07/06/2013 21:32 CEST - Roland Garros

L'ottava meraviglia di Rafa

TENNIS - Rafael Nadal conquista l'ottava finale al Roland Garros, la 17ma in uno slam. Batte Djokovic 64 36 61 67(3) 97 in 4 ore e 37 minuti. E' il più lungo quinto set in una semifinale del Roland Garros nell'era Open Da Parigi, Alberto Giorni

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Roland Garros, Rafa Nadal
Roland Garros, Rafa Nadal

Quando l’ultimo dritto di Novak Djokovic è finito fuori, dopo 4 ore e 37 minuti di furiosa battaglia, Rafael Nadal ha esultato ma in maniera contenuta, per rispetto dell’avversario con il quale ha condiviso un match indimenticabile. Alla fine la spunta lo spagnolo 6-4, 3-6, 6-1, 6-7, 9-7, in una partita che ha ricordato la finale dell’Australian Open dell’anno scorso. Nonostante il sole cocente, valeva la pena rimanere in tribuna fino all’ultimo: impossibile staccare gli occhi anche solo per un attimo da un duello che non dimenticheremo facilmente.

Nadal ha visto le streghe sul 2-4 nel quinto set, ma ha avuto la forza di risorgere. Djokovic invece non dormirà diverse notti ripensando al vantaggio sprecato nel set decisivo. Poteva diventare il secondo della storia dopo Soderling a battere Nadal a Parigi; è costretto invece rimandare l’assalto al Roland Garros, l’unico Slam che manca alla sua collezione, e sfuma anche il sogno del Grande Slam.

Per larghi tratti del quinto set, si è respirata l’aria del ribaltone. Djokovic sembrava inattaccabile sul proprio servizio e il suo box sembrava la curva dei tifosi della Stella Rossa o del Partizan di Belgrado: un boato a ogni punto e cori calcistici: “Nole, Nole!”. Ma il contropiede di Nadal, come quelli del suo Real Madrid (non parecchie volte quest’anno, in verità) è stato micidiale. Sperando di essere smentiti da una finale ancora più pirotecnica, è stata la partita del torneo, per emozioni e importanza decisamente superiore a Wawrinka-Gasquet.

Parigi non poteva riservare una giornata più calda alla semifinale di lusso: sole a picco e neanche l’ombra di una nuvola. Scottavano i seggiolini della tribuna stampa: forse solo Brasile-Italia del luglio '94, finale dei Mondiali di calcio americani che iniziò a mezzogiorno ora locale a Pasadena per favorire le televisioni europee, è stata più cocente…

Fin dal primo punto, giocato alle 13.15, il match si è rivelato subito una battaglia: scambi massacranti in apnea, applausi scroscianti e una media superiore ai cinque minuti a game. Le prime palle break arrivano dopo 37 minuti; se le conquista Nadal, che alla terza sfrutta un dritto lungo di Djokovic e capitalizza il vantaggio firmando il 6-4.

Siamo seduti accanto al box di Djokovic e i volti, da coach Marian Vajda alla fidanzata Jelena (con i capelli più corti del solito…) sono assai corrucciati: Nole non riesce a inserire un virus nel sistema operativo di Rafa, che viaggia a pieno regime: ogni tanto gli scappa un urlo di frustrazione e, quando consegna un altro break a Nadal (3-2), si rivolge in maniera concitata al suo box: non conosciamo la lingua serba, ma erano parole poco carine.

Nadal riceve un warning dal giudice di sedia francese Pascal Maria per time violation (“Bravò l’arbitre!”, commenta uno spettatore dietro di noi), ma non ci bada. I suoi passanti di dritto sono letali e pare in pieno controllo della partita. Pare, perché subito dopo Djokovic ha una reazione d’orgoglio e un po’ a sorpresa ottiene il controbreak, grazie anche a un raro dritto in corridoio di Rafa.

Lo spagnolo fa giocare sempre un colpo in più al serbo, che tuttavia sale di tono e, per la prima volta nel match, tiene i piedi saldamente dentro al campo e comanda le operazioni. Altro break per Nole (che esulta come l’incredibile Hulk) e 6-3 per lui. La battaglia è dura, ma non manca la sportività: più di una volta entrambi applaudono un colpo vincente dell’avversario: un esempio per i giovani.

