20/07/2013 18:26 CEST - Roland Garros

Riviviamo la doppietta Roma-Roland Garros '76 di Panatta

TENNIS - L'ultimo italiano a vincere due tornei "back-to-back" è stato Adriano Panatta. Ripercorriamo i momenti salienti della doppietta Roma-Roland Garros 1976 grazie agli articoli dell'epoca di Ubaldo Scanagatta.

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Adriano Panatta ha trionfato al Roland Garros 1976
Adriano Panatta ha trionfato al Roland Garros 1976

L’impresa di Roma di Adriano Panatta vieni qui ricordata nelle sue tappe verso il trionfo finale, attraverso piccoli stralci di articoli scritti in quei giorni da Ubaldo Scanagatta.

25 maggio

Panatta miracolato: rimonta l’aussie Warwick da 1-5 nel terzo set, gli annulla 10 matchpoints su 11 sul suo servizio

Se Roma è la Citta Santa e del suo patrono, San Pietro, il Foro Italico e Panatta godono certamente della protezione di Sant’Adriano…E’ stato undici volte sull’orlo del precipizio…Warwick ha avuto 11 matchpoints, dieci dei quali addirittura sul suo servizio. Una settimana fa Warwick aveva battuto Jan Kodes ad Amburgo. Il “Centrale” deve essergli apparso più lento d’una palude. Ecco perché il servizio non poteva esser decisivo. Credo che perdere un incontro con dieci mathcpoints sul proprio servizio sia un record mondiale…Panatta ha meritato il successo finale perché dopo aver perso malamente il primo set per un break patito sul 2-3, e dopo aver approfittato dell’aiuto involontario (?) d’un giudice di linea nel primo game del secondo, ha giocato da campione tutti gli undici matchpoint che ha dovuto affrontare. Sempre all’attacco…Sul 5-2 40-15 i primi matchpoint: volee vincente di Panatta, dritto passante sotterrato dal tennista “aussie”. Altri tre: Adriano attacca, costringendo Warwick a tre passanti improbabili…Il Foro si infuoca. Sul 5-4 40-0, però, altre tre palle-partita consecutive, la fine appare ineluttabile. Il pubblico si incattivisce, fischia l’incolpevole Kim per un altro passante ciccato, poi un net di risposta aiuta Panatta proprio quando l’australiano era riuscito a mettere il naso sulla rete. L’ottavo e il nono matchpoint sono due clinch, due corpo a corpo. Si tirano addosso pallate da un metro. Tuffi, rincorse, mezzi miracoli, Panatta si salva ancora producendosi addirittura in un numero d’alta acrobazia sul nono matchpoint. Non ce ne saranno altri _ salvo uno per lui sul 6-5 _ fino al tiebreak. L’australiano scappa sul 6-4, matchpoint n.10 e n.11. Adriano annulla il primo seguendo la risposta a rete, il secondo con il proprio servizio seguito da uno smash vincente. Il Foro Italico quasi viene giù…Poco dopo Adriano sorprenderà tutti: “Non ho mai pensato di perdere!. I punti li ho fatti tutti io”.,

Panatta b.Warwick 3-6,6-4,7-6(8-6).

 

26 maggio

Panatta stenta con Zugarelli

Un tempo era un onore giocare sul “centrale”. Ora non ci vorrebbe più giocare nessuno. L’anno scorso Panatta, specializzatosi nel perdere al primo turno al Foro, aveva chiesto di giocare “dovunque ma non sul Centrale”. Ed era stato accontentato. Allora era superstizione, scaramanzia. Oggi il problema è un altro: il fondo del centrale è in giocabile. “Quando cominci a scivolare _ dice Panatta subito dopo aver battuto a fatica Zugarelli _ non sai più come fermarti. Se ti prendono in contropiede sei finito…non è più tennis. Poi c’è il pubblico che non è dei più corretti, che ti fischia quando sbagli grossolanamente senza rendersi conto che magari non è colpa tua ma della superficie, gente che contesta ogni volta che la palla va vicino alla riga. Questo è il motivo per cui molti giocatori, pur entusiasti di Roma e dell’Italia, non giocano volentieri al Foro e vanno altrove…”. Chissà che non abbia voglia di andare altrove anche Tonino Zugarelli: sul quattro pari nel tiebreak che ha deciso il primo set l’errore di un giudice di linea gli è costato un punto importantissimo. Dopo quello non si è più ripreso. Chissà che “Zuga”, che contro Panatta che aveva la maggior parte del pubblico dalla sua, non abbia pensato mentre scuoteva la testa di essere uno straniero anche lui. Uno straniero in patria. Perfino per qualche dirigente e qualche tecnico della nostra federtennis.

