21/03/2013 10:29 CEST - L'INTERVISTA

Toni Nadal: "Rochus? Un imbecille"

TENNIS - Toni Nadal si sfoga. "Rochus sa che Rafa è pulito e accusa". "In alcune occasioni Federer ha battuto Nadal quando questi era messo peggio di quanto stesse lui a Indian Wells". Traduzione di Teo Gallo

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Toni e Rafael Nadal (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Toni e Rafael Nadal (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

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D. “Sono qui grazie a mio zio Toni” ha detto Rafa dopo la finale di Indian Wells. Parole emozionanti.
R. In realtà non le ho ascoltate perché ho visto la finale su un altro canale. Mi fa piacere che l’abbia detto, ma Rafa è lì grazie a sé stesso, non grazie a me.

D. Come ha vissuto il fuso orario, avendo seguito il torneo da Maiorca? La partita con Gulbis è finita alle 6 di mattina, quella con Federer quasi alle 4 e mezza…
R. Con molto sonno e con nervosismo (risate). Ero abbastanza nervoso durante il match con Gulbis. Anche contro Berdych, quando gli ha strappato il servizio nel secondo set. Anche il giorno della finale, quando è andato 0-40, mi sono innervosito più del solito.

D. È normale raggiungere questo livello cosí in fretta dopo sette mesi di inattività?
R. Sono rimasto sorpreso perché pensavo che il ritorno sarebbe stato più complicato. Non credevo che sarebbe entrato in forma così rapidamente. In ogni caso, mio nipote mi ha sorpreso già molte volte.

D. È questo che contraddistingue i migliori giocatori?
R. Non lo so, è difficile dirlo. Di solito, ciò che distingue i migliori dagli altri è una serie di dettagli. I migliori sono i migliori nei momenti-chiave delle partite, e anche nel modo in cui colpiscono la palla. Io la vedo così.

D. Wilander era sicuro che Nadal non sarebbe più stato lo stesso. Secondo lui i giocatori perdono molto dopo una pausa così lunga.
R. Quando mi raccontarono ciò che aveva detto Wilander, dissi che speravo si sbagliasse. Immagino lo abbia detto per quel motivo, per i tanti mesi passati senza giocare. È logico che pensasse così e non voglio dargli troppa importanza. Se avevo dubbi io, figurarsi se non poteva averne Wilander.

D. Rafa lo ha negato più volte, ma tu hai pensato qualche volta che l’infortunio potesse costringerlo al ritiro?
R. Io pensavo che se Rafa non stava bene non sarebbe tornato solo per trascinarsi sul campo. Quello è stato l’unico pensiero negativo che ho avuto. Se io fossi un giocatore, continuerei a giocare anche se non fossi al 100%, a patto di non risultare ridicolo sul campo. Anche se non fosse tornato ad essere così forte, credo che avrebbe dovuto continuare. Ma questa è solo la mia opinione.

D. Questo stop di sette mesi allungherà la sua carriera?
R. In teoria, essere stato fermo sette mesi gli ha consentito di non tormentare il suo corpo. È probabile che questi mesi allunghino la sua carriera, vedremo.

D. Il tifoso vede Nadal come un eroe, uno per cui gli aggettivi ormai sono stati esauriti.
R. Io continuo a vederlo come prima. L’ho sempre considerato un ragazzo normale e continuo a farlo. Un ragazzo normale che ha fatto le cose per bene, e ha raggiunto dei traguardi con la volontà e tanto lavoro. Questa è la percezione che ho di lui.

D. L’infortunio lo ha obbligato a potenziare alcuni colpi? In California ha servito molto bene, colpendo benissimo anche di rovescio.
R. Sì, il fatto di non essere al 100% fisicamente lo ha portato ad essere un po’ più aggressivo, e ne ha approfittato molto bene.

D. La lunga pausa però si è notata. Per esempio a rete non ha giocato molto bene, soprattutto con Del Potro e Gulbis, spesso ha sbagliato i tempi della discesa.
R. È normale. L’inattività si nota in piccoli dettagli. Di solito i problemi affiorano nei momenti-chiave. Non voglio dire niente al riguardo, perché in fondo sono situazioni difficili da gestire. Il livello di Rafa è stato ottimo per tutta la settimana, però ha sbagliato più del solito quando ha avuto palle-break, per esempio. In generale comunque è andato benissimo.

