18/01/2013 20:56 CEST - Australian Open Uomini

Djokovic passa in tre, Ferrer liquida Baghdatis

TENNIS - Il favorito del torneo deve sudarsi tutti e tre i set per avere ragione di Stepanek. Berdych dispone facilmente di Melzer. Baghdatis le prova tutte ma non può nulla contro Ferrer. Da Melbourne Angelo Lo Conte, Daniele Malafarina, Roberto Salerno

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Novak Djokovic
Novak Djokovic

D. Ferrer b. M. Baghdatis 64 62 63

"He's a warrior". Cos'altro aggiungere alle parole usate da Jim Courier per salutare l'uscita dal campo di David Ferrer, che ha sconfitto Marcos Baghdatis, 6-4, 6-2, 6-3, finalista a Melbourne nel 2006.

Il cipriota le ha provate davvero tutte per scardinare il muro eretto da "Ferru", soprattutto nel primo set in cui ha recuperato un break nel settimo gioco dopo essere andato sotto 3-1. Non è bastato perché Ferrer ha saputo ben approfittare di ogni minima occasione concessagli dall'avversario (6/9 break points won), breakkato nuovamente al momento di servire per restare nel set sul 5-4.

Un finale di parziale che il cipriota ha accusato nella testa ancor prima che nelle gambe, apparso già stremato nel secondo set dopo meno di un'ora. Un tantino troppo anche per uno come lui, nonostante abbia giocato ad un ritmo forsennato, forse anche superiore ai suoi limiti. Non c'è stato niente da fare. Anche nel secondo Ferrer si è portato avanti d'un break, 3-1, per poi salvare immediatamente due palle del possibile controbreak. Un passaggio chiave che ha sfiduciato ancor di più Baghdatis che ha perso nuovamente il servizio nell'ottavo gioco per il 6-2 finale.

Nei primi quattro game del terzo ci sono tre break. Ad avere l'ultima parola è sempre lo spagnolo che sale 3-1. Un vantaggio cruciale che Ferrer si porta dietro fino alla fine, chiudendo la partita con un 6-3.

Al quarto turno Ferrer trova il giapponese Kei Nishikori, di cui vorrà sicuramente vendicarsi dopo la sconfitta subita a Londra nel corso delle Olimpiadi. Perché è così che fanno i guerrieri.

(Stefano Pentagallo)

N. Djokovic b. R. Stepanek 64 63 75 

Chi oggi è venuto alla Rod Laver Arena a seguire il primo match maschile della giornata non doveva avere molti dubbi su come sarebbe andata la partita tra il numero 1 del mondo, detentore del titolo e favorito principale di questa edizione e il ceco Radek Stepanek, fresco eroe della coppa Davis, conquistata contro la Spagna. Troppo netto il divario tra i due per credere seriamente ad una replica dell'unica vittoria ottenuta dal ceco a Rotterdam, quando il buon Nole non aveva ancora 20 anni. Ma chi è venuto non ha fatto male perché se è vero che è mancato il pathos del risultato non è certo mancato lo spettacolo, un po' per merito delle scivolate di Nole e molto per merito di uno Stepanek che ha fatto finta di crederci fino in fondo e ha tenuto il serbo in campo per quasi due ore e mezza, aiutato dal clima improvvisametne autunnale che ci ha regalato oggi Melbourne. Ma oltre ad un serio impegno da professionista Stepanek ha mostrato le solite doti di istrione, trascinando il pubblico in uno show che alla fine è stato gradito anche dal suo rivale. Della partita poco da dire. Sul 3 pari del primo set, Stepanek è riuscito a procurarsi una palla break che non ha trasformato un po' per colpa sua - troppo timido nel seguire un'ottima risposta di rovescio che aveva messo in difficoltà Djokovic - e molto per la "solita" fortuna del serbo su un dritto che baciato dal nastro è caduto dall'altra parte rendendo impossibile il recupero del ceco.  Scampato il pericolo il serbo ha messo un po' più di attenzione e dopo un paio di games interlocutori ha approfittato della scomparsa della prima di servizio di Stepanek per chiudere il set al primo game. Più o meno stessa storia nel secondo, con la differenza che Djokovic non ha aspettato proprio l'ultimo momento buono per fare il break, cosa che ha invece ripetuto nel terzo, spendendosi solo il giusto per evitare il tiebreak. In mezzo a tutto questo, innumerevoli discese a rete di Stepanek che ogni tanto si chiudevano con un pugnetto a metà tra il sarcastico e l'ironico, e persino una - chissà quanto divertente per il serbo - esposizione del fondoschiena al povero Djokovic, colpevole di averlo trafitto una volta di più col passante.    

Insomma un buon allenamento e con una temperatura perfetta cosa volere di più? Siamo convinti che ha fatto più fatica a rispondere, brillantemente, as usual, alle domande di un Courier che ha cercato di farlo persino sbilanciare sulla sfida tra Tomic e Federer. Ma non si diventa numero 1 per niente, il serbo ha detto qualcosa del tipo "per favore non mettetemi in mezzo" e all'ennesima domanda su come si pronuncia il suo nome ha ricordato agli australiani che se non conoscono il suono "gi"  è del tutto inutile che ci provino. Tutto molto simpatico.  (Roberto Salerno)

Ascolta l'audio della conferenza stampa di Djokovic

 

Berdych b. Melzer 6-3 6-2 6-2

Tomas Berdych dispone facilmente di Jurgen Melzer e accede al quarto turno dove incontrerà il sudafricano Kevin Anderson. Molti spazi vuoti tra gli spalti della Hisense Arena nella quale spicca un nutrito e colorato gruppo di tifosi giapponesi con bandiere austriache.

Melzer ha la più grande opportunità della partita nel primo gioco, quando si procura una palla break annullata da Berdych con il diritto. Da questo momento in poi il ceco sarà praticamente ingiocabile al servizio, non concedendo la benché minima opportunità al trentunenne austriaco. Nel secondo gioco Thomas strappa di forza il servizio e tiene tranquillamente fino al 6-3 finale. Nel secondo e nel terzo set il ceco scappa subito in apertura, conducendo senza alcun patema. Il finale di 6-3 6-2 6-2  la dice tutta su un match che non ha avuto storia e che ha mostrato un Berdych solido al servizio e ispirato con il diritto con il quale ha esasperato un Melzer incapace di arginare la potenza del ceco.

Berdych chiude con l’impressionante bilancio di 40 vincenti e 18 gratuiti, continuando agevolmente la sua corsa nell’unico Slam nel quale non ha mai raggiunto le semifinali.

(Angelo Lo Conte)
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Angelo Lo Conte, Daniele Malafarina, Roberto Salerno

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