25/01/2013 23:21 CEST - Australian Open

Federer, l'orgoglio non basta Murray campione vero

TENNIS - Murray dimostra di essere un campione. Fa tutto bene: più ace, più punti al servizio, più vincenti, prime più veloci. Ma Federer dimostra un cuore, uno spirito competitivo raro. Murray vince 64 67 63 67 62. Murray potrebbe diventare il primo giocatore dell'era Open a vincere il secondo major nello Slam successivo al primo trionfo. Da Melbourne, Roberto Salerno

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Australian Open 2013, Andy Murray
Australian Open 2013, Andy Murray

Murray b. Federer 64 67 (5) 63 67 (2) 62

Il boato che la Rod Laver Arena ha riservato all'ingresso in campo di Roger Federer era da far accapponare la pelle. A lui si chiedeva di risollevare il morale di un pubblico un po' avvilito dalla terribile semifinale di ieri sera, in cui uno straripante Djokovic aveva annientato il povero Ferrer. Forse anche Murray ha pensato che questa gente meritasse di vedere un'altra versione del ragazzo di Dunblane. Non quella indecifrabile dei primi turni, facili ma vinti con quell'indolenza che tanti guai ha apportato all'appeal dello scozzese; ma il giocatore fantastico, con il rovescio che forse è il migliore del mondo, Djokovic permettendo, con un dritto che è diventato solidissimo e con un servizio spaventoso.  E l'inizio folgorante, con un vincente di dritto violentissimo dello scozzese, serviva a chiarire subito che oggi le cose sarebbero andate diversamente rispetto agli slam. In tanti pensavano che la chiave dell'incontro potessero essere la prima di Roger e il servizio di Murray. Ebbene mentre lo svizzero ha iniziato mettendo dentro soltanto 8 prime su 19, lo scozzese era inavvicinabile. Già nel primo game Federer ha dovuto fronteggiare una palla break, annullata con la seconda. Murray invece, tranne un problemino al terzo game in cui ha concesso una palla break, situazione risolta con un ace, non ha mai avuto problemi nel tenere il suo turno di battuta. Nel terzo game alla quarta palla break del game un meraviglioso dritto incrociato, non sarà l'ultimo, concede il vantaggio allo scozzese. La partita procede abbastanza lentamente perché nel game successivo c'è l'accennata complicazione del game in cui serve Murray; ci vorranno 24 minuti per fare 4 giochi andatura di crociera poco usuale per una partita di Federer. E' comunque l'ultimo sussulto del set perché le due palle break annullate da Federer nel settimo game cambiano poco, e quando al decimo game Murray serve per aggiudicarsi il primo parziale è impeccabile, come sempre, al servizio. Ingiocabile sul servizio Murrau, troppo poco incisivo Federer sulla propria battuta per fare partita pari il match sembra segnato, Federer va per la prima volta nel torneo sotto di un set mentre Murray continua a non far neanche avvicinare gli avversari.
Il secondo set è forse il più “pulito” del match. I due giocano con grande attenzione e nessuno si avvicina alla palla break. Il tiebreak è inevitabile. Questo giocatore nuovo che è Federer, sul tiebreak è diventato inscalfibile. Neanche l'errore che lo porta subito 0-1 lo turba, anzi a Murray volano via due dritti, fuori di qualche metro, che gli permettono di volare sul 4-1. Sul 4-3 Murray si riprende il minibreak ma il punto decisivo lo giocano sul 5 pari, quando Federer riprende uno smash troppo leggero di Murray e con uno splendido rovescio incrociato chiude il punto. Sul servizio successivo dello svizzero una gran prima costringe ad un'affannosa difesa Murray che non riesce ad essere efficace: 1 set pari. Il pubblico adesso è in delirio il “let's go Roger lets's go” arriva fino a Flinders Street e l'arbitro deve metterci del suo per riportare tutti alla calma. Murray comincia con un altro cipiglio il terzo set, si porta subito a palla break ma Federer stavolta è bravo a buttare fuori dal campo lo scozzese con un dritto incrociato. Il servizio di Murray rimane inavvicinabile e anzi nel sesto game lo scozzese va 0-40 grazie ad una risposta folgorante e a due errori gratuiti di Federer. Lo svizzero non riesce ad uscire fuori dalla buca e Murray - che continua ad essere implacabile col proprio servizio - chiude il set con un ace.

A questo punto nessuno allo stadio scommetterebbe più tanto sullo svizzero. Per quanto abbia provato a variare il gioco Murray era troppo efficace praticamente in tutti i settori del gioco, dal servizio alla risposta di dritto, dall'attacco alla risposta di rovescio. Insomma dovrebbe succedere qualcosa di insolito per riaprire il match. E inspiegabilmente qualcosa accade. Murray sbaglia tre rovesci di fila e torna a concedere dopo più di due ore addirittura tre palle break. Lo scozzese riesce ad annullare le prime due ancora con ace ed una prima vincente ma a al terzo capitola e dopo una gran difesa di Federer non riesce a tenere il dritto incrociato in campo. Ma il Murray di stasera non si scoraggia neanche quando è sotto 41. Tiene il servizio e va sotto 30-15 e poi approfitta del fatto che allo svizzero comincia a mancare una certa lucidità e un tentativo di contropiede finsice esattamente dov'è posizionato Andy. Troppo semplice per lui chiudere raccogliendo a rete l'ennesima disperata difesa di Federer.