D. Qual è stata la miglior partita in questi quattro tornei?
R. Quella con il livello più alto è stata la finale con Ferrer ad Acapulco. È chiaro che batterlo in quel modo non è normale. Comunque non saprei, Rafa sta giocando molto bene tutte le partite, la maggior parte almeno.

D. La seconda linea del circuito è molto indietro? Parlo della differenza tra Djokovic, Federer, Nadal e Murray rispetto al resto dei giocatori. È incredibile che dopo tanto tempo Nadal abbia battuto con quella facilità Ferrer o Berdych.
R. No, per niente. Si tratta di situazioni di gioco. Nessuno dei quattro che hai menzionato batte facilmente  Ferrer. È vero che in questa occasione (nella finale di Acapulco) Rafa ha vinto con un punteggio molto netto, però credo sia stata un’eccezione. Non penso che ci sia molta differenza tra Ferrer e gli altri quattro.

D. La vittoria a Indian Wells lo ha reso nuovamente il giocatore con più titoli Masters 1000. Inoltre è entrato nel gruppo dei tennisti con almeno 600 vittorie. I record si susseguono. Numeri del genere sono un peso?
R. No, la verità è che quando giochi non pensi ai numeri. Pensi nel prossimo match, pensi che quello che hai vinto ormai fa parte del passato e non si va molto più in là.

D. Siete contenti di non aver partecipato a Doha e all’Australian Open? Se guardiamo ai risultati, la vostra programmazione è stata un successo.
R. No, è chiaro che gli sarebbe piaciuto andare in Australia, però non lo abbiamo fatto perché la sua condizione non ce lo ha permesso. Rafa non è stato bene e per questo non siamo potuti andare al primo Slam dell’anno.

D. Dopo la finale di Viña del Mar Rafa ha detto: “Mi manca velocità di reazione e potenza nelle gambe per giocare più profondo”.
R. In questo senso ha recuperato bene. In questo periodo abbiamo attraversato momenti diversi in quanto a sensazioni, ma sono sempre state abbastanza buone. È chiaro che ha recuperato abbastanza bene. Si tratta di vedere se continueremo per questa strada anche nei prossimi tornei, questo non lo so.

D. Zeballos ci ha detto qualche giorno fa che Rafa è imbattibile sulla terra rossa. Cosa bisogna fare per batterlo?
R. Non lo so (risate). La verità è che Rafa è un giocatore difficile da battere sulla terra, però non saprei esattamente cosa andrebbe fatto per vincere contro di lui (altre risate).

D. Vi ha sorpreso l’argentino?
R. Non voglio togliere nessun merito a Zeballos, perché ci ha battuto meritatamente. Ha giocato molto bene nei momenti decisivi, coraggioso e aggressivo. Zeballos è un gran giocatore. È anche vero però che quel giorno le ginocchia di Rafa non hanno funzionato al meglio: penso comunque che Horacio abbia un gran potenziale, come molti altri. Anche se Rafa ha vinto subito dopo il ritorno, ci sono molti tennisti che hanno potenzialitáà molto buone e possono fare meglio. Mi sorprende la differenza che c’è tra alcuni tennisti e il resto del gruppo.

D.Gulbis, per esempio?
R. Ce ne sono tanti. Ovviamente Gulbis ha un ottimo potenziale per una ragione molto semplice: serve bene, ha gambe veloci e un buon tocco. L’altro giorno era davvero veloce, arrivava su certe palle molto complicate. Però alla fine una delle differenze tra i giocatori bravi e i migliori è la regolarità. C’è gente capace di giocare ad un ottimo livello per un giorno e altri che sanno giocare molto bene quasi sempre. Forse è quello che manca a Gulbis.

D. Quando avete lasciato il Cile avevate dei dubbi?
R. Sì, molti dubbi. In quel momento il ginocchio non ha funzionato bene, e i medici in effetti ci avevano detto che era  normale: si hanno sempre dei dubbi quando le cose non vanno per il verso giusto. Nei primi due tornei abbiamo avuto dubbi in continuazione.

