06/06/2013 21:47 CEST - ROLAND GARROS
TENNIS - "Le prime tre sono superiori a tutte le altre" dice Sara Errani, ma Serena Williams è una spanna sopra tutte". Ha provato comunque a essere positiva. "“Fino all’ultimo secondo, all’ultimo punto, io ho provato a giocare, a lottare". Da Parigi, Ubaldo Scanagatta
PARIGI _ “Meno male che non c’era Agniewzka Radwanska, avrebbe fatto la stessa fine di Sara Errani!” mi dice il mio vicino di posto, il giornalista polacco del quotidiano di Varsavia “Rzeczpospolita”, Miroslaw Zukowski, che pare tirar davvero un sospiro di sollievo oltre che esprimermi la sua …Solidarnosc.
Per l’appunto l’ultima volta che Sara aveva subìto una tal lezione era accaduto appunto con la Radwanska un anno fa a Madrid, ma quella volta non stava bene. Oggi, invece, era Serena Williams che stava troppo bene. Troppissimo (ragazzi, non imitatemi, quest’avverbio non esiste). Sarà l’aria di Parigi che lei ama talmente da averci comprato qui una casa tanti anni fa (anche se non l’ha quasi mai abitata), sarà l’amore, sarà il fidanzato francese, Patrick Mouratoglou del quale ho raccolto l’audio post-match, fatto sta che oggi era davvero una di quelle giornate in cui Serena era assolutamente intrattabile, ingiocabile.
Credo lo sarebbe stata per chiunque, non solo per Sara, anche se certamente Sara che serve le sue prime palle a 134 km l’ora e le seu seconde a 110, cioè a quasi 100 km l’ora meno delle prime di Serena, ha nel servizio un handicap quasi insormontabile contro una campionessa strapotente come Serena, implacabile soprattutto nei colpi d’inizio gioco, servizio e risposta.
Una differenza davvero enorme fra la n.1 del mondo e una ragazza che ha fatto un grande torneo come Saretta, battendo in due set la giocatrice che le stava immediatamente davanti in classifica, quindi la rivale più agguerrita fra quelle che poteva battere…in condizio normali.
“La differenza c’è, non si può negarlo. Le prime tre del mondo _ dirà dopo il match Sara ancora sorridente, deludendo chi avrebbe voluto vederla in lacrime per scrivere una storia più ipocritamente commovente _ sono un gradino sopra tutte le altre e Serena Williams probabilmente due gradini!”.
Ma Sara, così come il suo allenatore _ ascoltate le sue dichiarazioni _ ha trovato comunque modo di vedere qualcosa di positivo anche in una gironata come questo che avrebbe potuto metterla più k.o. di uno finito sotto un camion: “Fino all’ultimo secondo, all’ultimo punto, io ho provato a giocare, a lottare. Speravo che da un momento all’altro lei potesse cominciare a sbagliare, a darmi qualche opportunità di scambiare qualche palleggio, di giocare insomma…e di questo sono contenta. Certo non lo sono del risultato, ma anche se forse non ci crederete io mi sono anche divertita, non è che non sognassi altro che di uscire dal campo”.
Era sincera, come sempre. Come è stato genuino quel suo levar le braccia al cielo quando sul 6-0 3-0 è riuscita a strappare a quella forza della natura sovrumana emersa dal ghetto di Compton il suo primo ed unico game. Non ci fosse riuscita avremmo dovuto misurare il minutaggio per vedere se Steffi Graf, quando battè Natalia Zvereva qui nella finale del 1988 in 34 minuti, era andata ancora più di fretta, era stata ancor più impietosa. Ma Steffi andava di fretta anche quando cambiava campo, con quella sua andatura ad un tempo imperiosa ed impettita, il volto fiero, i capelli al vento, il naso importante, le gambe lunghe. E fra un servizio e l’altro non perdeva un attimo.
