02/03/2013 14:10 CEST - Personaggi

Jan Kodes, combattente gentiluomo

TENNIS – Il 1° marzo Jan Kodes ha compiuto 67 anni. Tennista alquanto sottovalutato, fu il primo cecoslovacco ad imporsi in un torneo del Grande Slam nel 1970. Dotato di un gioco elegante e completo, il suo maggior successo fu la vittoria ai Championships del 1973, anche se le circostanze peculiari in cui maturò la resero una vittoria di (forse) non pieno prestigio… Daniele Camoni

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Jan Kodes
Jan Kodes

Prima dell’arrivo sulle scene di Ivan “il terribile” Lendl, già tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta il mondo del tennis ebbe modo di scoprire le notevoli potenzialità della scuola cecoslovacca (fertile vivaio di future generazioni di campioni e campionesse) grazie al gioco elegante e vellutato di Jan Kodes, tennista forse fin troppo sottovalutato ma di buonissimo rilievo in quel decennio che segui l’avvento dell’Era Open.

Nato nel 1946 in quel di Praga, Kodes ebbe diversi momenti di luminoso splendore nel corso della sua carriera, nonostante abbia vinto ben pochi titoli (appena otto) : nel biennio 1970-1971 vinse back-to-back gli Internazionali di Francia (battendo, rispettivamente, Zeljko Franulovic e Ilie Nastase ; per l’edizione del 1970 – e relativi scontri tra federazioni varie - rimando ad un mio precedente articolo sulla divisione dilettanti-professionisti) e nel 1971 e 1973 disputò la finale sugli erbosi campi di Forest Hills, ma il suo nome rimane legato soprattutto all’edizione dei Championships del 1973, passata alla storia come quella del “Wimbledon boycott”. 
 
Cos’era successo ? All’indomani del Roland Garros, Nikola “Niki” Pilic, recente finalista di quella stessa edizione (ahilui, massacrato per 6-3/6-3/6-0 da Nastase) venne sospeso dalla sua Federazione per essersi forse rifiutato di rappresentare i colori nazionali in uno scontro di Coppa Davis contro la Nuova Zelanda : Pilic negò le accuse ma la sospensione non venne rimossa, anzi, a quella della federazione jugoslava si sommò quella della ILTF (International Lawn Tennis Federation).

La squalifica di Pilic, che avrebbe impedito allo stesso di partecipare ai Championships, generò una sorta di “sollevazione popolare” all’interno della neonata ATP che portò all’ormai celebre “Wimbledon boycott” del 1973. Ben 81 tra i migliori tennisti del momento rifiutarono di prender parte al torneo, esprimendo in tal modo solidarietà al loro collega : tra coloro i quali boicottarono i Championships vi furono, tra i tanti, Stan Smith (vincitore l’anno precedente e accreditato dalla tds. #1), John Newcombe (vincitore nel ’67, ’70 e ’71), Arthur Ashe, Ken Rosewall (agguerrito 39enne ed ancora in splendida forma, come dimostrerà raggiungendo la finale l’anno successivo), Tom Okker, Marty Riessen, Roy Emerson, Adriano Panatta, Manuel Orantes ed i sempre pericolosi Marty Riessen, Tom Gorman, Cliff Richey o Bob Lutz. Gli unici giocatori aderenti all’ATP che decisero di partecipare furono Nastase, Roger Taylor e Ray Keldie, successivamente multati dall’ATP stessa.

Ne uscì un tabellone fortemente ridimensionato che vide in finale la vittoria del nostro cecoslovacco Kodes contro il talentuoso ma discontinuo Alexander Metreveli, che nei quarti aveva sconfitto Jimmy Connors ed in semifinale Sandy Mayer, giustiziere di un Nastase (#1 del torneo dopo la defezione di Smith) che forse mai come quell’anno avrebbe potuto centrare un titolo che gli è sempre sfuggito di mano.

Con Kodes non voglio essere né troppo indulgente ma neanche eccessivamente severo, solo semplicemente onesto e corretto : certo, un trionfo a Wimbledon rimane comunque una vittoria sui sacri campi erbosi più prestigiosi ed importanti del mondo, ma le peculiari contingenze storiche dell’epoca ne ridimensionarono forse in parte il valore. Inserisco un doveroso quanto dubbioso “forse” : al di là dell’edizione del 1972 (sconfitto in SF da Smith), il ceco non brillò per nulla nelle precedenti apparizioni (1R nel ’68, ’70-’71, 2R nel ’69), anche se è però vero che nel 1971 e nel 1973 raggiunse la finale agli US Open (e allora si giocava su erba). Nel 1971 eliminò al primo turno nientemeno che John Newcombe, prima testa di serie, e poi Arthur Ashe (#3) in semifinale, venendo però battuto in finale da Stan Smith. Nel 1973 riuscì invece  a vendicarsi di Smith in semifinale, ma Newcombe gli rese il favore di due anni prima, battendolo in rimonta dopo cinque set di buonissimo tennis.

Insomma, Kodes dimostrò di saper battere erbivori di razza anche su superfici erbose (sebbene non a Wimbledon), pur non essendo un giocatore da erba (sua superficie favorita era la terra) ma ho come l’impressione che, senza la pletora di defezioni del ’73, con buone probabilità non sarebbe riuscito ad imporsi ai Championships. L’anno seguente avrebbe perso ai quarti contro Jimmy Connors in cinque set, che avrebbe poi vinto il titolo contro Ken Rosewall. La sua rimane quindi una vittoria a Wimbledon con tanti punti di domanda : avrebbe Kodes saputo (e potuto) battere Newcombe o Smith ai Championships ? Avrebbe saputo coronare fino in fondo un percorso irto di numerosi ostacoli, destreggiandosi tra erbivori ed attaccanti di ogni sorta ? Non lo sapremo mai, possiamo solo provare a formulare ipotesi, che però tali rimangono e rimarranno…  

Dotato di un gioco assai elegante, dal gusto classicheggiante e completo (notevoli le qualità sul lato del rovescio e buonissimo il gioco di rete), il ceco raggiunse il suo best ranking nel 1973, issandosi al quarto posto delle classifiche. Gli mancò sempre un po’ di continuità, ma non certo gli attestati di stima dei suoi colleghi, che sempre gli riconobbero grandi qualità di combattente e di personaggio corretto e leale, un vero gentleman come tanti se ne vedevano all’epoca sui campi da tennis.

Finalmente, nel 1980 riuscì a vincere (de facto simbolicamente, visto non giocò praticamente mai) la Coppa Davis, quella stessa Davis che nel 1975 gli era andata di traverso, dopo essersi visto battere da Björn Borg (in finale) nella partita sostanzialmente decisiva. Una vita, quella di Kodes, al servizio della Davis : 14 anni di partecipazione (1966-1980) ed un bilancio totale di 60 vittorie e 34 sconfitte.

In conclusione, qualche raro filmato sulle gesta di Jan Kodes : 

1971 US Open (1st round) : Jan Kodes def. John Newcombe [1] 2-6/7-6/7-6/6-3

1973 US Open (final) : John Newcombe [10] def. Jan Kodes [6]  6-4/1-6/4-6/6-2/6-3

1973 Wimbledon (final) : Jan Kodes def. Alex Metreveli 6-1/9-8/6-3

Daniele Camoni

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