D. A S. Paolo ha sofferto molto contro Alund e Berlocq. Lo stato dei campi e delle palle ha complicato le cose?
R. Sicuramente. Ë vero che Rafa stava giocando male per i problemi di cui ho parlato, però hanno influito l’altura, i campi in condizioni non perfette e le palline, che erano disastrose.

D. José Perlas le ha chiamate “palle da supermercato”.
R. E lo erano veramente. Mi dispiace per gli organizzatori perché quando vai a giocare in un torneo è sempre brutto sparlare di un posto in cui sei stato trattato bene. Però non do la colpa al torneo, perché il promoter non è tenuto a sapere che tipo di palle si utilizzano. La responsabilità è della Wilson e dell'ATP. Loro non possono permettere che si giochi con palline di quel tipo. È la stessa situazione di Madrid: l’organizzatore puó fare quello che gli pare, compreso tentare di far giocare su campi disastrosi. Alla fine però è l'ATP che deve dare o no il permesso. Non credo che in altri sport questo sarebbe successo: non credo che in Formula 1 non controllino i circuiti in cui si corre. Non penso che dicano: “Ora corriamo qui e vediamo come va”. Lo stesso si può dire del golf. Quando organizzano un torneo vanno a controllare il campo, mi sembra normale. L'ATP non fa nemmeno quello. Mi sembra incredibile.

D. Quando Rafa ha vinto con Nalbandian a S.Paolo, il primo titolo dopo l’infortunio, suo padre si è commosso e lei ha mostrato il pugno in maniera eloquente.
R. Sì, certo. Sappiamo bene quanto ci è costato arrivare fino a qui, i problemi che abbiamo affrontato. Sono situazioni che non si dimenticano.

D. Da dove nasce il cambiamento che si è visto ad Acapulco?
R. Non lo so…

D. Ma si tratta di una evoluzione tennistica?
R. No, no. Il livello del tennis di Rafa è stato buono per tutto il tempo. Del suo livello tennistico non ho mai dubitato. Non mi ha sorpreso il suo livello di gioco perché pensavo che se fosse stato bene fisicamente avrebbe giocato a un buon livello. Non si è dimenticato come si gioca. Avendo giocato cosí bene tutti questi anni non vedevo motivi perché non potesse continuare a farlo. I dubbi erano esclusivamente sul piano fisico.

D. A Indian Wells hanno chiamato un “coaching” a Rafa nel match contro Gulbis. Perché la WTA permette all’allenatore di parlare con le giocatrici quando ne hanno bisogno e l'ATP no?
R. L'ATP in certe cose mi sembra … Non mi sembra normale che paghino una persona che poi nel momento piú importante debba rimanere ferma senza poter fare niente, ma è il loro modo di intendere il gioco. Facciano quello che vogliono.

D. E la nuova regola dei 25 secondi, come la vede?
R. Mi sembra allucinante. Di nuovo, penso che sia un assurdo da parte di chi governa il tennis, per una ragione molto sempllice. Quando vuoi introdurre dei cambiamenti nel gioco il primo pensiero dovrebbe essere la ragione di questi cambiamenti. Perché cambiare una situazione? Perché hanno cambiato la regola del passaggio al portiere nel calcio? Molto semplice: perché volevano aumentare lo spettacolo. Questo è quello che non ha fatto l'ATP. Credo che dovrebbero pensare a che tipo di gioco vogliono offrire allo spettatore. In altri sport sarebbe impensabile. Non pensano al tipo di spettacolo che vogliono offrire. Quando metti una regola come quella dei 25 secondi è chiaro che vuoi un gioco rapido, che i punti siano veloci e gli scambi non durino piú di 4-5 colpi al massimo. Nelle finali del Roland Garros o dell’Australian Open del’anno scorso ci sono stati scambi lunghissimi e dopo questi scambi ci sono state pause di 40-45 secondi, perché non c’era altro modo per recuperare. Io dissi all’ATP che guardassero su un Ipad quali sono i 25 punti migliori dell’anno per ogni giocatore, per rendersi conto che si tratta raramente di scambi di 2-3 colpi. I punti belli nascono quasi sempre da scambi lunghi. Con queste premesse non capisco perché vanno in un’altra direzione, non lo capisco.

