29/05/2013 15:56 CEST - Roland Garros

Gulbis entra a gamba tesa: "Federer noioso, non imitatelo!"

TENNIS – Il lèttone non ha peli sulla lingua: “Roger, Nadal, Djokovic e Murray sono piatti, le loro interviste sono tutte uguali. Gli americani e i francesi sono viziati. La mia ultima festa senza limiti? Lo scorso novembre”. Il match Gulbis-Monfils brevemente interrotto per la pioggia. Da Parigi, Alberto Giorni

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Ernests Gulbis
Ernests Gulbis

Nel mondo del tennis (e dello sport in generale) dove domina il politicamente corretto, la voce di Ernests Gulbis va decisamente controcorrente. Quando rilascia un’intervista, non è mai banale e non ha paura di farsi dei nemici. La ribalta concessagli da L’Equipe gli ha permesso di esprimersi a 360 gradi, senza peli sulla lingua: i fuochi d’artificio non sono mancati.

“La gente pensa che sono arrogante? Me ne frego – è il morbido incipit –, se mi conoscessero, cambierebbero idea. Io viziato? Secondo me i veri viziati sono i giocatori delle grandi federazioni, come gli americani e i francesi”. E pensare che è stato vicino ad appendere la racchetta al chiodo: “Dopo aver perso al primo turno al Challenger di Bergamo, mia madre mi aveva invitato a smettere, le ho chiesto ancora qualche mese e poi ho vinto 13 match di fila!”.

Quando gli si fa notare che è raro che un giocatore parli fuori dai denti, partono le bordate: “Il tennis di oggi manca terribilmente di personaggi. Rispetto Federer, Nadal, Djokovic e Murray, ma sono noiosi: andavo su YouTube per ascoltare le loro interviste, ma ho smesso presto. E’ Federer che ha lanciato questa moda. Ha una grande immagine di gentleman svizzero, perfetta per lui. Lo rispetto, ma non mi piace che i giovani giocatori cerchino di imitarlo. Mi cadono le braccia quando li sento rispondere come Roger, frasi del tipo: ‘Ho vinto perché ho alzato il mio livello di gioco nei momenti chiave della partita’. Cosa vuol dire? Se ho vinto, sono contento di aver mandato a casa il mio avversario, questa è la verità”.

E l’etichetta di “bad boy” non gli interessa: “Non voglio sembrare gentile. Sul campo, è la guerra; fuori, amici come prima. Se penso di vincere il prossimo match, non mi faccio scrupoli a dirlo apertamente. Mi piacerebbero interviste come quelle della boxe. Alla cerimonia del peso, i due pugili faccia a faccia se ne dicono di tutti i colori: quelle sono emozioni. Anche nel tennis, la gente vorrebbe vedere spaccare qualche racchetta”.

Inutile dire che il suo passatempo preferito non è vedere il tennis in tv: “Non guardo mai i match di tennis. Se gioco al meglio e non affronto uno dei primi quattro, non mi preoccupo del gioco del mio avversario”. E le sue famose feste notturne?  “Voglio vivere al massimo: quando è il momento della festa, si deve fare alla grande, non importa se si finisce alle 7 del mattino. Ma mai alla vigilia di un match, sia chiaro. L’ultima mia festa senza limiti? E’ stata il 1° novembre, a base di vodka e latte: dovreste provare…”.

Con il suo talento, ha perso diversi treni: “Ho avuto due chance di far decollare la mia carriera. La prima dopo i quarti al Roland Garros 2008, poi a Madrid e Roma nel 2010, spero che la terza sia quella buona. Tutto è arrivato in maniera troppo veloce, ho pensato che non ci fosse bisogno di allenarsi…”.

Sarebbe bello vederlo nell’ATP come rappresentante dei giocatori: “Non cambierebbe niente, c’è troppa burocrazia. I giocatori top sono contenti che quelli meno famosi vengano trattati come la m… E’ facile manipolare i tennisti, non sono abituati a riflettere. La maggior parte si accontenta di giocare alla Playstation, di guardare film stupidi e il resto del tempo è dedicato all’allenamento”. Jeu, set et match, Gulbis.

Alberto Giorni

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