25/03/2013 14:52 CEST - M 13 INTERVISTE

N. Djokovic - 24.03.2013

N. DJOKOVIC/S. Devvarman
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Come credi di aver giocato finora a Miami?
Considerando il vento, oggi ho giocato bene. Le condizioni non erano buone. E' molto difficile entrare nel ritmo giusto perché non puoi servire al 100%, devi ricercare la precisione e fatichi il doppio per muovere correttamente i passi, a causa del vento. Insomma sono contento di aver superato una giornata difficile.

Abbiamo visto un bel video che alcune persone di Miami ti hanno dedicato. Cosa puoi dirci dei latinoamericani che ti supportano?
Gracias. (Risate)
Gracias, con todo mi corazon. No, è stato qualcosa che non mi aspettavo. Mi ha messo i brividi, è stato toccante, era un bel video. Mi piace stare qui, amo questo torneo e ci sono molti latinoamericani che vengono qui e supportano i loro tennisti preferiti, e il tennis in generale. Sono molto appassionati e la cosa mi piace.

Quando pensi ci sia stato il punto di svolta nella tua carriera? A un certo punto sei diventato numero 1 e tutto è cambiato. E' stata una cosa mentale? Un cambio a livello fisico? Un match?
Penso che il cambio sia stato mentale. Alla fine questo è un gioco mentale. Tutti possono lavorare duramente sul fisico e raggiungere certi livelli di gioco. Ma nei match importanti e nei grandi tornei, il giocatore che è più calmo e più composto mentalmente, e che ha più esperienza, di solito vince. Sono stato numero 3 sin da quando avevo 19-20 anni, nei successivi tre o quattro anni ho avuto molti successi, ma non ero capace di fare il passo in più per vincere i Major (con continuità, ndr), né di sfidare Federer e Nadal per la vetta della classifica.
E' stato un processo di apprendimento, ho capito chi ero e cosa avevo bisogno di fare dentro e fuori dal campo: maturare.
Sono stato paziente. Ho avuto i miei dubbi in quel periodo, ma il gran gruppo di persone che mi circondano, che sono esperte nei rispettivi campi e che hanno rappresentato un grande supporto per me oltre ad essere grandi amici, ha sempre caduto nelle mie capacità e mi ha convinto che potevo farcela.
Anche io ho creduto di poter essere numero 1, perché era qualcosa che mi ha sempre spinto alla pratica, giorno per giorno, a lavorare duramente e a sognare. Quindi sì, è stata una faccenda mentale alla fine.

Come valuti il prossimo incontro (con Tommy Haas, ndt). Scenderai in campo mostrando un po' di rispetto per ciò che ha ottenuto di recente?
Il rispetto non mancherà, né per Tommy né per ciò che ha fatto. Ha 34 anni e è stato scelto come "Comeback of the year". Attualmente è in top-20 e è un giocatore completo. E' molto talentuoso ed è uno dei giocatori con più esperienza fra quelli attivi al momento. Sa giocare bene su ogni superficie. Ho guardato il suo match oggi, ha giocato benissimo. Puoi sempre aspettarti una partita lottata da lui.
So cosa aspettarmi, sarà un match duro, spero di poter giocare al meglio.

Traduzione di Federico Romagnoli

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