rispetto per questo sport e per i tuoi avversari e fare un passo alla volta, credo. Lui sa meglio di chiunque altro cosa davvero desidera. E' una questione di fiducia in se stessi, di allenarsi tanto e di giocare tante partite.