29/07/2013 21:33 CEST - WTA

Watson e Robson potranno salvare la Regina?

TENNIS - Riusciranno le giovanissime Laura Robson e Heather Watson a raggiungere la top 10 e a vincere un torneo dello Slam, colmando così un vuoto che dura dal 1977 (Virginia Wade)? Rio

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Heather Watson e Laura Robson
Heather Watson e Laura Robson

Era il 1977 quando, in occasione del centenario del torneo di Wimbledon e del venticinquesimo anniversario di regno della Regina Elisabetta, la trentaduenne Virginia Wade vinceva sull’erba di Church Road il suo terzo ed ultimo torneo dello Slam battendo in finale l’olandese Betty Stove, dopo aver messo ko in semifinale la campionessa in carica Chris Evert. Per l’elegante tennista inglese è stato il momento più importante della carriera, dato che per un suddito di Sua Maestà (e non solo) nessun altro trionfo tennistico può essere paragonato alla vittoria dei Championships.

I britannici, tuttavia, mai avrebbero pensato che a distanza di trentasei anni nessun’altra tennista britannica avrebbe vinto un titolo dello Slam. Negli ultimi decenni, infatti, il tennis femminile britannico ha attraversato un periodo di profonda crisi. Probabilmente la mancanza di strutture adeguate e la scarsa attenzione dell’opinione pubblica e della classe politica, verso uno sport che proprio nella terra d’Albione ebbe le sue origini, hanno contribuito alla decadenza del tennis femminile. Appare alquanto strano, infatti, che uno Stato ricco e potente come la Gran Bretagna non riesca, ormai da troppo tempo, a far emergere una tennista in grado di lottare con le migliori del mondo e di occupare, quindi, le posizioni alte del ranking Wta.

Con il ritiro dalle competizioni agonistiche della ventinovenne Anne Keothavong se n’è andato un pezzo importante della storia recente del tennis femminile d’Oltremanica. Pur non avendo ottenuto importanti risultati in carriera, la tennista originaria del Laos, nata a Londra nel quartiere di Hackney, è stata comunque in grado di vincere 20 titoli nel circuito Itf e nel 2009 ha raggiunto come best ranking la 48a posizione mondiale. La Keothavong è stata la prima giocatrice ad entrare nella top 50 dopo oltre un decennio. Nei tornei dello Slam vanta come miglior risultato il terzo turno raggiunto nell’edizione 2008 dell’Open degli Stati Uniti. Nonostante il costante impegno e la totale dedizione agli allenamenti la Keothavong non è mai riuscita, però, a fare il salto di qualità e ad ottenere risultati importanti che, un Paese come la Gran Bretagna, per storia e tradizione sportiva, meriterebbe di avere.

Una importante speranza per il tennis britannico, al giorno d’oggi, è rappresentata dalle due giovani promesse Laura Robson e Heather Watson. Rispettivamente numero 32 e 76 del ranking Wta, le due tenniste britanniche, dotate di grande talento e di un buon gioco da fondo campo, possono risollevare le sorti del tennis femminile d’Oltremanica. Considerando alcune tenniste che negli ultimi anni sono entrate a far parte della top 10 non è assolutamente un azzardo pensare che la Robson e la Watson possano raggiungere tale risultato. Molto più difficile è, invece, prevedere se le due saranno in grado di trionfare nei tornei dello Slam, dato che tenniste come Serena Williams, Maria Sharapova e Vika Azarenka, al momento, sono una spanna al di sopra di tutte le altre, soprattutto nei major. Proviamo ora ad analizzare nello specifico le due giovani tenniste britanniche per capire quali possono essere le loro prospettive future.

Laura Robson (numero 32 del ranking Wta, best ranking numero 27)
Nata a Melbourne nel 1994 da genitori australiani, la Robson ha ottenuto la cittadinanza britannica solo agli inizi del 2008. Nello stesso anno ha vinto il torneo di Wimbledon junior e l’anno successivo ha raggiunto la finale agli Australian Open sempre nella categoria juniores. Pur non avendo ancora vinto tornei nel circuito Wta la Robson ha disputato, nel settembre del 2012, la finale all’International di Guangzhou, in Cina, dove si è arresa in tre set alla giocatrice di Taipei Hsieh Su-Wei. Sempre nel 2012 la Robson ha ottenuto il suo miglior risultato nei tornei dello Slam con il quarto turno raggiunto agli US Open. Dopo aver eliminato Samantha Crawford e aver messo a segno una doppia sorpresa, ai danni della tre volte campionessa Kim Clijsters e della cinese Li Na, la tennista inglese si è arresa alla campionessa in carica Samantha Stosur. Quest’anno la Robson ha raggiunto il terzo turno agli Australian Open, sconfitta da Sloane Stephens e soprattutto il quarto turno al torneo di Wimbledon, eguagliando così il suo miglior risultato nei tornei dello Slam. Molto probabilmente la maggiore soddisfazione per la Robson proviene dal doppio, quando alle Olimpiadi di Londra in coppia con Andy Murray ha vinto la medaglia d’argento nella categoria del doppio misto. In quell’occasione la coppia britannica venne sconfitta in finale dal duo bielorusso composto da Max Mirnyi e Vika Azarenka. E’ innegabile a questo punto che la costanza di rendimento e la progressiva crescita tennistica di Laura Robson possono far ben sperare i sudditi di Sua Maestà. Le possibilità che fra qualche anno la Robson si ritrovi a competere con le migliori tenniste del mondo sono molto alte considerando anche il fatto che ha solo 19 anni.

Heather Watson (numero 76 del ranking Wta, best ranking numero 39)
A differenza di Laura Robson, Heather Watson è già riuscita nell’impresa di vincere un torneo nel circuito Wta. Nell’ottobre del 2012 ha, infatti, battuto in oltre 3 ore di gioco la giocatrice di Taipei Kai-Chen Chang all’International di Osaka, in Giappone, e così, dopo 24 anni di astinenza una tennista britannica è tornata a vincere un torneo Wta. L’ultima britannica, prima della Watson, a riuscire in tale impresa fu infatti Sara Gomer al Northern California Open nel 1988. Nei tornei dello Slam la tennista di Guernsey vanta come miglior risultato due terzi turni raggiunti a Wimbledon nel 2012 e agli Australian Open nel 2013. Nel febbraio di quest’anno ha raggiunto come best ranking la 39a posizione mondiale. A differenza della Robson, Heather Watson, sebbene dotata di maggiore esperienza (ha 21 anni), sembra avere maggiori limiti da un punto di vista tecnico-tattico. Non è molto alta (170 cm) e soprattutto non è mancina. Il fatto di non essere mancina la rende più prevedibile e quindi meno pericolosa per le avversarie rispetto all’amica e compagna di Fed Cup. In ogni caso anche la Watson, nei prossimi anni, ha tutte le carte in regola per togliersi delle soddisfazioni e vincere tornei più o meno importanti che possono permettere al tennis femminile britannico di ritornare grande.

Francesco Rio

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