23/01/2013 20:09 CEST - AUSTRALIAN OPEN 2013

Ferrer, Stephens, Li: la porta sembra chiusa

TENNIS - Si giocano le semi femminili e quella maschile della parte alta. Novak Djokovic, Victoria Azarenka e Maria Sharapova partono nettamente favoriti, ma si può escludere la sorpresa dopo ieri? Riccardo Nuziale

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Australian Open 2013, David Ferrer
Australian Open 2013, David Ferrer

[6] LI NA (CHN #6) vs. [2] MARIA SHARAPOVA (RUS #2)
PRECEDENTI: 4-8

2005 AUSTRALIAN OPEN HARD O R32 SHARAPOVA 6-0 6-2
2006 MIAMI HARD O R64 SHARAPOVA 6-2 6-4
2006 BIRMINGHAM GRASS O R16 SHARAPOVA 6-2 6-4
2006 US OPEN HARD O R16 SHARAPOVA 6-4 6-2
2009 FRENCH OPEN CLAY  O R16 SHARAPOVA 6-4 0-6 6-4
2009 BIRMINGHAM GRASS O SF LI 6-4 6-4
2010 BIRMINGHAM GRASS O F LI 7-5 6-1
2011 FRENCH OPEN CLAY  O SF LI 6-4 7-5
2011 WTA CHAMPIONSHIPS HARD   I RR LI 7-6(4) 6-4
2012 MIAMI HARD O QF SHARAPOVA 6-3 6-0
2012 ROME CLAY  O F SHARAPOVA 4-6 6-4 7-6(5)
2012 BEIJING HARD O SF SHARAPOVA 6-4 6-0

I precedenti tra le due sono andati finora a blocchi, con cinque vittorie iniziali di Masha, poi quattro della cinese, infine, nel 2012, ancora tre successi della russa. Negli Slam la Li ha vinto l'ultimo incontro, la semifinale 2011 di Parigi (vinse poi in finale contro Francesca Schiavone), ma la Sharapova è avanti 3-1, sebbene il successo più recente risale al 2009, sempre al Roland Garros.

Proprio alla terra battuta è legato il ricordo più vivo, nella loro rivalità, con il trionfo romano di Masha al tie-break decisivo in condizioni al limite della praticabilità, causa condizioni meteo avverse.

I due restanti precedenti 2012, entrambi sul cemento outdoor, assomigliano ai risultati che ha visto finora protagonista la n.2 del mondo, capace di tritare la cinese 63 60 a Miami e 64 60 a Pechino.

La Li è alla quarta semifinale major in carriera ed è già certa di tornare n.5 del mondo; alla Sharapova, di gran lunga la più esperta a queste vette tra le quattro contendenti rimaste (è alla sedicesima semi Slam) Melbourne è particolarmente cara, dal momento che qui ha giocato cinque semifinali e tre finali: in nessun altro Slam ha fatto tanto.

Inoltre la siberiana gioca anche per la prima posizione mondiale. Per raggiungere tale traguardo deve assolutamente arrivare in finale e, in quel caso, deve o battere Vika Azarenka o sperare che quest'ultima perda in semifinale da Sloane Stephens: in tal caso l'esito della finale diventerebbe ininfluente ai limiti del ranking, in quanto Masha tornerebbe n.1. Pur essendo stata sconfitta, anche Serena Williams ha tuttora chance di ritornare regina: questo avverrebbe in caso di ko in semifinale di Masha e di mancata vittoria del titolo di Vika (che perda in semi o in finale non importa).

Per quanto la cinese abbia giocato una buona partita contro Aga Radwanska, difficilmente saprà fare lo sgambetto a una Sharapova determinata e dominante come poche altre volte in passato (sebbene le avversarie affrontate siano tutte state di seconda fascia).

[1] VICTORIA AZARENKA (BLR #1) vs. [29] SLOANE STEPHENS (USA #25)
Nessun precedente


Il giorno dopo è sempre il peggiore. E' quello in cui migliaia (miloni, se si considera quelli sparsi in tutto il mondo) di occhi ti guardano avidi di conferme. Sarà difficile che Sloane Stephens, prima teenager in una semi Slam dal 2009, riuscirà a saziare quegli occhi. Troppo poco il tempo per recuperare dall'uragano di entusiasmo, felicità e attenzioni che la vittoria su Serena Williams ha creato. Senza dimenticare che la giovane stella statunitense viene da tre match molto intensi sia dal punto di vista mentale che fisico: 1 ora e 49 per battere la Robson, quattro minuti in più per avere la meglio sulla Jovanovski, 2 ore e 17 infine per il successo finora più grande della sua carriera.