Panatta b.Zugarelli 7-6,6-3.

 

27 maggio

Panatta domina Franulovic, Barazzutti Mc Nair

Per trovare due italiani nei quarti si deve risalire al 1967. Quell’anno furono il solito Nicola Pietrangeli e Giorgino Bologna…di fronte al quale però al primo turno aveva dato forfait John Newcombe. Troppo fragile, troppo leggero per Panatta il tennis di Franulovic, mai più completamente ripresosi dopo l’infortunio alla spalla, troppo irregolare e discontinuo il doppista McNair per “formichina” Barazzutti (6-1,6-4). I due azzurri hanno vinto con lo stesso punteggio, ma a set rovesciati.

Sopravvissuti con coraggio e buona sorte ai turni precedenti _ non solo Panatta con Warwick, ma anche “Barazza” che era indietro 5-2 al terzo con Kirmayr _ Panatta e Barazzutti sono così approdati ai quarti, ma resta molto ma molto improbabile però che i nostri eroi contemporanei riescano ad imitare Gardini e Merlo nel ’55 e Pietrangeli (ancora lui) e Merlo nel ’57, protagonisti delle sole due finali tutte italiane nella storia degli Internazionali.

Già i “quarti” oggi si preannunciano durissimi. Soprattutto per Barazzutti che gioca contro pronostico e contro il grande favorito del torneo, Guillermo Vilas che ieri avrà sbagliato sì e no cinque palle in tutto contro Gerulaitis (6-1,6-1). Panatta invece sembra avere più chances contro Solomon, se sarà in vena a rete e con la smorzata, perché Adriano teme maggiormente che lo attacca sul rovescio piuttosto che chi palleggi da fondocampo.

Panatta b.Franulovic 6-4,6-1.

 

28 maggio

Solomon si ritira per protesta. In vantaggio contesta un punto, Panatta è passato in semifinale

La colpa di quanto successo oggi _ il clamoroso ritiro dell’americano Solomon per una palla contestata quando era avanti 5-4 nel terzo set _ è della pessima fama che i nostri arbitraggi (e giudici di linea) ci hanno procurato una ventina d’anni fa, dai tempi di Gardini in poi.

Perfino Adriano Panatta, negli anni, se n’è fatto un complesso. Così, per non sentirsi dire dai giocatori stranieri e dal suo rivale di ieri, che lui si approfittava della parzialità di giudici troppo casalinghi, ieri Panatta aveva preso la decisione che gli pareva più giusta. “Mettiamoci d’accordo fra noi _ ha detto a Solomon subito dopo un errore sul 3-1 nel primo set _ non voglio vincere senza merito”. Sulle prime Solomon ha replicato: “Meglio non fare così, se il match si arroventasse diventerebbe difficile per noi giudicare…”, poi però ha finito per accettare e si è preso quel punto. Dopo di che i giudici si sono sbagliati altre cinque volte, nemmeno tante in due ore e un quarto. Quattro volte Panatta ha restituito il punto _ e certo erano errori involontari, chè i giudici ormai si erano resi dell’accordo raggiunto dai due avversari _ e una l’ha fatto Solomon.

