01/02/2013 12:44 CEST - Coppa Davis

ItalDavis: tutto si complica Forfait Fognini, gioca Lorenzi

TENNIS - Coppa Davis: A Torino contro due soli giocatori che prediligono entrambi il cemento l'Italia deve essere considerata favorita di misura. Forfait di Fognini: in dubbio anche il doppio. Al 51 per cento se la febbre di Fognini non la retrocede al 49. Dopo la prima giornata un 2-0, per qualunque delle due nazionali, sarebbe una sorpresa. Come, sabato sera, un 2-1 per la Croazia. Ubaldo Scanagatta

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Paolo Lorenzi
Paolo Lorenzi

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta

TORINO _ Il giorno dopo che il Presidente della Federtennis ha annunciato in pompa magna ed ufficialmente nella sede del proprio partner Gazzetta dello Sport di aver commissionato ad alcuni professori uno studio sulla televisione di …Stato Supertennis per “un po’ meno di 100.000 euro” (sono briciole, suvvia, rispetto a quanto costa tutta la baracca amministrata dallo zio del Presidente anno dopo anno: s epoi mancano i soldi per sostenere l’attività giovanile pazienza) _ e quello studio ha ottenuto l’imprimatur della Bocconi sebbene perfino a prima vista ci siano delle imprecisioni notevolissime sulle quali mi riprometto di tornare, compresi i mancati riferimenti ai costi dell’operazione Supertennis tv _  eccoci nella sala consiliare del municipio di Torino.

Due le assenze di rilievo, il sindaco Piero Fassino, che ha ben altro di cui occuparsi, e Fabio Fognini che, febbricitante, è rimasto in albergo. Giocherà Fabio questo venerdì o non giocherà? Lo sapremo solo vivendo.

“Fino ad un’ora prima del match _ quindi fino alle 13 meno un minuto visto che Fognini è stato sorteggiato contro il n.1 Marin Cilic per il primo singolare in programma alle 14 _ posso decidere la sua sostituzione” dice Barazzutti che però fa capire di puntare sul recupero del tennista di Arma di Taggia.

Non dovesse farcela recuperare il prode Fognini, qui sembrano tutti dare per scontato l’inserimento al suo posto dell’altrimenti panchinaro Lorenzi, n.61 del mondo. Ciò forse perché a Bolelli, n.80 e fino a non tanto tempo fa molto più considerato del romano di Siena (e di comprovata fede calcistica viola) Lorenzi, toccherà certamente giocare il doppio: accanto a Fognini, se Fabio si sarà rimesso e sarà in grado di giocare (ma per tre giorni di fila?). In alternativa accanto a Seppi.

I croati questi dubbi non li hanno. Di veri giocatori ne hanno solo due, i due bisillabi e pentalettere Cilic e Dodig. Se si ammalasse uno dei due sarebbero fritti, perché loro devono fare tutto, singolare e doppio. Salvo che chiudano sul 2-0 per loro la prima giornata.

Marin Cilic, vecchia conoscenza e come semrpe cortesissimo, mi dice che purtroppo la crisi economica si è fatta sentire anche, e più forte ancora, in Croazia. Gli chiedo dei vecchi amici e colleghi Neven Berticevic, di Gordan, di Darko, nessuno è venuto a Torino. Come sono cambiati i tempi da quando al seguito di Goran Ivanisevic venivano a frotte perfino in Australia, per non parlare ovviamente di Wimbledon. Anche a Roma, quando la Croazia battè l’Italia al Foro Italico per un doppio perso dagli azzurri per un paio di doppi falli di Navarra erano venuti in tanti.

“Qui c’è un solo giornalista croato che è il media-representative per la federazione croata…mancano i soldi purtroppo e i giornali sono in crisi” mi dice Marin. E l’unico collega croato scuote desolatamente la testa quando gli dico: “Ma come federazione non potevate cercare di aiutare qualcuno a venire?”, una domanda che non avrei mai rivolto alla nostra FIT già conoscendone la risposta e la nota sensibilità al riguardo. Ma chissà che i croati non nutrano maggior considerazione per i giornalisti…Difatti lui: “Ci abbiamo provato: gli abbiamo detto che avremmo pagato l’aereo…ma non avevano i soldi per l’albergo e i pasti”. Che tristezza, ragazzi.

La cerimonia del sorteggio è preceduta da una lunga diatriba fra i rapresentanti dell’ITF che pretendono che il logo della Davis, con i suoi sponsor, campeggi dietro l’urna dalla quale di fatto deve uscire soltanto un biglietto, quello che si accompgna al nome del primo giocatore. Ormai, da tempo, il sorteggio non serve altro che a decidere l’ordine degli incontri della prima giornata, perché che giochi il n.1 di una nazione contro il n.2 dell’altra è risaputo, scontato, inevitabile.

Come esce il nome di Marin Cilic i giochi sono fatti. Tocca per primo a lui contro il “desaparecido” Fognini, che tutti si augurano _ salvo i croati _ che ricompaia bello e vigoroso questo venerdì. Perché se un Fognini in giornata di vena, tipo quello ammirato a Parigi contro Monfils, può anche riuscire nel miracoloso exploit di far gara uguale con il n.12 del mondo (che magari sulla terra vale un po’ meno: facciamo n.20?), mica si gioca sul “duro”.

Sul “duro” Cilic con una semifinale all’Australian Open e 3 quarti di finale negli Slam sul cemento, avrebbe fatto più paura, anche se a furia di allenarsi a Sanremo, qualcosina su come si gioca anche sulla terra rossa il buon Marin di certo l’ha imparato. Dal’alto del suo metro e novantotto fan paura i suoi servizi, sia la prima sia la seconda palla. “Rimbalza alta _ dice Seppi che ci ha giocato contro ben 10 volte vincendone cinque _ e se non avessi vinto a Melbourne quindici giorni fa avrei probabilmente avuto meno fiducia nelle mie possibilità. Ci avevo perso tre volte di fila”.