Ma le 3 ore di gioco evidentemente si fanno sentire e Murray adesso non è più così preciso al servizio, e Federer con un passante fortunato e un dritto sulla riga esterna si porta ancora a palla break. Stavolta lo svizzero la gioca male e sparacchia un dritto in corridoio. Un rinfrancato Murray riesce a tenere il servizio in un game tesissimo in cui ha avuto 3 volte la palla del game. Ormai si gioca punto su punto e lo spettacolo cresce, soprattutto grazie a Murray che comincia a tirare pallonetti con la schiena rivolta verso la rete e dritti fantastici, ma los vizzero non molla, si aggrappa alla sua enorme classe e riesce a tenere il servizio. Non ci riuscirà la volta successiva quando Murray brekkerà addirittura a zero Federer. A questo punto sembra davvero finita, Murray va a servire per il match, si porta prima 15-0 e poi a due soli punti dal match. Qui porima subisce un grande attacco da Federer, poi lo svizzero gli gioca un rovescio spaventoso in contropiede e infine sulla più comoda delle palle in mezzo al campo riesce ad angolare eccessivamente il dritto. Tiebreak! Davvero incredibile. Ed è un Murray frastornato che perde i primi due punti del tiebreak, si porta sul 2 pari e poi finisce in balìa dello svizzero che con 5 punti consecutivi allung ala partita al quinto. Ma Murray adesso non è più quel giocatore che si lamentava e abbandonava la partita. Un po' di lamento gli è rimasto ma con la testa torna immediatamente nel match. Strappa immediatamente il servizio a Federer, torna a non rischiare più nulla sul proprio servizio e chiude molto meritatamente allo scoccare della quarta ora sul servizio di Roger.

La cronaca forse non rende il dovuto onore ai due grandissimi protagonisti della serata di stasera, di cui uno, 25 anni, era visibilmente più forte dell'altro, 31 anni. La sottolineatura dell'età è per ricordare che il tempo non passa invano e se ha dato a Roger un acume tattico sconosciuto, grazie forse anche a Paul Annacone, e un rovescio probabilmente migliore di quello dei tempi belli, gli ha inesorabilmente tolto due armi che un tempo erano devastanti: il servizio, col quale arrivano troppo pochi punti gratuiti, ma soprattutto il dritto, che mille e mille volte gli ha tolto le castagne dal fuoco. Senza quel dritto Roger è dove è giusto che sia, al terzo posto della classifica del ranking. Questo non toglie nulla ad un meraviglioso fuoriclasse che nel momento in cui si è reso conto di dover provare qualcosa di diverso con umiltà si è messo a lavorare sempre di più, diventando persino tignoso da regale che era. Dobbiamo essergli grati e ci mancherà terribilmente quando non lo vedremo più nei campi da tennis.

Gli altri due, che giocheranno la finale dopodomani sono più forti, non c'è molto da dire. Per fortuna di tutti noi sono due grandi giocatori, Djokovic ha mostrato, al di là magari di atteggiamenti che possono sembrare discutibili, di non essere un semplice bruto picchiatore e Murray, beh Murray se continuerà ad essere come quello di oggi ci regalerà molte altre partite indimenticabili. A cominciare da domenica.

"Sono sempre stato sotto nel punteggio" ha detto Federer in conferenza stampa, "è stato più un inseguimento. Un paio di volte sono riuscito a raggiungerlo. E' stata una partita dura, penso di aver avuto qualche chance, ma è inevitabile uscire da un match in cinque set con qualche rimpianto. Ma Andy ha giocato meglio di me oggi. All'inizio ho faticato a trovare le misure, ho dovuto adattare un po' il mio tennis al suo modo di giocare. Speravo di fare un po' meglio ma sono soddisfatto del mio torneo, anche se non è mai troppo facile accettare di perdere al quinto".

Federer minimizza quanto accaduto sul 6-5 nel quarto set, quando c'è stata un'occhiataccia con Murray e con ogni probabilità ha gridato verso lo scozzese qualche parola non troppo amichevole. "Niente di che, ci siamo guardati, ma in tre ore e mezza di partita ci può stare. Per me non è niente, spero valga anche per lui".

Anche Murray si sforza di ridurre l'importanza dell'episidio: "Cose come questa capitano tutti i giorni sul campo da tennis. E sono comunque niente rispetto a quello che puoi sentire nelle partite di basket o di calcio. A volte hai bisogno di trasferire le emozioni in campo, lui ha alzato il suo livello di gioco, ha tirato due colpi sulla riga, è stato più aggressivo dopo quel momento". Non è rilevante quello che ha detto, prosegue Murray, "non conta niente: capita, soprattutto negli sport individuali. Federer sono certo non ne parlerà e io non ho interesse a discuterne. Volete farne una grande questione ma non è affatto così".

 

Da Melbourne, Roberto Salerno

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