11/06/2013 15:23 CEST - Tennis e scommesse

Tennis e combine "Poche risorse, troppi segreti"

TENNIS - Un funzionario intervistato dal Daily Mail accusa la Tennis Integrity Unit. "Se vuoi risolvere la questione, non puoi limitarti a squalificare i giocatori di secondo piano". Perché sono stati sospesi a vita solo Koellerer, Savic e Krotiouk? Alessandro Mastroluca

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La Tennis Integrity Unit non ha abbastanza mezzi, dice un funzionario al Mail on Sunday
La Tennis Integrity Unit non ha abbastanza mezzi, dice un funzionario al Mail on Sunday

“Se non vuoi avere problemi con i grandi giocatori, allora non metterti a cercare”. A parlare è un funzionario con comprovata esperienza nella lotta alla corruzione nello sport, che ha rilasciato un'intervista al Mail on Sunday in cui non viene rivelata la sua identità.

La Tennis Integrity Unit non ha i mezzi per risolvere il problema” spiega. La TIU è stata fondata a settembre del 2008. A capo della struttura viene scelto Jeff Rees che in passato aveva lavorato con Scotland Yard contro la corruzione nel mondo del cricket. Nonostante fosse nata come indipendente dagli organi fondatori la Tiu prese sede presso gli uffici Itf di Londra.

La Tennis Integrity Unit si propone di:
- identificare soggetti che agiscono per corrompere giocatori, allenatori, arbitri o persone informate dei fatti
- monitorare i tornei attraverso lavoro sul campo, informatori confidenziali e report aggiornati
- investigare, in accordo con i principali siti di betting, sui match che sollevano perplessità
- sviluppare un programma di sensilibizzazione nei confornti dei giocatori
- proteggere giocatori innocenti da false accuse.

I poteri di indagine dell'unità consentono agli agenti di:
- interrogare chiunque sia ritenuto coinvolto in scommesse sospette
- monitorare tabulati telefonici, sms e segreterie telefoniche di persone sospette
- visionare conti bancari
- visionare registrazioni della navigazione internet
- accedere a computer, hard drive e a qualsiasi forma di raccolta dati informatici di persone sospette

Insieme a Ben Gunn, prima del Roland Garros 2009, Rees ha presentato i risultati del Environmental Review of Integrity in Professional Tennis, la prima indagine capillare sulla corruzione e sul match-fixing nel mondo del tennis. Nelle 66 pagine del rapporto, vengono indicati 45 match sospetti, nell'arco di cinque anni. “Non si può dire che il tennis sia corrotto né sistematicamente, né istituzionalmente. Ma si trova ad un potenziale bivio.”, affermano gli investigatori. “Il materiale raccolto indica che ci sono sufficienti ragioni per preoccuparsi della integrità di alcuni giocatori, e di coloro che dall’esterno cercano di corromperli.” Non si esclude quindi che qualche elemento criminale possa essere coinvolto, anche se, tengono a precisare i due investigatori, “elevare questo sospetto a un potenziale coinvolgimento della Mafia significherebbe distorcere i fatti e danneggiare concretamente lo sport.”

Il tennis non è grave, suggeriscono in sostanza gli investigatori, ma deve curarsi. Questa indagine non ha portato a concreti risultati di rilievo, ma ha permesso di creare un legame più stretto e diretto con le agenzie di scommesse, che allertano subito la TIU in caso di andamento anomalo delle quote.

Dal 1 gennaio 2013 Reese, 66 anni, è andato in pensione e la TIU è stata affidata a Nigel Willerton, per trent'anni nella Polizia Metropolitana di Londra, e già nella squadra di investigatori dell'Unità dal 2010.

Le indagini: pochi nomi di rilievo

La TIU è stata fondata ed è finanziata da ATP, WTA, ITF e dagli Slam. “C'erano alcuni elementi in queste organizzazioni” accusa l'esperto, “i quali avrebbero preferito nascondere la polvere sotto il tappeto. Se vuoi affrontare la questione, devi contrastare quelli con un alto profilo che sono coinvolti, non solo i giocatori di secondo piano”.

L’operazione investigativa della TIU di cui più si è parlato è certamente quella che riguarda cinque tennisti italiani: Di Mauro, il primo squalificato della storia per aver scommesso su partite di tennis (anche se non è stato considerato responsabile di aver scommesso sulle proprie né di aver tentato di influenzare quelle di altri), Starace, Bracciali, Galimberti e il compianto Federico Luzzi. I cinque, che hanno fatto causa all’ATP, hanno perso l’appello e si sono ritrovati ad affrontare una richiesta di pagamento delle spese processuali per 480 mila dollari.

Nel gennaio 2010 Ekateryna Bychkova (best ranking di n.66 del mondo nel 2006), è stata sospesa per 30 giorni. Sarebbe stata contattata da Dmitry Avilov, scommettitore professionista il quale ha rivelato al Wall Street Journal nel 2009 come la giocatrice avrebbe rifiutato l'approccio. E' stata ritenuta comunque colpevole per non aver denunciato il tentativo di corruzione alla TIU.

