11/03/2013 14:51 CEST - INDIAN WELLS

M. Fish - 10.03.2013

M. FISH/B. Reynolds
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Sembravi emozionato alla fine del match.
Sì. Gli ultimi mesi sono stati duri. Mi è sembrata una vittoria per uscirne. Ci sono persone che hanno combattuto contro la stessa cosa che ho combattuto io e non ne sono uscite. Va bene anche solo giocare, ma poi vai in campo e vuoi vincere. E quando all'improvviso ti ritrovi al terzo set e stai perdendo, qualcosa scatta dentro di te e senti che vuoi vincere. Certo non mi aspettavo di tornare vittorioso così presto. Ho giocato a tennis nel corso degli ultimi mesi, ma ovviamente (in allenamento) non puoi replicare un match ufficiale.

Hai usato molto spesso la parola "demoni". Di che si tratta? Paura? Ansietà? Lì sentivi con te quando eri in campo?
Sì. Ho avuto problemi di salute, e si fecero sentire l'ultima volta che giocai. Quando sono tornato in campo è stato quindi uno degli aspetti più duri da affrontare.

Alcuni sono rimasti shockati dal ritiro del tuo amico Andy Roddick avvenuto agli scorsi US Open.
Anch'io.

Parliamone un po'. Vi conoscete da quando eravate bambini. Come sarà il Tour senza di lui?
Mi mancherà quella sorta di sostegno silenzioso che avevamo l'uno per l'altro. Sono fortunato che ci sia ancora James (Blake, ndt) in giro. Si trova nella stessa barca mia e di Andy. Siamo tutti alquanto vicini.
Roddick è stato una presenza importante nei tornei durante tutta la mia carriera. Mi mancherà. In tornei come questo avevamo sempre lo stesso hotel. Andavamo a cena insieme ogni sera. Qui abbiamo fatto colazione insieme ogni singola mattina.
Insomma mangiare da soli, come ho fatto questa mattina, e mangiare con lui sono due cose differenti. Certamente mi manca.

Saresti sorpreso in caso dovesse tornare?
Sì.

Perché?
L'avete visto ultimamente? (risate) E' un po' sovrappeso ora.

Ryan Harrison e Jack Sock sono stati eliminati. Ci parli dei giovani tennisti americani? Pensi che le cose possano cambiare?
Penso che si possa riconoscere quanto grande sia stato Roddick per il tennis americano.
Però questa sarà probabilmente la prima volta dall'esistenza del ranking senza un americano in top-20, a meno che Sam (Querrey, ndt) non faccia qualcosa. Forse potrei anche io.
Ora è più difficile rispetto a quando eri un emergente: ti smarrisci un po' e ti ritrovi al numero 50, e c'è una grande differenza fra essere numero 50 e essere numero 20 o 10.
Jack Sock ha un grande talento ma è giovane. Ora il gioco è fisico. Anche i viaggi stancano. Ci vuole di più a maturare. Ci vuole di più a trovare la tua condizione.
Non voglio criticare i giovani, perché io stesso ho impiegato un tempo molto lungo per adeguarmi. Solo intorno ai 27 anni mi sono sentito davvero maturo e ho capito cosa davvero volessi da questo sport e come poter lasciare il mio segno. Insomma, vedremo...

Traduzione di Federico Romagnoli

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