Nel terzo set c’è solo Nadal in campo. Rafa torna quello del primo parziale, conquista subito un break. “Il est une machine!”, esclama uno spettatore. Il maiorchino fila come un treno e l’unico ostacolo è il punto di penalità che gli infligge il giudice di sedia sul 5-1, 40-0 per la seconda “time violation”.  Poco male: gli basta lo scambio successivo per sigillare il 6-1.

Poi arriva un concentrato di emozioni. A metà quarto set, una stecca di Djokovic spalanca la porta al break: Nadal va sul 4-3 e servizio e anche i più calorosi tifosi serbi pensano che il loro beniamino sia al capolinea. Al contrario, Nole si attacca al match con le unghie e con i denti e agguanta subito il 4-4. Sul 5-5, altro break per Nadal tra i sorrisi sarcastici del serbo che cammina sul cornicione. Rafa va 30-15, a due punti dal match, ma perde un’altra occasione ed è tiebreak. Dove è decisivo il secondo punto: l’errore di Nadal manda avanti Djokovic di un minibreak, che consoliderà per il 7-3. L’ultima volée di Rafa muore sulla rete e si va al quinto.

Qui è pura corrida. Nadal accusa il colpo e cede il servizio in apertura. Il serbo sull’1-0 salva una palla break, tiene i successivi servizio con autorità e fino al 4-2 il pallino del gioco è nelle sue mani. Ma gli manca il killer instinct. Rafa non muore mai e, grazie ad alcuni errori di Nole (tocca anche la rete dopo uno smash e perde il punto)  rientra nel match: 4-4!

Il maiorchino ha il vantaggio di servire per primo e di mettere pressione all’avversario. Sul 6-5 il Centrale improvvisa una “ola” e Rafa nei propri turni di battuta non rischia più. Nole invece crolla quando è indietro 8-7: gioca un game sciagurato (dove sbaglia l’ennesimo smash) e Nadal si prende la partita, 9-7. Il Philippe Chatrier dedica un lungo applauso anche a Nole, che esce a testa alta: è stata la finale anticipata?

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"Non mi aspettavo una partita facile, sapevo che entrambi avremmo dato tutto" ha detto Djokovic. "Non credo di aver fatto molte scelte sbagliate. Sull'episodio dell'invasione, non ho visto i replay, non posso giudicare se l'arbitro abbia fatto bene o male. Quello che ho detto, anche in campo, è che comunque la palla era già fuori dal campo. So che la regola dice: se tocchi la rete prima del secondo rimbalzo perdi il punto . Non so se sia stato preso in considerazione il fatto che la palla era già oltre i limiti del campo e che al 99,9% il punto avrebbe dovuto essere mio. Però è andata così".

Djokovic si è lamentato, anche durante il match, delle condizioni del campo. Per quello, sul 76 al quinto, è entrato il supervisor Stefan Fransson. "Ho chiesto che fosse bagnato il campo. Non lo dicevo per prendere chissà quale vantaggio, ma perché sentivo che era secco e si scivolava. In più, il vento stava portando via della terra. L'ho chiesto a ogni cambio campo dal 4-3. Mi dicevano, non lo bagneremo per un po' ma non mi sapevano dire per quanto. Poi il supervisor mi ha detto: sì, parlerò con gli addetti al campo però non posso prendere una decisione se un giocatore dice di sì e l'altro dice di no. Rispetto gli addetti, ma quale opinione vale di più? Per me si scivolava, era difficile cambiare direzione. Credo che abbiano sbagliato".

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Nadal, che come Chris Evert ha vinto sette volte il Roland Garros, punta a diventare il primo nella storia a vincere otto volte uno stesso slam e il quarto nell'era open a giocare otto finali in uno stesso major dopo Roger Federer (Wimbledon), Ivan Lendl (US Open) e Pete Sampras (US Open). Il record di finali in uno stesso slam appartiene a Bill Tilden, che ne ha giocate 10 agli Us Open.

Nadal, alla sua 20ma semifinale slam, coglie alla 17ma finale. L'ultima sconfitta in semifinale è coincise con la sua peggiore sconfitta in un major, in termini di game vinti: il 62 62 62 subito da Del Potro agli Us Open 2009.  Dovesse vincere il titolo, Nadal diventerebbe anche il giocatore con più vittorie di sempre al Roland Garros, 59.

 

Da Parigi, Alberto Giorni

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