Cilic sa bene che deve cercare di portare tre punti a casa, ma non lo dice, anche perché la domanda che gli viene fatta è un po’ un assist ad una risposta banalotta. “Ti senti più il n.1 o parte di una squadra?”.
La risposta, inevitabile, è: “Parte di una squadra”.  Dodig ricorda con piacere di non essere poi così scarso sulla terra rossa: “A Barcellona contro la Spagna mi sono fatto valere, so che i miei sperano che io porti un punto…e gli altri li deve fare Marin”.

In effetti le cose stanno così. Dodig potrebbe anche limitarsi a portare mezzo punto, quello del doppio con Cilic, anche se a questo punto dopo due semifinali negli ultimi due Slam US e Australian Open, Fognini e Bolelli partirebbero probabilmente favoriti. Salvo che, per quegli strani giochi del destino, fossero loro a patire la natia terra rossa.

Barazzutti dice al collega Stefano Semeraro: “Meritiamo un posto tra le Big e Seppi è vicino ai primi 10”. Se l’Italia raggiungesse finalmente i quarti come non c’è più capitato dal ’98 (quando raggiungemmo addirittura la finale con la Svezia dopo l’epica impresa di Milwaukee costruita da Gaudenzi e Sanguinetti) affronteremmo la Spagna in casa o _ a questo punto più probabilmente forse… _ il Canada fuori casa come da sorteggio.

In Canada la Spagna si presenta senza i suoi migliori, Nadal, Ferrer, Almagro, Feliciano Lopez, Verdasco, una vera emorragia. Lo avesse immaginato, chissà, forse Juan Carlos Ferrero avrebbe rinviato il prepensionamento. Garcia Lopez, Granollers e Marc Lopez (pur vincitori della Masters Cup a Londra) e Ramos non mi paiono in grado di far fuori Raonic e Pospisil o Dancevic (con Nestor doppista di scorta) sul cemento. Però non si sa mai.

Ma per parlare degli eventuali quarti del 5-7 aprile c’è tempo. Io dico solo che dovremmo poterli raggiungere, anche perdendo i due singolari con Cilic. Seppi e Fognini, se Fabio si riprende almeno nella terza giornata, con Dodig dovrebbero poter vincere (anche se Dodig ha vinto con Fognini l’unico confronto diretto), e così il doppio.

Se invece Fabio o non stesse bene oppure anche partisse con il piede sbagliato sul 2 pari e cominciasse a dare i numeri, a invocare alibi, beh allora saremmo nei guai.

Oggi fra un Fognini all’80 per cento, e con alle viste un possibile impiego sia nel doppio sia sull’eventuale 2 a 2, voi lo mettereste in campo? O schierereste Lorenzi? Oppure Bolelli? Io penso che dei tre solo un Fognini in grande giornata potrebbe battere un Cilic in giornata così così, ma magari sbaglio. Mi aspetto vostri commenti e suggerimenti al riguardo.

Non è una scelta facile se Fognini dice di sentirsi di giocare. Lo è solo se dice che non se la sente.
Bolelli: “Il campo stamani era più morbido, all’inizio era più veloce. Questo mi pare sia a nostro favore. Ma Seppi sta giocando molto bene anche sul ”veloce” ...”

Per quantro mi riguarda, sono curioso di vedere se il Palavela sarà pieno come dicono. La Gazzetta ha fatto un gran battage, e ai circoli torinesi si è chiesta molta collaborazione, non solo per i campi su cui allenarsi, ma anche per aiutini e dettagli di pochissimo conto…salvo poi dimenticarsi di invitarne  i dirigenti alla cena ufficiale di giovedì sera nella magnifica e lussuosissima Reggia di Venaria o mettere a loro disposizione almeno qualche biglietto...di riconoscenza.

Se il Palavela fosse tutto stracolmo come un uovo _ 6909 sono i posti _ tanto rigore sarebbe un tantino più giustificabile, ma non del tutto. Del resto quando la Federtennis decise di abbandonare il primo organizzatore  che aveva vinto regolarmente l’asta bandita dalla FIT  per Italia-Croazia (Alagna più Stampa Sporting) per mettersi nelle mani della RCS _ una scelta che il bando le permetteva _  il prestigioso circolo torinese fu informato a cose fatte, quando almeno una telefonata di preavviso avrebbe potuto essere fatta per una questione di pura educazione. Ma così va il mondo. Con lo spettacolo che ci danno quotidianamente i nostri politici in questi tempi preelettorali, parlare di buona educazione oggi può far solo sorridere.

A questo punto quel che conta è vincere questa sfida e far bella figura in campo internazionale. “Il campo poggia su un basamento di 300 tonnellate di lapilli vulcanici, sulle quali sono stati posati 250 quintali di sottomanto (argilla più polvere di mattoni)…prima d’essere bagnato e consolidato con l’impianto di riscaldamento”  leggo sulla Stampa di oggi. Ci sono voluti 3 giorni pieni di lavoro. Fino a due settimane fa lì c’era la pista del ghiaccio. Il campo lo ha realizzato la stessa ditta che l’aveva fatto per Italia-Ucraina a Biella. Il manto compattato aveva uno spessore di 6 centimetri. Qui è stato ridotto a 4.

I giocatori l’hanno trovato di loro gradimento, compresi i due croati di Medjugorje in pellegrinaggio a Torino. Salvo ripensamenti post-match. Buona Davis a tutti.

Ubaldo Scanagatta

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