29/07/2013 20:35 CEST - L'INTERVISTA

Papà Djokovic: "Federer e Nadal? Dei villani!"

TENNIS - In un'intervista al quotidiano serbo Kurir, Srdjan Djokovic non le manda a dire: "Quando Nole ha iniziato a batterlo, Nadal ha smesso di essergli amico. E Federer ha tentato in tutti i modi di screditarlo". La risposta di Nadal: "Dovrebbe chiedere meglio a suo figlio, se vuole sapere come si trova con me"

| | condividi
Srdjan Djokovic posa davanti a un ritratto del figlio Novak
Srdjan Djokovic posa davanti a un ritratto del figlio Novak

In un'intervista esclusiva rilasciata a kurir-info.rs Srdjan Djokovic, padre di Novak, ha parlato a tutto campo della carriera del figlio, partendo dagli esordi. "Il successo che Novak ha avuto con il supporto della famiglia è enorme, mondiale. All'inizio siamo stati franchi con i media, parlando delle cose belle e brutte che ci accadevano. Ma non tutti erano in buona fede, soprattutto quando parlavano degli altri membri della famiglia. Novak è il numero 1 del mondo, è un serbo che porta nel mondo l'immagine positiva del suo popolo e della sua nazione".

Quanto è stato difficile sacrificare tutto in nome del suo successo?
E' stata una decisione dura e rischiosa, quella che abbiamo preso io e mia moglie. Noi credevamo in lui, nelle sue qualità. Ma nel tennis i genitori che che si fanno aspettative irrealistiche sui figli sono un grande problema e spesso finiscono per rovinare i fifli e le famiglie. Io sapevo che il tennis era uno sport costoso, ma non ho fatto come quei genitori: io non sapevo niente di tennis, non potevo valutare le sue qualità. Quando aveva otto anni Jelena Gencic ci ha detto che Novak era il più grande talento che avesse mai visto dopo Monica Seles. E' stato incoraggiante, ma certo non ha tolto tutti i dubbi. Abbiamo parlato molto con Novak in quegli anni. Quando aveva 10 anni gli abbiamo chiesto: che cosa vuoi diventare? Ci ha risposto: voglio diventare un grande campione di tennis. Da quel momento l'abbiamo appoggiato in tutto, senza riserve, e praticamente da allora mi sono dedicato alla sua carriera.

Nessuno vi aiutava economicamente?
Avevamo un'attività da mantenere, e i costi crescevano. Siamo finiti anche nelle mani degli strozzini: ci chiedevano interessi del 15% al mese. In Serbia molti non capiscono che chi ha successo nello sport, nella scienza, nella cultura, anche se non genera profitto, rappresenta la Serbia nel mondo. All'epoca solo due persone mi hanno aiutato: un amico di mio fratello mi ha dato 5 mila marchi (nell'intervista parla di maraka, che è il marco bosniaco, NdT) quando Novak aveva 14 anni dicendomi di restituirglieli quando avrei potuto. Un amico di un mio amico me ne ha dati 20 mila, mi ha detto: "Srdjan, so che sei in difficoltà e che Novak è un atleta incredibile. Questi sono per lui, per fargli avere successo come atleta, e se non lo avrà, nella vita". Ha aiutato anche il Partizan quando Novak è andato lì ad allenarsi dopo essere rientrato da Monaco.

Quanto è stato duro mantenere la serenità e preservare la famiglia?
Molto. Se ci siamo riusciti è perché ho una moglie straordinaria, Diana. Lavorava 15 ore al giorno per compensare le mie assenze, quando io ero con Novak in viaggio per i tornei. E' lei che ha tenuto insieme la famiglia. E in quegli anni abbiamo venduto tutto l'oro che avevamo, per un prezzo molto al di sotto del suo valore, per andare avanti. Io la sera non riuscivo a dormire, e uscivo a camminare per strada. Una volta mi hanno arrestato, pensando che fossi chissà chi. Quando gli ho spiegato la situazione, abbiamo riso e bevuto brandy in stazione con gli agenti. Abbiamo cercato di tenere quanto più possibile nascosta la situazione ai nostri figli. Novak qualcosa ha saputo in quegli anni, ma non ho mai voluto dirgli tutto". Il messaggio più importante, spiega, "che gli abbiamo dato è che la sua famiglia ci sarà sempre, nella buona e nella cattiva sorte. E nessun altro sarà dalla sua parte sempre, eccetto la sua famiglia.

Qual è stato il più importante consiglio datogli da padre?
I genitori, i fratelli e la famiglia in generale sono la cosa più importante, gli diamo il più grande sostegno e saremo sempre con lui, sia nel bene che nel male. Nessun altro sarà vicino a lui quanto la sua famiglia.
Ha un mix delle migliori qualità di mia moglie e me. Ha la calma di mia moglie, la determinazione e la grinta mie. Ha l'acqua di mia moglie e il mio fuoco.

Di cosa vai particolarmente orgoglioso di Novak?
Da ragazzino era terribilmente furioso quando perdeva, non lo accettava nella maniera giusta. Gli dicevo spesso che quando perdeva doveva congratularsi con il suo avversario, dicendo: "Ben fatto, maestro, farò così anch'io la prossima volta e vincerò". La sconfitta è nettamente meglio della vittoria per crescere. Ti costringe a pensare al tuo gioco, a capire di non fare più gli stessi errori la prossima volta. (Novak) capì che bisogna esaminarsi e comportarsi di conseguenza.

(Novak) è uno dei pochi giocatori che si comporta sempre bene.
Non è uno di quegli atleti che fa certe cose. E' l'unico a comportarsi nella stessa maniera sia nello sport che nella vita. Nessun altro atleta si comporta con l'avversario allo stesso modo, sia nella vittoria che nella sconfitta.

Nemmeno Federer o Nadal?
Nadal era il suo migliore amico, quando vinceva. Quando le cose sono cambiate, hanno smesso di essere amici. Questo non è sportivo. E' questo che Novak ha e gli altri no. Federer è forse tuttora il miglior tennista della storia, ma come uomo è tutt'altra storia. Attaccò Novak in Davis a Ginevra, capì che era il suo successore e tentò in tutti i modi di screditarlo. Il successo di Novak è una cosa straordinaria e qualcosa che qualcuno può non capire.

Nel pomeriggio, Nadal ha risposto al padre di Djokovic in un'intervista per la radio spagnola Última Hora Radio: "Dovrebbe chiedere meglio a suo figlio, se vuole sapere come si trova con me"

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti