25/06/2013 21:58 CEST - Wimbledon

Djokovic: "Tutti i match d'esordio sono pericolosi sull'erba"

TENNIS - WIMBLEDON. Djokovic b Mayer 63 75 64. Traduzione di Tino Cianciotti

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D.: Cosa hai pensato quando hai saputo della sconfitta di Rafa e cosa ha significato per te?
R.: Per me personalmente proprio nulla. Si tratta di uno Slam, mi concentro sui miei match. Ma ho visto gran parte del match e credo che Darcis abbia giocato una grande partita, abbia fatto dei grandi punti nei momenti importanti. Ha meritato di vincere. Comunque, ad essere onesto, mi aspettavo che Rafa fosse un po' arrugginito nei movimenti e nel suo tennis in generale: ed è normale, visto che ha giocato così tanti match, e quasi tutti sul rosso, da quando è rientrato. Inoltre non aveva giocato affatto sull'erba. Superficie diversa, tennis diverso. I match di esordio sono pericolosi anche per i top players se non hanno preso confidenza con la superficie. Poi Darcis con la sua classifica non aveva niente da perdere e ha giocato il suo tennis. La gente si aspetta che Rafa, come tutti i top players, giunga sempre in fondo negli Slam, ma Darcis ha giocato bene.

D.: Questa sorpresa serve a ricordarvi di non dare nulla per scontato?
R.: Assolutamente. Devi essere grato di trovarti in quella posizione, ma non devi dare nulla per scontato. Anzi, devi lavorare ancora più duro per rimanerci. Tutto evolve nella vita, anche lo sport, e i tuoi avversari diventano molto più professionali. Soprattutto nei primi turni degli Slam ci sono tanti tennisti che non hanno nulla da perdere sul Campo Centrale o sul Numero 1, di fronte a 10000 persone.
Se hai contro un top player cosa hai da perdere? Scendi in campo e giochi il tuo miglior tennis.

D.: La tua prima coach è scomparsa durante il Roland Garros e tu hai dichiarato di volerne seguire le orme. Cosa pensi di fare?
R.: Non sono ancora stato in Serbia. E' stata una notizia molto triste quella che mi raggiunse durante il terzo turno a Parigi. Era una donna speciale nella mia vita, la mia seconda madre, il mio mentore, una donna che mi ha insegnato tanto della vita e dello sport. Ho ereditato da lei l'amore per lo sport, nessuno giocava a tennis nella mia famiglia. Mentre crescevo, il tennis non era molto popolare in Serbia. Lei mi diede la giusta direzione. Quando avevo 11 o 12 anni frequentavo i suoi allenamenti e vorrei seguire le sue orme in questo senso, magari con ragazzini che provengano da altri Paesi.

Traduzione di Tino Cianciotti

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