Vika Azarenka ieri ha impiegato mezz'ora di meno per avere la meglio su una ritrovata Svetlana Kuznetsova; certo, il primo set è stato estremamente lungo e intenso, ma il secondo è filato via liscio, per l'ora e 17 minuti di gioco complessivo. E comunque la bielorussa è molto più abituata a questi livelli, dentro e fuori il campo. Da 12 match imbattuta a Melbourne, non perde in uno da Slam da una giocatrice classificata alla 25a posizione (o peggio) da NY 2011, quando venne sconfitta al terzo turno dalla n.27, una certa...Serena Williams.

La Stephens è in termine di classifica la peggior semifinalista Slam dalla Kerber degli US Open 2011, n.92. Se l'americana raggiunge la finale batterebbe il record di Sara Errani, finalista lo scorso anno a Parigi come n.24 del mondo. Già n.17 con questo risultato, arriverebbe a un passo dalla top 10 in caso di successo.

Il suo cammino probabilmente si concluderà qui, ma ad ogni modo il suo arrivo è una bellissima notizia.

NO. 1 NOVAK DJOKOVIC (SRB) v NO. 4 DAVID FERRER (ESP)
Precedenti: 9-5

2004 Bucharest  Clay (O) R16 Ferrer  46 64 64
2007 AMS Indian Wells Hard (O) QF Djokovic 63 64
2007 AMS Monte Carlo Clay (O) R16 Ferrer  75 64
2007 US Open  Hard (O) SF Djokovic 64 64 63
2007  TMC Shanghai  Hard (I)  RR Ferrer  64 64
2008 Australian Open Hard (O) QF Djokovic 60 63 75
2009 Dubai   Hard (O) FR Djokovic 75 63
2009 Davis Cup (WG-1R) Clay (O) R1 Ferrer  63 63 76(4)
2010 Beijing   Hard (O) FR Djokovic 62 64
2011 Madrid-1000  Clay (O) QF Djokovic 64 46 63
2011 ATP World Tour Finals Hard (I)  RR Ferrer  63 61
2012  Australian Open  Hard (O) QF Djokovic 64 76(4) 61
2012  Miami-1000  Hard (O) QF Djokovic 62 76(1)
2012 US Open  Hard (O) SF Djokovic 26 61 64 62


A un livello puramente numerico sembrerebbe quasi una partita: 9-5 è tutto sommato un bilancio onorevole. Poi approfondendo si vede che l'ultimo suo successo è arrivato grazie all'incontro con un Djokovic stremato dal 2011 monstre, che non ha mai vinto sul cemento outdoor, che negli Slam in quattro precedenti - tutti sull'appena citata superficie - ha vinto la miseria di un set e solo grazie a condizioni atmosferiche a dir poco particolari (il fortissimo vento che investì Flushing Meadows, prima della sospensione e del rinvio al giorno dopo); e che, come direbbe Rino Tommasi, le sorprese possono arrivare solo quando lo sfavorito gioca un tennis completamente diverso da quello del favorito.

Non è il caso di David Ferrer, che non si capisce a quale santo possa rivolgersi affinché possa raggiungere la sua prima finale Slam in carriera (a 30 anni e 300 giorni diventerebbe il quarto più vecchio dell'Era Open). Il cuore, le gambe, la mobilità, l'anticipo e un cervello tattico di primissima categoria, certo...tutte caratteristiche che però Nole - che aspira, a 25 anni e 250 giorni, a diventare il settimo più giovane a raggiungere dieci finali Slam, dietro a Borg, Wilander, Nadal, Sampras, Federer e McEnroe - possiede ad un livello ben superiore.

Improbabile che un infaticabile guerriero come Ferru sentirà sulle gambe il match contro Almagro, sì finito al quinto ma tutto sommato veloce, 3 ore e 44 minuti (anzi, complessivamente per raggiungere questa semi è rimasto in campo più Djokovic: 13 ore e 8 contro 11 e 19), ma gli mancano soluzioni tattiche ed armi per mettere in difficoltà il serbo: il suo dritto a sventaglio va a stuzzicare il rovescio lungolinea di Djokovic, il preciso ma non potente servizio farà probabilmente il solletico alla migliore risposta del circuito, le capacità di corsa e di una difesa in pressing, ad anticipare, come già detto, sono pane (senza glutine) anche di Djokovic. E per quanto sia un giocatore che non disdegni soluzioni a rete ad accorciare il punto, non gli si può chiedere un match 3 su 5 votato a quella filosofia di gioco (anche perché emergerebbero prepotentemente i limiti tecnici).

Certo, dovesse arrivare il vento di New York e rimanere per almeno tre ore...

Riccardo Nuziale

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