D. Lo staff di Djokovic continua a ripetere che l'epoca di Federer e Nadal è finita.
R. Si, assolutamente. L'epoca di Federer e Nadal è finita. Oggi il miglior giocatore del mondo è Djokovic. Ed è probabile che nei prossimi anni vedremo altri giocatori con possibilità di vincere.

D. Quali giocatori?
R. Quelli che conosciamo tutti: innanzitutto i primi quattro del ranking. Se Rafael sta bene è uno di questi. Penso che Del Potro fa senz’altro parte del gruppo. Anche Ferrer credo che abbia possibilità di vincere uno Slam. David gioca bene da tutte le parti, anche se è vero che non aver mai vinto uno Slam a 30 anni potrebbe essere un handicap, ma per qauanto riguarda il suo gioco è sicuramente in grado di farlo. Direi questi 6, gli altri mi sembrano un po’ inferiori.

D. La vittoria su Federer ha meno meriti per i problemi alla schiena dello svizzero? Si é letto molto in questi giorni sull’argomento.
R. Io non gli toglierei nessun merito. Federer ci ha battuto in più di un’occasione con Rafael che aveva problemi maggiori di quanti ne avesse Federer nei quarti di Indian Wells.

D. Se uno non è in grado di giocare, la cosa piú logica è che non scenda in campo.
R. Ci sono giocatori che vogliono competere pur sapendo di non essere al 100%, ma sono sicuro che la situazione di Federer della scorsa settimana non era peggiore di quella di Rafa in altre occasioni.

D. Ti ha dato più soddisfazione vincere un torneo come Indian Wells o recuperare le sensazioni di sempre?
R. Per quanto mi riguarda, vincere il torneo è una bella soddisfazione. Preferisco sempre vincere il torneo perché in fondo è l’obiettivo di tutti. È ovvio che battere giocatori come Ferrer, Federer o Berdych dopo un infortunio cosí prolungato è una soddisfazione ancora piú grande.

D. Quello che abbiamo visto in California è il Nadal al 100%?
R. Il suo livello a Indian Wells è stato molto buono. Un livello altissimo per quanto ci riguarda, e vicino a quello di un giocatore normale. Ha giocato molto bene e in modo più aggressivo del solito: si è anche mosso piuttosto bene. E il dato piú importante è aver battuto Federer, Berdych e Del Potro, tutti giocatori di altissimo livello.

D. Immagino che la vostra preferenza per la finale fosse Del Potro, come è in effetti accaduto.
R. Preferisco sempre il giocatore teoricamente più debole. Sapevo che la finale sarebbe stata complicata perché Del Potro aveva giocato bene per tutta la settimana. È uno dei migliori giocatori del circuito, non ci sono dubbi. Giocare contro di lui non mi dava la sensazione di affrontare un giocatore di seconda fascia, per nulla. Abbiamo giocato contro un tennista tra i migliori e siamo molto contenti di come è andata.

D. Ancora prima di Indian Wells, Moya, Gasquet e Murray hanno detto che Nadal è il favorito n.1 per il Roland Garros.
R. Non credo che sia il favorito. È uno dei favoriti, ma insieme a lui ci sono altri giocatori: Djokovic, Murray, Del Potro e Ferrer sono tra questi.

D. Federer no?
R: Non lo vedo tra i favoriti.

D. Parliamo dei tornei dello Slam. Per quante vittorie negli Slam firmeresti da qui alla fine della carriera di Rafa?
R. In questo aspetto sono abbastanza cauto. Firmerei per… qualcuno in più. Non lo so, sinceramente. Dal momento che mi sembra molto difficile vincere qualunque torneo, non so cosa dire. Ogni vittoria mi sembra difficile, che sia al Roland Garros o in qualunque altro posto. Non so quante possibilità ci sono di vincere altri Slam, non ho idea.