Ma l’accordo aveva dimenticato una clausola: che fare quando uno soltanto dei giocatori si accorgeva di un errore? L’altro doveva fidarsi o no? Il “patatrac” è successo proprio per quel caso. Solomon aveva rimontato da 0-4 nel terzo set, infilando cinque games di fila. Serviva l’americano sullo 0-15 e un lob di Panatta cadeva nei pressi della riga. Solomon si è quasi fermato, persuaso che fosse fuori. Ma, non sentendo gridare l’out dal giudice di linea, con uno scatto tardivo ha cercato di buttar di là un dritto, invano. Pino Cosimo, il giudice di linea, non aveva dubbi: il lob era buono. E il pubblico, manco a dirlo, l’aveva vista come lui. Chi scrive ha chiesto lumi ad almeno 30 persone che reputa oneste, incluso John Newcombe. A tutte questa palla era parsa più buona che fuori. Panatta non sapeva come comportarsi. Dalla sua posizione non poteva avere certezze. Solomon lo invitava ripetutamente ad andare dalla sua parte, per vedere il segno, ma l’arbitro glielo impediva. “Due giudici ed io l’abbiamo vista buona e basta così”. Panatta restava così dalla sua parte, l’arbitro dichiarava il punteggio, 0-30, ma Solomon rifiutava di riprendere a giocare, piovevano fischi e insulti. Per otto volte il giudice arbitro Nistri invitava Solomon a riprendere il gioco finchè esclamava un “Basta, o giochi o te ne vai” e il piccolo americano, sempre più furibondo, a quel punto prendeva le racchette sottobraccio e, non senza aver mandato tutti a quel paese, usciva fra gli ululati di un pubblico imbelvito.

“Solomon si è comportato male con il pubblico e ancor più con me” avrebbe detto poi Panatta. Peccato, era stato un match bellissimo. Adriano aveva giocato un primo set davvero splendido. Nel secondo “Solly”, con i suoi colpi stretti ed incrociati da fondo aveva costretto Panatta a correre da un angolo all’altro del Centrale. Una fatica che si sarebbe fatta sentire, pesantemente, quando ha perso cinque games di fila nel terzo set, vanificando il vantaggio di 4-0. Adriano sembrava destinato a sconfitta sicura, quando è successo quanto raccontato. Insomma è un Panatta miracolato già due volte, con Warwick e con Solomon. E oggi ha Newcombe che, micidiale al servizio, ha messo k.o. Jan Kodes.

Panatta b.Solomon 6-2,5-7,4-5,30-0.

 

29 maggio

Panatta entusiasma, Newcombe travolto

Dodici anni fa era giudice di linea alla finale vinta da Lundquist su Stolle. Dieci anni spettatore all’ultima finale giocata da un italiano, Nicola Pietrangeli sconfitto da Tony Roche. Oggi ha battuto l’amico e il partner più fedele di Roche, il grande John Newcombe, tre volte campione a Wimbledon. Non gli ha ceduto nemmeno un set, soltanto sul 5-4 del terzo set gli ha concesso l’unica palla-break.

Questo fenomeno ha un nome: Adriano Panatta… Oggi, sebbene certo provato dalla maratona con Solomon, Adriano “core de Roma” ha indovinato una di quelle giornate in cui diventa irresistibile. Gli riusciva tutto. La folla, strabocchevole, se l’è goduto alla grande.

“Ero sorpreso anch’io di come riuscivo a gestire il match con così tanta tranquillità, Eppure stanotte, ripensando alla famosa palla contestata da Solomon, non avevo chiuso occhio. Stamani avevo le gambe molli…Temevo un match lungo…La chiave tattica è stata nel servizio: non ho cercato gli aces, come faccio di solito. Contro Newcombe era più importante servire al 70% per cento e mettere dentro un’alta percentuale di “prime” per impedirgli di prendere l’iniziativa. E mi sono subito accorto che potevo tenere il servizio senza problemi”. Il match è stato più combattuto di quanto dica il punteggio. Panatta ha giocato benissimo anche con il passante di rovescio, solitamente il suo punto debole. Ma Newcombe, dopo la doppia operazione al ginocchio dell’anno scorso, non è più quello di prima…

Panatta b.Newcombe 6-2,6-4,6-4

 

30 maggio

Spendido Panatta trionfa a Roma. Il fuoriclasse Vilas k.o. in quattro set

Adriano Panatta ha finalmente realizzato il sogno della sua vita. Essere portato in trionfo, in pieno Foro Italico, da 8.000 fans entusiasti che scandivano il suo nome. Poco prima della fine del match, quando Panatta aveva appena annullato tre setpoint consecutivi per sfuggire al quinto set, un coro d’ispirazione ed intonazione calcistica “Aaa-driaa-noo, Aaa-driaa-noo” si era levato dagli spalti…

Si affastellano i ricordi dell’ultima vittoria di un italiano _ Nicola Pietrangeli nel ’61 quando battè il grande Rod Laver _ ma anche della sconfitta l’anno scorso in Coppa Davis a Parigi quando proprio Panatta (battuto sia da Jauffret sia Dominguez) sembrava un campione mancato. Poi gli incredibili 11 matchpoints salvati da Adriano con Warwick, il clamoroso abbandono di Solomon…ma anche l’esaltante dimostrazione di superiorità di Panatta su Newcombe, infine questa strepitosa finale vinta oggi sull’indomabile Vilas dopo 3 ore e 40 minuti di lotta avvincente.

Panatta ha perso il primo set perché “non era entrato in partita”. Primo game subito un break. “Era solo un po’ d’emozione”. Poi l’idolo di casa è diventato più aggressivo appena perso il primo set, quasi avesse subito una scossa. Vilas, sceso a rete appena nove volte, avrebbe dovuto attaccare di più. Invece si accontentava di mantenere l’iniziativa del palleggio.

Nel secondo set Panatta ha avuto un setpoint sul 5-4, con Vilas al servizio, ma un magnifico lob liftato di dritto dell’argentino lo lasciava di sasso…Nel tiebreak Panatta rimontava da 3-5 e sul 6 a 5 trasformava il setpoint con un paio di tuffi da grande portiere e una volee finale di dritto che mandava in delirio tutto il Foro Italico. Terzo set…Panatta sale 5-1, è inarrestabile. Nel quarto set…spreca tante occasioni, deu pallebreak nel primo game, tre nel terzo, una all’undicesimo. Ma sul 6-5 per Vilas Panatta è sotto 0-40, tre setpoints consecutivi. Annullati. Il Foro è una bolgia. Tiebreak finale. Panatta conquista i primi tre punti, vola verso il 7-1. Pandemonio.

“Qui c’erano sette dei più forti tennisti del mondo…ho battuto grandi nomi, Vilas è un grosso campione…” Un campione anche di fair-play: “Contro un Panatta come quello di oggi c’era davvero poco da fare, per me e probabilmente per chiunque altro”.

Panatta b.Vilas 2-6,7-6,6-2,7-6

Panatta parte poi per il Roland Garros e inizia con la volée in tuffo sul matchpoint di Hutka che resta come un manifesto della sua carriera. Nel libretto che raccoglie le citazioni di Rino Tommasi, i suoi "Circoletti Rossi" (scarica il libro), Panatta scrive: “Rivedo su YouTube il match point contro Hutka, a Parigi, settantasei. Un amico ha insistito parecchio…. «Non ti sei mai rivisto? Ma dai… Ma come fai… Ma possibile?». Eh, come faccio… Mica me l'ha ordinato il medico di rivedermi. E poi, quelle immagini le conosco. L'ho riviste almeno una volta nel documentario, o forse era un film, un docu-film, che realizzò quell'anno Gil de Kermadec. Insomma, rivedo questo match point, con l'amico alle mie spalle che incalza. Attacco un bel po' spensierato sulla seconda palla di servizio, piazzo una volée senza chiuderla, rimedio con un'altra volée, alta e dorsale, al pallonetto, poi chiudo in tuffo e rimango steso per un po', con l'aria di chi sta meditando sui destini umani. In realtà solo per rifiatare… Be', mi fa l'amico come se stesse parlando di una terza persona, non presente lì fra noi: che te ne pare? Mi pare bene, in fondo. «Circoletto rosso!», gli rispondo di getto”. Panatta tornerà a battere Borg, nei quarti di finale.

Mercoledì 9 giugno 1976
Un grande Panatta liquida Borg

Questo Panatta non finisce davvero più di sorprendere. Anzi, ormai, bisogna finirla col parlare di sorpresa. Anche se dovesse vincere, subito dopo gli internazionali d'Italia, perfino quelli di Francia. Stasera, intanto, ha battuto il vincitore delle due precedenti edizioni, Il grande Borg, un Borg che non perdeva al « Roland Ga-ros » dal 1973, proprio quan-do fu Panatta a batterlo. Il successo odierno vale, naturalmente, assai di più perchè dal '73 Borg ha fatto progressi da gigante ed oggi la sua quo-tazione in campo mondiale è inferiore solo a Connors, e neppure a Connors sulla ferra battuta. Panatta ha vinto in due ore e 49 minuti con un punteggio di 6-3 6-3 2-6 7-6 (7 a 2 il punteggio del tie break). I due primi sets sono stati forse i migliori di Panatta e i migliori in fondo di tennis. A Panatta riusciva tutto.

Tranquillissimo sul rovescio, abitualmente il suo colpo più incerto, il campione d'Italia denunciava semmai qualche af-fanno nel diritto di approccio. Il servizio però era quello di sempre e così nel primo set bastava che Borg perdesse la prima battuta sul 3-2 per Panatta e per lo svedese ogni recupero diventava impossibile. L'unica occasione per riequilibrare il punteggio Borg l'aveva nel game successivo, sul 2 a 4, quando conduceva per 0-40 su servizio di Panatta. Ma il campione d'Italia lo annullava giocando alla grande. A rete, soprattutto, era implaca-bile. Panatta aveva già quat-tro « sets balls » sul 5 a 2, ma aspettava di vincere il set al game successivo mantenendo il proprio servizio a zero. Anche nel secondo set le cose migliori e più spettacolari le faceva Panatta. Conquistava un break, sull'uno a uno, su quello che si sarebbe detto il rovescio più bello della sua vita se dopo non ne avesse fatti degli altri altrettanto stupendi.

Sul 5 a 2 in suo favore Panatta ha perso per la prima volta Il servizio, ma subito dopo quello che è stato uno dei "games" più emozionanti e lunghi (22 punti!) del match, Panatta è riuscito al sesto set ball a vincere anche il secondo set. Ci è riuscito grazie a un magnifico passante di rovescio incrociato dopo che, fra volée e colpi vincenti da fondo campo, aveva dato fondo a tutto il suo repertorio. Il terzo set è stato invece un po' più deludente e non tanto perchè lo abbia perso Panatta ma perchè l'italiano si è rassegnato a mollarlo. Se l'è infatti aggiudicato Borg per 6 a 2. Nel quarto, Panatta è ri-partito benissimo (2 a 0) e sempre all'attacco, ma si è fat-to subito raggiungere e si è pro-ceduto poi su un piano di per-fetta parità fino al tre pari. Poi Panatta è andato avanti fino al 5-3, ma lì ha perso il servizio, ha avuto ben tre « matches-balls » in un game da cardio palma e poi Borg ha pareggiaito cinque pari) la-sciando presagire il peggio. Panatta sembrava provato, ma invece vinceva il suo game dii battuta a zero e di lì a poco era "tie break". Sfruttando al massimo il suo servizio, con la forza della disperazione, Panatta lo vinceva per 7 a 2 e finiva con le braccia al cielo tra gli osanna degli oltre dodicimila spettatori. Adesso avrà tutto il tempo per riposarsi, perchè la semifinale contro Dibbs si giocherà sabato pros-simo. E sarà Panatta a giocare nelle vesti di favorito. In precedenza Dibbs si era qualificato — ed era la secon-da volta consecutiva — per le semifinali degli internazionali di Francia. Come già quindici giorni fa ad Amburgo, Dibbs ha superato Orantes dopo quattro sets (6-3, 3-6, 6-3, 6-3) abbastanza monotoni. (...)


Venerdì* 11 giugno 1976
Panatta pensa a Dibbs «Mi battè, ma non ero io»

Oggi su tutti i giornali si inneggia ad Adriano Panatta come al nuovo grande favorito degli internazionali di Francia. Abbastanza significativamente, ieri trenta giornalisti su sessanta avevano dato Panatta favorito contro Borg a conferma della nuova e ormai riconosciuta dimensione mondiale del nostro tennista. (...) Dopo aver vinto i due singolari di coppa Da-vis contro la Iugoslavia, il torneo di Roma mietendo sei vittime e aver raggiunto le semifinali qui a Parigi battendo già cinque avversari, Pa-natia è ormai imbattuto da tredici matches con-secutivi, da quando cioè fu sconfitto dal sempre più increbidile Rosewall (quarantadue anni!) nei « quarti » a Las Vegas. (...)

