03/02/2013 21:48 CEST - COPPA DAVIS

Fognini batte Dodig. Italia di nuovo tra le prime 8

TENNIS - Perso il primo set, Fognini fa valere il suo superiore tasso tecnico e supera Dodig 46 64 64 64, dando il punto decisivo all'Italia per un quarto che mancava da 15 anni. Karim Nafea (con commento di Rino Tommasi)

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Marin Cilic
Marin Cilic

Cilic b. Seppi 63 63 75

E’ mancata la determinazione nei punti importanti. Oggi, in campo, s’è rivisto il Seppi deteriore, incapace di sfruttare le occasioni e quasi mai in grado di ribaltare una situazione di svantaggio. Benchè Cilic sia giocatore di maggior talento, classifica e caratura Andreas aveva dimostrato di poterlo battere, superandolo in  entrambe le sfide giocate sulla distanza dei cinque set (6-1 al quinto nello scontro Davis del 2008 e 6-2 al quinto a Melbourne una quindicina di giorni fa).
Si vede che se non sono maratone non vanno bene.

Perché stavolta, per la prima volta in questo tie, sono bastati tre set a designare un vincitore.
Inizialmente Seppi aveva retto alla prevedibile partenza sprint del croato (7 ore di gioco tra venerdì e sabato) annullando due palle break. Le prime fasi sembravano andare a favore dell’altoatesino, bravo a spostare Cilic sulla linea di fondo e quasi mai in difficoltà sullo scambio.
L’azzurro però manca due palle break per prendere il controllo del match e, dopo aver perso il game, concede il break, lasciando via libera al numero 13 del mondo.
Cilic, per una volta sicuro e preciso nello sfruttare le chance, non si fa pregare e chiude 6-3.

Nessuno dei due sembra poter fare una sostanziale differenza nello scambio da fondo e, a far la differenza, è la realizzazione col servizio. Cilic domina da questo punto di vista ed allontana ogni velleità dell’altoatesino.

Sopra 6-3 6-3, Cilic è sembrato in leggero calo, permettendo all’italiano di salire 5-3 e di conquistare un set-point. Seppi però non ha avuto la forza di reagire, colpendo l’avversario nel momento di difficoltà e, come ai vecchi tempi, l’ha lasciato tornare in partita (gettando al vento anche 3 palle break sul 5-5). Sul 5-6, poi, è stato semplicemente troppo molle per allungare la partita.

Peccato, perché sarebbe stato un bel sigillo per l’altoatesino, riportare l’italia a vincere un tie nel tabellone principale a 15 anni di distanza dall’ultima volta.
Ora è tutto nelle mani di Fabio Fognini che se la vedrà con Ivan Dodig nel match decisivo per il passaggio del turno.



Fognini b. Dodig 46 64 64 64

Dopo quindici anni l’Italia ritrova i quarti di finale in Coppa Davis. Vittoria al quinto match con Fognini capace di dare lo strappo finale con un Dodig semi-fermo ma ancora combattivo. Dopo il primo set perso, senza capitalizzare il vantaggio di un break (occorso per due volte) c’è stata la paura di un’altra sconfitta “italiana”. Stavolta, invece, era impossibile perdere perché l’occasione era troppo ghiotta e perché il buon Fognini è stato aiutato anche dalla stanchezza accumulatasi nelle gambe fotoniche di Dodig, combattivo fino alla fine.

Il secondo è stato il set della reazione. La tensione non ha fatto prigionieri con entrambi i giocatori incapaci di sfruttare le chance create nei primissimi game della frazione. La corsa e la solidità del croato, fiaccato anche dal peso della situazione, cominciano a scemare: Fognini comincia a dominare gli scambi lunghi,m costringendo Dodig a cercare il vincente rapidamente, nel tentativo di prolungare l’autonomia. Il diritto comincia a vacillare, Fognini si carica, arriva il break. E, per una volta, Fognini si dimostra “giocatore”; il servizio non trema, il break viene confermato, poco dopo il set si chiude 6-4. Fondamentalmente la partita gira in questo momento.