Serena invece stava attenta anche oggi a non distrarsi un secondo, a non perdere la benchè minima concentrazione. Ha concesso a Sara, travolgendola, 8 punti esatti per set, incamerando da parte sua 52 punti. Sì, il 6-0,6-1, è un punteggio iper-netto che _ episodio finale Graf-Zvereva a parte _ ho ritrovato in una semifinale al Roland Garros soltanto quando anche Chris Evert inflisse la “bicicletta” (i francesi chiamano così il 60 60, perché gli zero sembrano due ruote) alla Benjamin.
“S’yl te plait Serena, un petit peu de pitié!” (“un pochettino di pietà Serena!”) ha gridato ad un certo punto del massacro erraniano uno spettatore di buon cuore, non immaginando che così invece affondava ancor più il coltello nella piaga di Sara, di Pablo Lozano, del suo clan di tifosi, un po’ in tutti noi che speravamo in una partita equilibrata come era stata quella di Madrid, su una superficie più rapida e teoricamente meno favorevole ancora per Sara. Speranze frustrate, illusioni evaporate, ma alla fine i giocatori, e gli allenatori, sono più abituati di noi giornalisti a reagire e a digerire anche simili disfatte. Bruciano di più quelle patite davanti a 15.000 spettatori di un “centrale” ricolmo, e non troppo gratificato anche dall’altra semifinale inguardabile per i primi due set (il primo dominato dalla Sharapova, il secondo dalla Azarenka quasi certamente non aiutata dal piovasco che ha sospeso il match nel momento a lei più favorevole) e davanti a chissà quanti milioni di spettatori che _ se piazzatisi per la prima volta davanti al teleschermo _ potrebbero aver pensato: “Ma come ha fatto quella piccola italiana a raggiungere la finale un anno fa e la semifinale quest’anno?”. Oppure anche – ipotizzo – “Ma perché quel mostro ingiocabile di Serena Williams, che serve meglio di tanti uomini, non si misura con loro e non lascia in pace le ragazze normali?”
E Pablo Lozano giurava di non essere deluso dopo questa semifinale né davvero preoccupato. Io gli avevo chiesto porprio quello: più deluso o più preoccupato? Che voleva dire: più deluso dell’oggi o preoccupato del domani?
E Pablo Lozano giurava di non essere deluso dopo questa semifinale né davvero preoccupato. Io gli avevo chiesto proprio quello: più deluso o più preoccupato? Che voleva dire: più deluso dell’oggi o preoccupato del domani?
Personalmente, poiché le sconfitte passano, i tornei si susseguono, il tennis offre sempre occasioni di riscatto anche se la stagione sull’erba non è certo la più propizia per una che gioca (e serve) come la Errani, sarei stato più preoccupato per l’avvenire che deluso. E’ difficile migliorare decisamene un colpo come il servizio, dopo che si batte a quel modo _ intendo sia il movimento sia l’impugnatura _ da una quindicina di anni. Pur essendo un colpo che si gioca da fermo, quindi non influenzato dalle traiettorie dell’avversario, il servizio è un colpo che si cambia con grande difficoltà. Raffaella Reggi ci ha provato per una vita, Filippo Volandri idem (e fuor dai nostri confini anche Martina Hingis), per ricordare due esempi a tutti noti in Italia, e i progressi sperati non sono mai arrrivati, nonostante mille sforzi, mille tentativi e sacrifici.
Senza un grande servizio quando si sale di livello c’è ben poco da fare, in prospettiva e ovviamente se si aspira a diventare una delle prime, due, tre del mondo. Non solo Serena, che non è eterna e magari fra un paio d’anni deciderà di mollare, ma anche Azarenka e Sharapova (che ha l’età di Sara) con le loro risposte faranno sempre male a una che serve come Sara. Per carità, essere una top-5, magari la n.4 del mondo, è già uno straordinario risultato, un risultato che lei più di tutti gli altri top ten italiani che l’hanno preceduta (Panatta, Barazzutti, Schiavone, Pennetta) potrebbe riuscire a difendere molto più a lungo di loro _ e con l’umiltà e la grinta che ha, oltre alla serietà sua e del suo allenatore, sono quasi certo che ce la farà: nessuno di loro è riuscito a starci per un anno, salvo la “Schiavo” _ ma se non imparerà a battere ad almeno 170/180 l’ora la prima di servizio e 140 la seconda, più su di dove è arrivata… difficilmente arriverà. E Dio solo sa quanto vorrei sbagliamri come quando, anni addietro, non avrei mai immaginati che potesse arrivare dove è arrivata, pur avendo notato _ ricordo benissimo _ capacità assai superiori a quelle che le venivano riconosciute allora quando la vidi lottare alla grande con Lindsay Davenport ad un Australian Open.