In un certo senso ne esce valorizzata anche la sua vittoria del Foro Italico che qualcuno aveva voluto sminuire dicendo « Eh, sì, ma non c'era Borg, che sulla terra battuta è il numero uno del mondo ». Che Panatta abbia fatto gran progressi è in-discutibile. Il primo ad esserne convinto è pro-prio lui. «Soprattutto ho migliorato come tenuta nervosa, come concentrazione, come continuità di rendimento. Con la calma e !a tranquillità riesce più facile pensare, scoprire ì punti più deboli del mio avversario, capire i momenti in cui sono in maggiore difficoltà. Ieri, per esempio, mi sono accorto che Borg si trovava a mal partito quando "caricavo" il mio diritto sul suo. Non riusciva più a giocare quel suo maledetto "top spin". Eppure non era un Borg in tono minore: ha lottato su ogni palla come sempre; mi ha annullato quasi più setball e matchball di quanto non sia riuscito a me contro un Kuki a Nizza e Warwick a Roma », esclama prorompendo in una bella risata che testimonia delle sue condizioni di spirito. (...)

Domenica 13 giugno 1976
Adriano oggi in finale con Solomon
Parigi, 12 giugno. Adriano Panatta è in finale anche al Roland Garros. Aveva vinto al Foro Italico ed ha quindi la possibilità, se batterà domani Solomon, di essere l'ottavo giocatore nella storia del tennis a fare l'accoppiata Parigi-Roma nello stesso anno. Da quanto si è visto oggi ci sarebbe quasi da sorprendersi se ciò non accadesse.

Il malcapitato Dibbs è stato letteralmente dominato e non ha potuto fare altro che accettare a capo chino l'evidente supre-mazia di un avversario vera-mente in vena eccezionale. « Credo di aver giocato il più bel primo set della mia vita! » diceva Adriano quasi incredu-lo ma chiaramente supersoddisfatto a fine partita.

In effetti Panatta ha oggi fatto il bello e il cattivo tempo sia col rovescio che a rete che, perfino, nel palleggio. Dove però è stato veramente in-credibile è nel servizio: ne ha perso uno solo, quando con-duceva per 4-2 nel terzo set,' ma ha infilato sei « aces », trentasette « prime palle » su settantuno servizi (una percentuale disumana del cinquantadue per cento ed oltre), ha ceduto in tutti e tre i sets solamente diciassette punti quan-do•era alla battuta. Non c'è quindi da sorpren-dersi se il match è durato solo un'ora e. quaranta, relativamen-te poco per un incontro che si disputi sulla distanza dei tre sets su cinque. (...)

 

Panatta conquista anche Parigi
Il tennista azzurro lanciato verso i vertici mondiali

Parigi, 13 giugno. Adriano Panatta è il più forte giocatore del mondo, nel '76 sulla terra battuta. E' riuscito a dimostrarlo anche oggi in una delle sue giornate di vena meno felice. E proprio questo ultimo particolare accresce ulteriormente i suoi meriti. Tutti sono capaci di realizzare, ogni tanto, dei grandi exploit, ma il difficile sta nel saperli compiere nel momento giusto, quando non tutto va come si vorrebbe.

E Panatta ha dimostrato di essere un grande campione proprio oggi quando, in una giornata in cui sia il servizio che il suo gioco a rete erano meno incisivi del solito, è riuscito ad avere la meglio sull'americano Solomon battendolo sullo stesso piano preferito dal suo giovane avversario: quello della lotta, dell'agonismo puro, dei prolungati palleg-gi a fondo campo. Panatta ha così vinto in questo set giocando, contrariamente alle sue abitudini, più spesso a fondo campo che a rete e affannandosi in rincorse e recuperi tali che alla fine è uscito dal campo completamente distrutto, più che stremato. « Quando Solomon mi ha ripreso da 2 a 5 a cinque pari nel quarto set mi sono detto: qui è proprio finita. Se fossimo andati al quinto set non avrei avuto nem-meno più la speranza di vincere».

Eppure sulla carta Panatta avrebbe dovuto essere più fresco di energie che non il suo avversario. Ieri aveva dominato Dibbs in poco più di un'ora e mezzo (giocando per secondo, all'ora più fresca) mentre prodigio di tenacia, grinta volontà concentrazione che è .Solomon, aveva giocato ben quattro ore prima di riuscire a battere, con una temperatura di trentasei gradi, « Speedy » Ramirez.