Nel terzo parziale i problemi di Dodig si acuiscono. Il croato tenta di venire a rete più spesso per non essere costretto alla via crucis da fondocampo ma il break ceduto in apertura fa tutta la differenza del mondo. Fognini è bravissimo a farsi trascinare dal pubblico riscoprendo le sopite doti da lottatore. Altro 6-4, il terzo del match.

L’inizio del terzo ricalca da vicino lo spartito di secondo e terzo. Fognini conquista un break e sembra diretto verso una parata trionfale ma il croato si ribella ed approfitta di qualche leggera esitazione dell’azzurro per riequilibrare il match. Fabio, però, riprende subito le redini del match e piazza un altro parziale chiudendo 6-4 anche il quarto e guadagnandosi l’abbraccio della squadra.

Ora Canada o Spagna (molto probabilmente i nordamericani) in quello che sarà il primo quarto di finale Davis da quindici anni a questa parte.

Commento di Rino Tommasi

Alla fine abbiamo vinto e, come diceva il più celebre degli allenatori americani, Vince Lombardi, vincere non è la cosa più importante, è l’unica cosa che conta.

Pur condizionato dal peso di un pronostico favorevole, Fabio Fognini ha impiegato un set per togliersi di dosso le inevitabili paure ed ha vinto in quattro set una partita che non poteva perdere.
Dopo quindici anni l’Italia torna a qualificarsi per i quarti di finale della coppa Davis. Giocherà  probabilmente in Canada, dal momento che i canadesi sono in vantaggio contro una Spagna che non ha voluto scomodare i suoi campioni ed è andata a Vancouver con le riserve.

Andreas Seppi non è riuscito a ripetere in una situazione che avrebbe dovuto essere per lui più favorevole (pubblico e superficie) la vittoria che aveva ottenuto su Marin Cilic in Australia pochi giorni, fa per cui la responsabilità di tutto l’incontro è finita tutta sulle spalle di Fabio Fognini, recuperato dopo la febbre che lo aveva escluso dalla prima giornata e rinfrancato dal contributo fornito nel doppio.

A Seppi non si può rimproverare una sconfitta subita da un giocatore più giovane e meglio classificato ma soprattutto determinato a rispettare le gerarchie all’interno della propria squadra.
La felice campagna australiana, che aveva consentito a Seppi di raggiungere, a 28 anni, la sua migliore classifica, era stata una positiva iniezione di fiducia ma non poteva fare miracoli e cioè trasformare il nostro giocatore in un gladiatore, un ruolo per il quale Andreas non ha né la vocazione e forse nemmeno il gioco.

Seppi è un incontrista capace, nelle migliori giornate, di sfruttare al meglio gli errori e le lacune del suo avversario. In altre parole è legittimo pensare che senza essere un campione Seppi possa occasionalmente battere giocatori più forti di lui ma questo non vuol dire che possa farlo tutti i giorni.

A questo punto la decisione era affidata a Fabio Fognini, fortunatamente messo in piedi dopo la febbre che gli aveva impedito di giocare il primo giorno. Come ho detto Fognini impiegava un set per trovare ritmo e
regolarità sufficienti per tenere a bada il croato Dodig, pericoloso soltanto nel servizio.

Ceduto il primo set Fognini era bravo a mantenere la calma e, consapevole della sua superiorità che gli garantiva buoni margini. Infilava senza troppi patemi i tre set che gli garantivano un successo che non è mai stato in dubbio.

Da Parigi aspettavamo la notizia di una vittoria di Sara Errani che giocava da favorita la finale di un torneo del circuito WTA. Purtroppo la nostra giocatrice, la rivelazione della stagione scorsa è stata battuta in due set molto equilibrati dalla tedesca Barthel, che ha compiuto molti progressi negli ultimi tempi. Alla Errani è rimasta la solita consolazione di una vittoria in doppio accanto alla Vinci.

Intanto a conferma che le gare a squadre hanno perduto gran parte del loro valore, è arrivata la notizia che dopo le sorelle Williams anche la Stephens non giocherà a Rimini in Fed Cup contro l’Italia per cui l’incontro, in programma il prossimo week end, perderà gran parte del suo valore anche se diventa molto più facile per le nostre giocatrici.

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