27/02/2013 20:37 CEST - Approfondimenti
TENNIS - Secondo quanto riferisce USA Today, martedì prossimo i rappresentanti degli Slam si riuniranno a New York. Obiettivo: aumentare da 150 a 300 mila dollari l'anno l'investimento nel programma antidoping. Alessandro Mastroluca
Doping e anti-doping. Una battaglia impari, figlia anche di una disparità di risorse a svantaggio di chi esegue i test. “Se avessimo più risorse ne faremmo di più” ha ammesso Stuart Miller, che sovrintende il programma anti-doping dell'ITF, che nel 2011 ha raccolto1824 campioni di urine (1023 uomini, 801 donne) e 110 (58 uomini, 52 donne) di sangue durante le competizioni. Decisamente meno i test “out of competition”, al di fuori dei tornei: 195 i campioni di urine e appena 21 di sangue. A breve dovrebbero essere resi noti i dati per il 2012.
I big del tennis, dopo gli scandali che hanno toccato il dottor Del Moral, il medico della Us Postal (la squadra di Lance Armstrong) che ha seguito anche i tennisti dell'accademia TennisVal di Valencia, e dopo il processo a Eufemiano Fuentes, primo imputato dopo l'Operacion Puerto, si stanno esponendo più che in passato invocando maggiori controlli. Murray ha anche proposto ai giocatori di "auto-tassarsi", devolvendo una parte dei prize-money all'ITF e alla WADA per intensificare i test.
Secondo quanto riferito da Usa Today, l'appello non è rimasto inascoltato. I rappresentanti degli Slam, che contribuiscono con 150 mila dollari all'anno alla lotta al doping, si riuniranno il 5 marzo a New York per approvare un aumento del 100%, per raddoppiare l'investimento e fornire alla WADA 300 mila dollari l'anno. Ancora non è stato stabilito se anche ATP e WTA, che finanziano insieme agli slam il programma antidoping, approveranno un aumento parallelo.
Per Stuart Miller, che parteciperà al meeting di martedì prossimo, andrebbero potenziati soprattutto i controlli sul sangue fuori dalle competizioni.
Alessandro Mastroluca