Panatta è così il primo tennista italiano a realizzare l'accoppiata Roma-Parigi nello stesso anno. Non c'era riuscito nemmeno Pietrangeli che era stato però l'unico italiano capace di imporsi al Roland Garros nel '59 e nel '60. (...)

Panatta è diventato l'ottavo giocatore al mondo ad ave-re fatto il bis più prestigioso che si possa fare sulla terra battuta. Accanto a nomi come Drobny, Hoad, Rose, Laver, Roche, Nastase e Borg, il suo non sfigura affatto. Oggi ha vinto dopo tre ore di lotta. Non è seta una grande finale, e se lo è stata lo è stata solo sul piano delle emozioni non su quello tecnico. Nemmeno un primo set vinto per 6 a 1 da Panatta ci aveva illuso eccessivameme sulla facilità di un suo successo. Panatta aveva scelto deliberatamente di non attaccare, ma di affidare tutte le sue speranze a qualche affondo improvviso — splendidi alcuni suoi diritti da fon-do campo specialmente all'inizio del match --e soprattutto alla smorzata, indiscuti-bilmente oggi il. suo colpo più efficace, più redditizio. Solomon però continuava a farlo correre da una parte all'altra del campo e Panatta, che si spremeva talvolta in inutili recuperi, sembrava non rendersi conto di pagare un prezzo troppo alto per l'economia del suo gioco e della sua condizione fisica. Già nel secondo set- — e dopo che Panatta aveva infilato una serie di cinque garnes consecutivi risalendo uno svantaggio iniziale di 0 a 2, l'azzurro accusava un primo vistoso calo perdendo ben nove punti uno di fila all'altro. Per fortuna però aveva ancora uno sprazzo di lucidità e sul 5-4, ritrovata un po' di incisività nel servizio, riusciva a chiudere il set. Con due set di vantaggio si apprestava così a giocare il terzo già affaticato, ma abbastanza sollevato nel morale. « Solomon è una sanguisuga — dirà poi Adriano — non ti puoi mai aspettare che molli, nemmeno quando sembra spacciato. Per questo non potevo mai essere tranquillo ».

Eppure Panatta avrebbe potuto fare suo il match già al terzo set se, in vantaggio per 3-2 e quaranta a zero, non si tosse fatto sfuggire il suo game di battuta. Da quel momento un crollo improvviso di Panatta fa temere II peggio. Perde ben nove punti consecutivi e Solomon va a condur-re per 4-3, poi per 5-4. Panatta esordisce al decimo game per un doppio fallo e per-de il servizio a zero. E° questo il terzo servizio ceduto dall'azzurro in un solo set. In tutta la partita ne avrebbe persi sette, collezionando dieci « aces » e otto doppi falli. Naturalmente il quarto set è stato il più drammatico. Panatta è sempre stato in vantaggio, ha strappato il servizio a Solomon due volte, è arrivato a condurre per 5-2. A quel punto, quasi incredibilmente, Panatta è riuscito a farsi raggiungere subendo ben due breaks consecutivi.

Sul cinque pari l'espressione del volto di Panatta non faceva presagire niente di buono. L'unica speranza era che Panatta arrivasse almeno al tie-break. Infatti al tie-break Panatta è riuscito a sfoderare, quasi inaspettatamente, tutta la sua classe. Conquistato il pri-mo punto grazie ad una incredibile prodezza, Panatta si è però mangiato il se-condo sbagliando un facile rovescio sulla rete. Da uno pari però Adriano è arrivato al cinque a uno, grazie ad una serie di servizi potentissimi che costringono all'errore la risposta di Solomon. Da 5-1 si è passati a 5-2 e poi a 6-2. Quattro match-balls quindi: il primo se ne è andato col passante di rovescio fuori di Panatta, il secondo invece lo ha sbagliato Soiomon che ha messo in rete una facile volée di rovescio che gli è rimbalzata sul nastro. Panatta ha esultato, ha lanciato la racchetta per aria, ha salutato la moglie Rosario, come ormai è diventata sua abitudine. I tifosi italiani Io hanno portato in trionfo. Per il nostro tennis è stata una giornata di gloria.
 

Ubaldo Scanagatta

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