27/01/2013 17:27 CEST - Australian Open

Djokovic, tre volte re E' nella storia degli Australian Open

TENNIS - Djokovic è il primo giocatore a vincere gli Australian Open per tre anni di fila. Djokovic si impone 67 76 63 62. Murray ha mancato diverse occasioni nel secondo set. Djokovic più tonico nel terzo e quarto. Una vescica, invece, frena lo scozzese. Da Melbourne, Daniele Malafarina

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Australian Open 2013, Novak Djokovic
Australian Open 2013, Novak Djokovic

Djokovic - Murray 67 76 63 62

Djokovic e la supremazia dell’anaconda.

Finisce con il terzo trionfo consecutivo per Novak Djokovic questa edizione dell’Australian Open. I vincitori del singolare maschile e femminile confermano i verdetti dell’anno passato ed Andy Murray aggiunge mestamente un’altra voce alla già lunga lista di finali dello slam perdute.
Quanto lo scozzese sia stato condizionato dalla vescica al piede destro che ne ha limitato i movimenti sarà chiaro solo dopo la conferenza stampa. E forse neanche dopo quella.
La partita non è stata esaltante nè per l’andamento del punteggio nè per il gioco espresso. Per due set e mezzo l’unica ‘speranza’ espressa dagli inviati in tribuna stampa riguardava i possibili record di durata. Due set senza break della durata di oltre un’ora ciascuno facevano ben sperare. Invece lo scozzese ha ceduto nel terzo set lasciando via libera a Djokovic ed alla supremazia dell’anaconda.

L’anaconda è un serpente non velenoso che vive nelle foreste pluviali del sud America. Per uccidere la preda l’anaconda le si avvolge attorno stritolandola lentamente ed inesorabilmente.  E nella finale di oggi è sembrato a lungo di vedere due serpenti lottare uno contro l’altro. Con Djokovic/anaconda che ha saputo avvolgersi lentamente attorno alla vittima, lasciandogli l’illusione di una certa libertà di movimento. Illusione che ad ogni spasmo dell’avversario chiudeva Murray sempre più stretto tra le spire letali del tennis del serbo. Djokovic gioca bene anche quando non gioca bene e sa avvolgersi attorno alle debolezze dell’avversario subendone l’iniziativa quando necessario e stringendo la propria morsa alla prima occasione. Il risultato è che un Murray ad inizio secondo set avrebbe potuto pensare di essere in vantaggio mentre in realtà stava lentamente sprofondando nella morsa del numero uno del mondo. Djokovic vince meritatamente e diventa il primo giocatore nell’era Open a vincere il torneo per tre anni consecutivi. Murray, oltra alla vescica, può prendersela con l’incapacità di capitalizzare il vantaggio che aveva costruito all’inizio del terzo set.

In avvio è Murray ad apparire più solido e centrato, seppur non servendo bene come nel match con Federer e commettendo qualche errore non forzato di troppo, lo scozzese sembra più padrone del campo mentre Djokovic fatica con gli spostamenti e l’aderenza delle suole. Nonostante ciò nel primo set è Djokovic a non sfruttare 4 occasioni di fare il break al sesto gioco ed una all’ottavo mentre Murray in sei turni di battuta del serbo solo una volta arriva a 40. La partita si trascina al tie break con pochi guizzi di qualità e molti errori non forzati. Tutti e due sono prevalentemente due metri dietro la riga di fondo, che non è una novità, ma tutti e due giocano molto corto, con palle che spesso faticano a superare la riga del servizio.
Il tie break è un cortese regalo di Djokovic al numero tre del mondo. Il serbo esordisce con un doppio fallo, confeziona un paio di gratuiti e si trova subito sotto 6 punti a 1. Murray chiude il parziale per 7 punti a 2 in 68 minuti.

Murray tiene il servizio nel primo gioco del secondo set con Djokovic che neanche accenna a rispondere sul 40-0. Qualche dubbio che il serbo possa avere qualche difficoltà fisica è legittimo, soprattutto dopo che nel game successivo Djokovic si trova sotto 0-40 con tre errori gratuiti ed un parziale di 16 punti a 2 dalla fine del primo set. Invece le spire di Djokovic si stanno avvolgendo attorno allo scozzese senza che questi ne sia consapevole. Murray non sa sferrare il colpo del ko e permette a Djokovic di rientrare nel game e rimettere il set sui binari dei servizi.
La qualità della partita è scarsa come si evince dal fatto che il primo rovescio vincente di Murray arriva solo al quarto game del secondo set. E così anche il secondo set va al tie break senza che nessuno abbia altre opportunità sul servizio dell’avversario. Il tie break sfugge a Murray per una piuma. Letteralmente. Nel quinto punto Murray si ferma tra la prima e la seconda palla per spostare una piuma di gabbiano che sta cadendo sul campo. Commette doppio fallo e concede il mini break che gli costerà il set. Sono passate due ore e tredici minuti, un set pari, senza break, ma la partita è girata.
Durante il cambio di campo Murray chiede un MTO per farsi trattare una vescica al piede destro. Si vede chiaramente che il piede perde sangue e gli spostamenti dello scozzese ne sono condizionati. Paradossalmente la qualità del gioco migliora mentre le condizioni di Murray peggiorano. A metà terzo set lo scozzese ha tre punti più del serbo ma il vento è cambiato. All’ottavo gioco arriva il primo break della partita. Djokovic allunga cinque a tre grazie ad un errore di dritto di Murray. Sono passate due ore e 52 minuti. Poco dopo Djokovic chiude il set ed in pochi credono che Murray possa girare la partita. Una volta che l’anaconda ha la preda in suo possesso non c’è modo che questa si liberi. Ogni movimento, ogni reazione contribuiscono di più ad intrappolare la vittima che finsce lentamente ed inevitabilmente stritolata. Con un break al terzo gioco ed un altro al quinto Djokovic prende il comando delle operazioni e del punteggio senza lasciare più alcuno scampo a Murray. Il quarto set si chiude per 6 a 2 in 46 minuti.

Durante la premiazione Murray è comprensibilmente triste ma non a terra. Forse consapevole del fatto che oggi non poteva fare di più: "Congratulazioni a Novak ed il suo team, perchè non si arriva in vetta da soli e quindi hai bisogno di un gran team attorno a te. Come il mio anche, che mi ha aiutato sempre.” Parole di rito, senza lacrime per lo scozzese che qui ha perso già tre finali. Agassi presenta la coppa a Novak Djokovic il quale pure si congratula con Murray per il torneo e per la rivalità cui stanno dando vita ed augurandosi di ritrovarlo in finale per molti altri tornei. Oltre ad un augurio è una previsione che si realizzerà quasi sicuramente. Con l’incertezza sulle future condizioni di Nadal, con gli anni che su Federer si fanno sempre più sentire, con i giovani che stentano a trovare la condizione atletica necessaria per competere a questi livelli è facile prevedere che Djokovic e Murray si divideranno ancora molte finali nell’immediato futuro. Sappiamo che sono in grado di fornire uno spettacolo eccezionale. Così è stato qui l’anno scorso o a Roma nel 2011. Speriamo quindi che il livello delle loro prossime sfide sia equiparabile al loro attuale status di campioni. Per oggi Murray la coppa la guarda ancora da sconfitto. Ha vinto l’anaconda. Ancora. Meritatamente.

Ascolta la conferenza stampa di Djokovic

Ascolta le parole di Murray

Da Melbourne, Daniele Malafarina

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