05/02/2013 13:45 CEST - Interviste

Murray: "Tassiamoci per migliorare i test antidoping"

TENNIS - "Nessuno vuole vedere un caso-Armstrong nel tennis" ha detto Andy Murray. "All'ITF e alla WADA servono più risorse per i test? Prendessero una parte dei nostri guadagni". Alessandro Mastroluca

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Australian Open 2013, Andy Murray
Australian Open 2013, Andy Murray

Una patrimoniale per migliorare la lotta al doping. Questa la proposta di Andy Murray per rendere più efficiente il programma di test dell'ITF. “L'intero mondo dello sport ha imparato molto dallo scandalo Armstrong e nessuno vuole che una cosa del genere accada di nuovo. Soprattutto non voglio che un caso del genere avvenga nel tennis, sarebbe terribile. Per questo, se c'è bisogno, noi giocatori dobbiamo essere pronti a dare una parte dei nostri guadagni per avere un sistema di controlli migliore. L'ITF, l'ATP dovrebbero investire una parte dei nostri soldi nella WADA per avere più controlli. Sul lungo termine, quello che investi adesso poi rientrerà perché alle persone non piace guardare uno sport in cui ogni settimana si legge di scandali legati al doping o di partite truccate”.

Murray e Djokovic si sono divisi, grazie alla finale degli Australian Open, oltre 3 milioni e mezzo di dollari, più del doppio del budget annuale del programma antidoping dell'ITF che  nel 2011 ha raccolto1824 campioni di urine (1023 uomini, 801 donne) e 110 (58 uomini, 52 donne) di sangue durante le competizioni, ma appena 195 di urine e appena 21 di sangue fuori dai tornei.

Proprio Djokovic, durante gli Australian Open, aveva generato ulteriori perplessità confessando: "Non mi hanno fatto controlli antidoping sul sangue negli ultimi sei, sette mesi. Due o tre anni fa venivo testato con più regolarità. Non so perché le cose sono cambiate. Credo comunque che i tennisti siano tra gli atleti più puliti al mondo e che il tennis sia uno degli sport più competitivi. Noi cerchiamo di proteggere l'identità di questo sport".

I top player devono rispondere sempre più spesso a domande sul tema. Federer, durante il Masters, aveva chiesto maggiori controlli fuori dalle competizioni; Nadal, nella recente conferenza stampa a Vina del Mar, ha rivelato di averne effettuati sei sul sangue durante il periodo di inattività. Anche perché il tennis è stato direttamente coinvolto nei casi più recenti e più eclatanti. Da un lato attraverso il dottor Del Moral, il medico della US Postal accusato di dirigere la somministrazione di doping a Lance Armstrong e ai suoi compagni di squadra, che nella sua clinica di Valencia ha ricevuto anche i tennisti della locale accademia.  

Dall'altro attraverso il dottor Eufemiano Fuentes, il principale accusato nel processo seguito alla Operacion Puerto, che ha portato alla scoperta del più esteso caso di doping nella storia dello sport. L'indagine della Guardia Civil spagnola, conclusa nel 2006, ha portato alla squalifica di ciclisti di rilievo come Contador, Basso e Ullrich. Ma tra le oltre 200 sacche di sangue e plasma sequestrate dalla polizia non tutte appartengono ai ciclisti: “Da me venivano anche calciatori, tennisti, corridori” ha detto Fuentes in udienza a  Madrid.

“Per me” ha proseguito Murray, “è essenziale che vengano fuori i nomi di tutti quelli coinvolti insieme a lui. Mi hanno chiesto tante volte, soprattutto ultimamente, se il tennis è pulito e non so più come giudicare se uno sport lo sia o meno. Per me, se anche un giocatore ogni 100 è dopato, quello non è uno sport pulito e dobbiamo fare tutto il possibile per assicurarci che lo diventi, a tutti i livelli. Io conosco il mio regime di allenamento, so cosa entra e cosa esce dal mio corpo e so di essere pulito. Spero che lo stesso valga per gli altri tennisti”.

Una novità potrebbe arrivare a partire dal 2014. Due settimane fa Suart Miller, che sovrintende per l'ITF il programma anti-doping, ha dichiarato a USA Today la volontà di introdurre il passaporto biologico, anche se questo comporterebbe dei costi ulteriori e richiederebbe investimenti nel circuito. “Sarebbe folle sottovalutare il problema nel tennis” ha detto Guy Forget, ”soprattutto oggi che il nostro sport è sempre più fisico”.

Alessandro Mastroluca

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