19/01/2013 15:59 CEST - AUSTRALIAN OPEN UOMINI

Del Potro fuori! Murray avanti

TENNIS - Clamoroso! L'argentino accusa problemi al ginocchio, va sotto di due set, recupera ma perde 63 al quinto. Chardy in ottavi di finale contro Seppi. Murray gigioneggia ma porta a casa la partita in tre set. Da Melbourne Daniele Malafarina, Roberto Salerno e Angelo Lo Conte

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Australian Open 2013, Andy Murray
Australian Open 2013, Andy Murray

Chardy b Del Potro 63 63 67(3) 36 63

Ha rischiato grosso, ha recuperato ma alla fine a perso. Il torneo perde quello che molti consideravano il quarto favorito per la vittoria finale: Juan Martin Del Potro, sconfitto da Jeremy Chardy in cinque set.
Durante il primo set l’argentino accusa alcuni problemi al ginocchio chiedendo anche l’intervento del fisioterapista e per tutta la prima ora appare lento. Chardy invece gioca bene, quando ha l’iniziativa negli scambi non lascia scampo al gigante di Tandil, non concede nessuna palla break ed anzi, sul 5 a 2, ha anche un set point per chiudere 6 a 2. Del Potro annulla ma cede comunque il set nel game successivo. Nel secondo set l’argentino ha qualche occasione in più ma è sempre Chardy a condurre le danze. Anzi, il francese si procura più occasione sul servizio dell’argentino, breakka due volte e chiude anche il secondo set con il punteggio di 6-3.

Dopo break e controbreak in apertura di set la partita gira nel sesto game del terzo set. Chardy che fio a quel momento aveva letto benissimo il servizio di Del Potro si procura tre palle break consecutive e poi una quarta per portarsi 4 a 2 e servizio ma le sciupa. Da allora Del Potro concede pochissimo sul proprio servizio. Allunga il set al tie break che chiude per 7 punti a 3. Nel quarto set concede solo 4 punti sul proprio servizio mentre nell’ottavo game annulla alcuna palle game del francese e fa il break alla prima occasione. Il set si chiude poco dopo per 6 - 3.
Nel quinto set sembra che Del Potro abbia ripreso in mano le redini della partita
Nel quinto game del quinto set un piccolo siparietto. Una palla out viene chiamata dal pubblico e non dal giudice. Del Potro confuso chiede il challenge e ha ragione, poi punta il dito al giudice di linea come a dire ‘dovresti chiamarla tu’. Chardy non sfrutta l’occasione di chiudere il game e concede una palla break con uno schiaffo al volo messo lungo. Potrebbe essere la fine del match. Invece il francese reagisce, infila tre vincenti di seguito e si porta avanti 3 a 2. Del Potro ora appare un poco stanco e meno mobile, concede di più sul proprio servizio e nell’ottavo game si trova a fronteggiare una palla break. L’ombra taglia il campo a metà disturbando un poco la visuale. Del Potro annulla la palla break ma ne concede subito un’altra con un errore di rovescio.  Un diritto largo manda il francese a servire per il match  sul 5 a 3. Chardy non si lascia sfuggire l’occasione e chiude la partita con un ace al primo match point.
Con 78 vincenti e 64 errori è stato Chardy a condurre le danze (36 a 35 per  Del Potro), anche al servizio, settore in cui il francese ha fatto più punti (20 ace a 13 e 78% di punti con la prima contro i 74% di Del Potro).
Durante l’intervista a bordo campo Cherdy ricorda l’ultimo confronto diretto: “A Cincinnati mi aveva strapazzato, è uno dei più forti sel mondo. Sapevo di dover prendere rischi, l’ho fatto, ho giocato bene e sono contento di non aver mollato fino alla fine.”
Al quarto il francese turno troverà Seppi che ha così un’occasione unica di raggiungere i quarti.

"Dopo aver perso il terzo set ho cercato di non pensare. Se penso va a finire che perdo. Ho continuato con la mia tattica, giocarli slice corti per costringerlo a venire avanti e cercare di aprirmi il campo col dritto."

"Non so perchè i francesi siano così forti. Sarebbe bello se uno di noi vincesse il torneo. Chi? io magari."

In conferenza stampa Del Potro non cerca scuse. "Ho chiamato il fisio per parlare un po' del mio corpo ma non avevo nessun problema. Lui ha meritato di vincere, quando ha avuto un'occasione l'ha presa ed ho perso. Ora voglio concentrarmi sul resto della stagione. Voglio tornare nei top 5 ma la competizione è molto dura."

Intervista a Del Potro

Intervista a Chardy

(Daniele Malafarina)

Murray b Berankis 63 64 75

Una partita di contraddizioni. Murray ha perso almeno due punti in 9 dei primi 10 game di battuta. Ma il servizio è stata la sua arma migliore. Berankis ha giocato a  tratti meglio, ha mostrato punte di rendimento forse più alte, di sapersi muovere bene e di avere un ottimo timing con entrambi i fondamentali a rimbalzo, ma gli è mancata continuità e avrebbe certo beneficiato di qualche colpo di manovra per gestire meglio gli scambi importanti. Quei punti che Murray ha giocato meglio e che hanno fatto la differenza nel 63 64 75 finale. Berankis chiude con più vincenti,  ma soprattutto con 20 errori in più, 47 contro 27. Paga il modesto 3/12 alla voce palle break trasformate e il 41% di punti con la seconda (ancor più pesante perché ha servito con il 57% di prime).