D. Ok ma per quanti firmeresti?
R. Quanti? (fa una lunga pausa) Ne ha 11 al momento … firmo per 13, o 14. Se le ginocchia gli danno problemi dico meno, altrimenti qualcuno in più.

D. Djokovic può arrivare allo stesso numero di Slam che ha Nadal in questo momento?
R. Credo di sì. Ha un buon fisico, nessun infortunio importante. È assolutamente in grado di raggiungere Rafael. Djokovic è un grande giocatore e quando è in forma può vincere qualsiasi cosa.

D. Cambiamo di argomento. Perché dobbiamo sopportare genete come Rochus, che ha detto che l'ATP ha coperto casi di doping di Soderling e Nadal?
R. Guarda, questo (Rochus), oltre ad essere un imbecille è un maleducato. È un vero imbecille perché se uno ne avesse la certezza, sarebbe giusto parlarne. Ma sapendo, come credo che sappia, che Rafael non ha preso e non prenderà mai niente, mi sembra incredibile che questo cretino abbia detto quello che ha detto.

D. Nadal ha detto che la soluzione era rendere pubblici i controlli.
R. Certamente. Che siano pubblici e trasparenti. Sono favorevole a questa soluzione, quello che non mi piace è il modo in cui si fanno. Mi sembra sgradevole che trattino un professionista come un delinquente. Sono favorevole a maggiori controlli, ma con un’altra etica.

D. L’adozione del passaporto biologico è un passo avanti nella lotta contro il doping?
R. Non so di cosa si tratti. Riguardo al doping non sono molto informato.

D. E come appassionato di ciclismo come ha vissuto la vicenda di Armstrong e la rivelazione che era tutta una bugia?
R. Tremendo. Mi sembra tremendo che uno sportivo abbia ingannato per così tanto tempo i suoi compagni, che abbia ingannato tutti. Questa vicenda parla molto male dei controlli antidoping: o lo hanno coperto, e sarebbe un disastro, oppure i controlli non funzionano.

D. Giocatori e allenatori usano i social network per esprimere le loro opinioni o per mantenere il contatto con i tifosi. Ha pensato di farlo?
R. Sinceramente credo di essere un po’ in ritardo su questo. Non credo che a nessuno interesserebbe ascoltarmi …

D. La carriera di Rafa e quella di Toni termineranno insieme?
R. Non credo. Se volessi allenare credo che avrei delle opportunità: un'altra questione è se voglia farlo o no. Vedremo. Mi piace il tennis e mi piace allenare. Mi è sempre piaciuto, però vedremo cosa succede quando finirà questa storia.

D. Qual è la cosa più iportante che ha imparato come allenatore?
R. Sono un po’ stupido e non ho imparato niente (risate). Parlando sul serio: ho cominciato ad allenare in un club e le cose andavano abbastanza bene qui a Manacor. Avevo una piccola scuola e buoni giocatori, alcuni tra i migliori di Spagna. Non ero un cattivo allenatore, credo. Ovviamente le possibilità che mi ha offerto Rafa di vedere un altro tipo di tennis mi hanno arricchito. Naturalmente ho imparato alcune cose. Sarei veramente stupido se non avessi imparato niente avendo l’opportunità di stare vicino a gente come Djokovic, Federer, Murray o Ferrer. Ho cercato di apprendere qualcosa da ognuno, e anche dagli allenatori ovviamente, e continuo a farlo.

D. Ci sono posibilitá di vedere Rafa nello spareggio di Davis per aiutare la Spagna a rimanere nel World Group?
R. Non si tratta di possibilità, Rafael vuole giocare quei match. Quando non ha giocato è stato sempre per problemi legati al calendario o al fisico. Lo ha detto molte volte, ed è vero: la Coppa Davis è uno dei tornei che preferisce giocare. A Rafael piace giocare in una squadra e difendere i colori del suo paese e penso che giocherà se Corretja lo convoca, perché a Rafa non piacerebbe vedere la Spagna scendere nel gruppo B. Vorrebbe vincere un’altra Davis prima di lasciare il tennis.

Traduzione di Teo Gallo

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