Sono “pesci piccoli” anche i tre giocatori finora squalificati a vita Daniel Koellerer , David Savic e il più recente, il russo Sergei Krotiuk, numero 789 del mondo, colpevole di 41 violazioni al regolamento anti-corruzione che impedisce a giocatori e tesserati di combinare in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo l'esito di un match. Savic, classe 1985, al momento della squalifica era numero 659 del mondo e non era mai andato oltre la 363ma posizione.

Nelle motivazioni della sentenza del TAS di Losanna, oggetto delle considerazioni del blogger irlandese Stephen Kelly e di una successiva inchiesta di Federico Ferrero, si legge che avrebbe contattato due volte un top player -il nome è censurato, ma si può facilmente ricostruire e concludere si tratti di Bagdatis- per proporgli di perdere apposta il primo set in due partite, a Pechino e a Mosca, nel 2010, in cambio di 30 mila euro. In Cina il contatto avviene con una chiamata, senza risposta, dal cellulare di Savic (che conferma di essere l'intestatario del contratto associato al numero) poi una conversazione via Skype. A Mosca attraverso un sms, sempre dal suo cellulare, per chiedere se avesse cambiato idea.

L'avversario di Baghdatis è sempre lo stesso: Dolgopolov. E Savic cerca di convincere il cipriota dicendogli anche che l'ucraino sarebbe già d'accordo (che fosse vero e non stesse solo millantando, è tutto da dimostrare). Baghdatis conserva l'sms, rifiuta l'offerta (perde a Pechino, vince in due set a Mosca) e lo denuncia.

Nick Harris, che ha condotto l'intervista, ha svelato anche nuovi dettagli sull'indagine che ha portato alla squalifica di Daniel Koellerer, decisa nel maggio 2011. L'austriaco è stato giudicato colpevole per tre dei cinque capi d'accusa: aver tentato di corrompere una volta Jarko Nieminen per perdere un match nel 2009 (il finlandese perse, ma non ci sono prove che l'abbia fatto deliberatamente, e denunciò l'approccio di Koellerer) e due volte Daniel Munoz de la Nava. Nessuno di questi tentativi  è andato a buon fine. Gli altri due capi d'accusa sono decaduti perché i testimoni non sono stati considerati credibili. Tra loro c'era anche Wayne Odesnik che, sempre nel periodo 2010-2011, forniva un'“assistenza continuativa e sostanziale in merito all’applicazione delle norme regolamentari” all'ITF grazie alla quale la sua squalifica per doping (fu sorpreso al torneo di Brisbane 2010 con otto fiale di ormone della crescita in valigia) è stata dimezzata.

Integrità e segreti non vanno d'accordo

L'ultimo aspetto su cui ha insistito il funzionario nella sua intervista è l'eccessiva segretezza della TIU, che non comunica i dettagli e i risultati delle indagini contrariamente a quanto avviene negli altri sport, come il calcio, travolto dagli scandali negli ultimi anni. Scandali, però, di cui il pubblico conosce tutto: dal caso dell'arbitro Hoyzer in Germania a quelli che riguardano il campionato italiano. A febbraio l'Europol ha pubblicato un dossier dettagliato che individua 680 partite sospette nei principali campionati europei tra il 2008 e il 2011. In molti casi al centro ci sono organizzazioni criminali asiatiche, ma c'è stata anche l'eccezione di Ante Sapina, nato in Germania da genitori croati. È stato lui a corrompere Hoyzer e creare un notevole giro di combine. Tutto è iniziato nel bar del fratello Milan, frequentato da arbitri e atleti. “Questo mondo funziona come il mercato azionario” ha spiegato Milan a Bloomberg Businessweek. “La chiave è avere più informazioni del bookmaker. E qualche volta si passa un po' il limite...”.

Per la TIU, invece, la difesa dell'integrità non passa per una comunicazione trasparente. “Così l'organizzazione non fa nulla per cancellare i sospetti di chi crede che non stiano comunicando tutto che quello che scoprono” conclude il funzionario che allude così alla possibilità che la TIU possa aver coperto combine, anche solo tentate, da tennisti di maggiore rilievo di quelli squalificati. Il Daily Mail ha contattato un portavoce della TIU, che però non ha voluto fornire dettagli sul numero di casi su cui l'organizzazione indaga ogni anno né il ranking dei giocatori coinvolti.

E la domanda resta. Perché nella rete sono finiti solo pesci piccoli? Perché, come disse l'ex boss mafioso Michael Franzese che ha collaborato con l'ATP per dissuadere i giocatori dalla corruzione, “nessuno offrirà mai soldi a Federer o Nadal per truccare le partite”? O c'è davvero della polvere da mantenere sotto il tappeto?

Alessandro Mastroluca

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