Murray, che si è allenato spesso con Berankis, vince 8 dei primi 10 punti e trova il break a zero spingendo col dritto, soprattutto in tospin in diagonale: Berankis va fuori ritmo ed è 2-0.

E' proprio l'evoluzione del dritto, sia come meccanica che come approccio al colpo (due aspetti legati, anche se non è semplice distinguere quale sia la causa e quale l'effetto), l'aspetto che più colpisce nel gioco di Murray. Quello che prima era un colpo difensivo, interlocutorio, adesso è una soluzione mirata a chiudere il punto o quantomeno a mettere l'avversario fuori posizione.

Il lituano ha una tipologia di tennis troppo simile a quella di Murray e nei primi game non trova soluzioni per uscire dal piano tattico preferito dallo scozzese, lo scambio di ritmo da fondo. Quando si avventura con la palla corta, Murray ci arriva e chiude di dritto uno scambio da 19 colpi. Berankis manca quattro palle nel quinto game, in cui però dimostra cosa è capace di fare quando riesce a mettere i piedi vicino la riga e muovere Murray col dritto. Allo scozzese, nel game successivo, ne basta una di palla break per salire 5-1. Berankis non è uno che si arrende senza lottare, però, con Murray che serve per il set. Dimostra che anche il suo, di dritto, non è poi tanto male e alla seconda palla break costringe all'errore il numero 3 del mondo. Berankis colpisce molto pulito, e nella seconda metà del set ha giocato davvero alla pari con lo scozzese. Anche nel nono game si procura due palle break (ne ha avuta almeno una in tutti gli ultimi tre turni di risposta del set) ma Murray in entrambe le occasioni si salva grazie al servizio prima di chiudere 6-3 con Berankis che che butta via la risposta di rovescio sul set point. Il lituano chiude col doppio dei vincenti, 10-5 ma anche più del doppio degli errori, 16-7. Murray ha sofferto nei suoi turni di battuta ma è stato proprio il servizio a salvarlo in più di un'occasione.

Non c'è molto altro che funzioni nel suo gioco, e Murray lo sa: "Andiamo, fai qualcosa!" si dice con evidente frustrazione in avvio di secondo set. Berankis prende le misure, comanda gli scambi, lavora bene anche con il rovescio lungolinea e stampa una risposta vincente di dritto che vale la palla break nel sesto game. La converte grazie a un paio di ottimi dritti e sale 4-2. Ma nel game successivo ne sbaglia due abbastanza facili, dimostrazione che il suo tennis non ha margini di sicurezza ampi, prima che Murray completi il controbreak con un perfetto lob. Quando resta in attesa degli eventi, lo scozzese finisce per andare in difficoltà. Quando, invece, riesce a spingere, ad aprirsi bene gli angoli anche sulla diagonale "forte", la destra, riesce a far giocare l'avversario in difesa e a farlo sbagliare di più. Matura così un secondo break consecutivo che lo porta a servire per il secondo set sul 5-4. Dopo poco meno di un'ora e mezza, Murray può salire 63 64.

E quando Berankis mette in rete la volée stoppata di rovescio che porta Murray avanti 2-1 e servizio nel terzo, i titoli di coda sembrano vicini. Berankis prova a raddrizzare il set (0-30 e 30-40, con attacco in controtempo e volée a campo aperto) nel sesto game, ma rovina tutto con un rovescio lungo sulla palla break. Ma Murray gli dà una mano quando va a servire per il match: concede il break a 15 con un dritto largo (e facendo l'unico punto grazie a un lungolinea di dritto a mezza rete del lituano). Berankis alza il pugno verso il pugno verso il pubblico che ricambia con grandi applausi. I rimpianti di Berankis per quel che avrebbe potuto essere e non è stato aumentano con il lungolinea di dritto, appena largo, che consentono a Murray di firmare l'immediato controbreak. Stavolta non regala più e si proietta verso l'ottavo contro Monfils o Simon.

Berankis può consolarsi con la quasi certezza di rientrare in top-100, riavvicinando il suo best ranking, quella posizione n.73 che aveva quando sono iniziati i suoi problemi fisici legati anche a una diagnosi sbagliata, a un infortunio all'inguine scambiato per frattura ossea prima, per ernia poi. "Ma ora mi hanno rimesso a posto" ha detto.(Alessandro Mastroluca)

Audio Murray

 

Negli altri match Tsonga non ha avuto nessun problema a superare il fantasma di Kavcic. Lo slovacco era stato ricoverato dopo essere collassato alla fine del suo match con Duckworth due giorni fa e non è riuscito a recuperare in tempo per una sfida improba contro uno dei migliori del mondo. Tsonga avanza 62 61 64.

Da Melbourne Angelo Lo Conte, Daniele Malafarina, Roberto Salerno

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