12/06/2013 15:01 CEST - Wimbledon

Wimbledon ultimo treno per Camila Giorgi

TENNIS - A Wimbledon, Giorgi difende i 340 punti degli ottavi raggiunti l'anno scorso. Ma sull'erba quest'anno ha giocato solo una partita, perdendo da Donna Vekic nelle qualificazioni a Birmingham. Ha dato forfait a Eastbourne, ancora per problemi alla spalla. La permanenza in top-100 è a rischio. E forse anche il suo futuro. Andrea Mancini

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Camila Giorgi impegnata nel suo primo Wimbledon (Photo by Dan Istitene/Getty Images)
Camila Giorgi impegnata nel suo primo Wimbledon (Photo by Dan Istitene/Getty Images)

La sconfitta di Camila Giorgi contro Donna Vekic 7-6 6-3 sui prati dell’Aegon Classic di Birmingham mette in dubbio le possibilità della giovane tennista di mantenere l’attuale posizione in classifica, che la vede tra le prime 100 al mondo, alla luce del fatto che al prossimo torneo di  Wimbledon dovrà difendere ben 340 punti.

Tuttavia, il risultato di Camila è preoccupante non tanto per la sconfitta in sé, ma perché rappresenta l’ennesimo atto di una striscia negativa di risultati che la Giorgi sta seminando dall’inizio dell’anno.
Il tour australiano con cui ha aperto la stagione l’ha sempre vista uscire al primo turno. Poi lo stop per infortunio alla spalla che l'ha tenuta fuori fino a marzo ma non è stato ancora del tutto risolto. Camila ha iniziato ad avere problemi alla spalla, si tratta precisamente di borsite, nel mese di novembre" ha raccontato papà Sergio in un'intervista durante il Roland Garros. "Ma Camila semplicemente, pur di giocare gli Australian Open, ha finto di non avere dolore ed è andata come è andata”.

Al ritorno i risultati non sono cambiati. A Miami è uscita al primo turno. A Charleston si è ritrovata Serena Williams al secondo turno. A Madrid, dove partiva dalle qualificazioni, è riuscita a vincere due partite, cosa che non le capitava da novembre (dove però era a giocare un ITF da 75000 $ negli USA). Ma il risultato più inaspettato è avventuo a Strasburgo quando, dopo aver superato lo scoglio Bartoli al primo turno giocando egregiamente, è stata schiacciata dalla canadese Eugenie Bouchard 6-3 6-0. Il seguito è la sconfitta di ieri. E siamo ormai a due settimane da Wimbledon, dove l’anno scorso grazie ad una striscia vincente di 6 vittorie era arrivata a giocarsi un posto nei quarti contro la Radwanska. Questi risultati ci spingono ad alcune riflessioni partendo proprio da Wimbledon.

I punti conquistati da Camila l’anno scorso a Wimbledon le hanno permesso un notevole salto in avanti in classifica e di raggiungere a fine anno il suo best ranking piazzandosi al numero 79 (poi a febbraio senza vincere una partita è arrivata al n.73 grazie ai deteriori risultati di chi la precedeva). Piazzarsi tra le prime 100 della classifica vuol dire scendere sotto il cutoff dei tornei più importanti e quindi accedere direttamente ai tabelloni principali degli Slam e in circostanze “favorevoli” anche ai premier mandatory, come avvenuto a Miami.

Questo però vuol dire anche che, se da una parte una giocatrice (ma qui il discorso vale anche per i machietti) ha la possibilità di giocare in un grande torneo senza partire dalle qualificazioni, oltre ad avere una visibilità mai vista prima per chi vi accede per la prima volta e soprattutto dei benefici maggiori in termini economici; d’altra parte si corre il rischio di trovarsi subito di fronte una testa di serie, e in questo caso si parla di teste di serie assolute, come avvenuto a Charleston ad aprile, dove Camila al secondo turno si è vista di fronte niente di meno che la Williams.

Per una giocatrice in questa situazione diventa di cruciale importanza cogliere tutte le occasioni per fare punteggio con giocatrici più alla “propria portata” e cercare di sfondare il tabellone quando ci si trova davanti il muro di una testa di serie. Purtroppo Camila è uscita quasi sempre al primo turno con giocatrici alla sua portata. Le uniche eccezioni sono state Charleston e Strasburgo, ma abbiamo visto come è andata.

Ma a prescindere dallo scarso guadagno economico in termini di punteggio utile ai fini del ranking, la cosa preoccupante è che a causa di questi punteggi Camila ha giocato pochissimo in questi ultimi mesi. Solo a Madrid è riuscita a giocare tre partite di fila. Per un atleta l’allenamento è fondamentale, ma poi bisogna tirar fuori la cattiveria agonistica sul campo. E questo può avvenire solo giocando una partita vera. Al ritorno dall’infortunio Nadal non faceva altro che ripetere di sentire il bisogno di giocare le partite per ritrovare il giusto livello di spirito agonistico, necessario per vincere. Questo discorso vale ancor di più per una giocatrice come la Giorgi, la quale basa il suo gioco su potenza e aggressività, ma difetta in regolarità. Fino all’anno scorso la Giorgi giocava in tornei minori, ma “giocava”. Tecnicamente parlando Camila non ha fatto alcun progresso rispetto all’anno scorso: i suoi difetti, il servizio più di tutti, sono sempre gli stessi. Tuttavia non ha nemmeno smarrito tutto d’un tratto i suoi colpi: Madrid e il match con la Bartoli ne sono la prova.

La differenza semmai sta qui: l’anno scorso giocando tornei minori era arrivata alla vigilia di Wimbledon con ben 35 partite alle spalle dall’inizio dell’anno, quest’anno invece ne ha giocate solamente 13. E la prossima settimana non giocherà nemmeno il premier di Eastbourne dove sarebbe partirà dalle qualificazioni. Le speranze di vederla ripetere l’exploit dell’anno scorso sono risicate. Ma forse fare un balzo indietro in classifica le potrebbe giovare, portandola a giocare più spesso e a farle capire qual è la posizione in classifica che le compete. Senz’altro un’occasione per maturare giocando.

Andrea Mancini

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