Sulla partita di oggi, su questi tre quarti d’ora privi di ogni suspence, c’è ben poco da dire. Ci si potrebbe attaccare forse soltanto a quel secondo game del match, ma davvero di …attaccarsi si parla, quando Sara è stata avanti 30-15 _ eh sì 30-15 mica 40-15 e neppure 30-0 (lo è stata soltanto sul 06 03 quando poi ha fatto l’unico game) grazie anche ad un paio di errori (rari) di una Serena ancora precipitosa, magari ritenendo che poiché nei match femminili spesso sono i nervi a determinare le situazioni Serena potesse minimamente innervosirsi come le era accaduto con la Kuznetsova, ma insomma non mi pare il caso. E poi a che servirebbe. Pare giusto invece sottolineare che dei 52 punti fatti da Serena _ oltre il triplo come dicevo dei 16 di Sara _ ben 40 sono stati direttamente colpi vincenti. Un numero impressionante, pur se favorito dalla debole opposizione della Errani odierna.
Sulla finale di sabato, beh anche se Maria non ha più battuto Serena dall’anno in cui la sconfisse a Wimbledon, Maria ha certo più armi di Sara. Impossibile non dare per favorita Serena che ha vinto l’ultima dozzina di sfide. Ma a noi mancherà, dopo tre finali, un’italiana in finale e non riusciremo a seguire quella che si giocare con le stesse palpitazioni. Vinca la migliore, questo sì, e non dovrebbe quindi poter essere altri che Serena.
Gli head to head della finale
S.Williams v Sharapova 13-2
2004 MIAMI USA R16 HARD Serena Williams 6-4 6-3
2004 WIMBLEDON WIMBLEDON, GREAT BRITAIN F GRASS Maria Sharapova 6-1 6-4
2004 TOUR CHAMPIONSHIPS LOS ANGELES, USA F HARD Maria Sharapova 4-6 6-2 6-4
2005 AUSTRALIAN OPEN MELBOURNE, AUSTRALIA S HARD Serena Williams 2-6 7-5 8-6
2007 AUSTRALIAN OPEN MELBOURNE, AUSTRALIA F HARD Serena Williams 6-1 6-2
2007 MIAMI MIAMI, USA R16 HARD Serena Williams 6-1 6-1
2008 CHARLESTON CHARLESTON, USA Q CLAY Serena Williams 7-5 4-6 6-1
2010 WIMBLEDON WIMBLEDON, GREAT BRITAIN R16 GRASS Serena Williams 7-6 (9) 6-4
2011 STANFORD STANFORD, USA Q HARD Serena Williams 6-1 6-3
2012 MADRID Madrid, SPAIN Q CLAY Serena Williams 6-1 6-3
2012 OLYMPICS LONDON, GREAT BRITAIN F GRASS Serena Williams 6-0 6-1
2012 WTA CHAMPIONSHIPS - ISTANBUL ISTANBUL, TURKEY F HARD Serena Williams 6-4 6-3
2013 DOHA Doha, QATAR S HARD Serena Williams 6-3 6-2
2013 MIAMI Miami, USA F HARD Serena Williams 4-6 6-3 6-0
2013 MADRID Madrid, SPAIN F CLAY Serena Williams 6-1 6-4
Da Parigi, Ubaldo Scanagatta