03/10/2013 14:58 CEST - Personaggi

"Little Mo" Connolly, la prima regina del tennis

TENNIS - Storia di Mauren Connolly, prima donna a completare il Grande Slam nel 1953. E' entrata così nella ristretta elite con n Don Budge (1938), Rod Laver (1962 e 1969), Margaret Court (1970) e Steffi Graf (1988). John Martin, traduzione di Giulia Vai

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Maureen Connolly
Maureen Connolly

Sessant’anni fa, il 6 settembre 1953, Maureen Connolly vinse il titolo nel singolare femminile degli U.S. Championships al West Side Tennis Club di Forest Hills, NY, sconfiggendo Doris Hart 6-2, 6-4. Con quella vittoria, Connolly, una studentessa diciottenne di San Diego, vinse tutti i quattro principali tornei internazionali in un anno. Poco risaputo fuori dai circoli tennistici oggigiorno, Connolly fu la seconda tennista e la prima donna nella storia di questo sport a vincere il titolo australiano, francese, di Wimbledon e americano in un anno solare. Questa caratteristica la condivide solo con Don Budge (1938), Rod Laver (1962 e 1969), Margaret Court (1970) e Steffi Graf (1988). A cominciare dal 1951, Connolly, che era alta 1,60 m per 54 kg, vinse 9 titoli Slam consecutivi nei quali giocò, vincendo 50 partite di fila e perdendo solo un set. La gamba di Connolly si ruppe in un incidente a cavallo nel 1954 e la sua carriera finì bruscamente all’età di 19 anni. Morì di cancro 15 anni dopo. “E’ stata la più corta delle grandi carriere”, disse Bud Collins, scrittore e storico, “ma in pochi hanno fatto più di lei in un periodo di tempo più lungo”. In un profilo del 1998 intitolato “I 40 migliori tennisti 1946-96”, Collins scrisse di Connolly: “Può essere stata la migliore tra le tenniste”.
Questo punto di vista non è condiviso dagli analisti di tennis che ribattono che la forza, le racchette più potenti, e le velocità del servizio di oggi avrebbero prevalso. “Il servizio è sempre stato la mia maggiore debolezza nel gioco” ha ammesso Connolly nel suo libro del 1954, ‘Championship Tennis’. “Mi allenavo con Les Stoefen, un campione di doppio degli anni 30, faticando a colpire la palla piatta a tutta forza con uno spin affidabile”. Ben Press, 89 anni, un maestro professionista di San Diego e uno degli amici più stretti di Connolly, dice: “Il suo servizio era debole se paragonato a quello odierno delle donne, ma le  sue contemporanee avevano la stessa difficoltà a tenerlo”. Press dice che Connolly una volta affrontò Pancho Gonzalez, il giocatore più forte degli anni 50’, in un’esibizione in doppio sul cemento di San Diego. Connolly insistette che Gonzalez ‘non si trattenesse’. “Quando Pancho servì – il miglior servizio al mondo dell’epoca- Connolly riuscì a rispondere e gestire la risposta per la maggior parte delle volte”.
Tony Trabert vinse 5 titoli dello Slam, incluso il titolo maschile nello stesso weekend in cui Connolly vinse quello femminile per completare il Grande Slam. Egli elogia le capacità e gli istinti competitivi ma si domanda la capacità di Connolly di prevalere oggi. “Penso che queste donne l’avrebbero sovrastata in potenza. L’avrebbero attaccata sul servizio. Penso a Serena Williams o a qualcuno del genere’. Nonostante ciò, Trabert, 83 anni, da Ponte Vedra, Florida, dice che Connolly, come molti campioni della sua epoca, merita rispetto e ammirazione. “Fatemi un favore. Parlate molto bene di Maureen Connolly perché era una grande campionessa, una gran signora e ha fatto benissimo nella sua carriera”. Trabert è stato per 31 anni il principale analista di tennis per CBS Sports e per gli US Open, a partire dal 1971. “Chi può dire chi avrebbe sconfitto chi? Penso che mettendo tutti i tennisti nelle stesse condizioni di gioco, età e forma fisica, con le stesse attrezzature, alcuni campioni si sarebbero adattati molto bene”.
Un tratto comune di Connolly con molti giocatori odierni è la fiera ostilità sul campo, secondo Steve Flink, analista di tennis e storico. Connolly scrisse la sua autobiografia ‘Forehand Drive’ (Colpo di Diritto) nel 1957: “Odiavo le mie avversarie. Non era solo un’avversione passeggera, ma un odio potente che consuma. Pensavo di non poter vincere senza odio”. “Penso che anche Serena condivida questo tratto. Così come le Navratilova, Graf, Evert, Billie Jean. Ecco perché hanno vinto. Niente può fermare la loro corsa” secondo Flink.
Angela Buxton, una tennista britannica che raggiunse la finale di Wimbledon nel 1956, racconta di essere stata sconfitta 6-0, 6-0 da Connolly nei quarti di finale dei French Open del 1954: “Era di ghiaccio. Andava avanti e indietro impettita, come la Gestapo tedesca” dice Buxton, 79 anni, ridendo.
Darlene Hard di Los Angeles ha visto un lato diverso di Connolly. Si sono incontrate sui campi verdi dell’Essex Club di Massachusetts nel 1952, l’anno precedente il Grande Slam. A 16 anni, Hard era una campionessa in erba. Perse, 6-4, 6-4 contro Connolly, la campionessa nazionale, “Mi strinse la mano e mi mise l’altra sulla spalla mentre uscivamo dal campo, e mi disse ‘Continua ad allenarti, giochi benissimo’. È stata una cosa molto bella”. Otto anni dopo, Hard vinse i titoli in Francia e negli USA. Un anno dopo, nel 1961, vinse per la seconda volta a Forest Hills. Ripensando al comportamento di Connolly dopo l’incontro, Hard dice: “Non aveva fatto fatica a battermi. Era stata semplicemente molto gentile”.
Barbara Scofield Davidson fu sorpresa quando scoprì di aver battuto Connolly nel secondo turno degli US Open a Forest Hills. Scofield, ora 89enne, è cresciuta giocando a tennis sui campi pubblici di San Francisco. Invitata a giocare sul circuito europeo nell’estate del 1949, ritornò a fine stagione per incontrare una quindicenne di cui non riconosceva il nome. Scofield vinse, 6-4, 6-3 poi scoprì che aveva raggiunto più di una vittoria in due set. “Era una di quelle situazioni in cui non si ha idea di quello che si ha fatto. Dopo la vittoria la gente si avvicinò e disse ‘Wow, hai battuto Maureen Connolly!’”. Scofield dice che fu meglio non aver saputo prima di aver battuto la campionessa nazionale junior. “Non avevo realizzato fortunatamente prima quanto fosse forte”. Scofield dice però che aveva notato qualcosa di diverso nel modo in cui Connolly colpiva la palla. “La colpiva sempre mentre saliva, penso sia stata la prima a farlo tra le donne” dice in un’intervista telefonica dalla sua casa a Milwaukee. “Non ci avevo pensato al momento, ma la sua palla andava molto veloce ed era più potente perché la colpiva mentre saliva”.
Sessant’anni fa questa settimana, dopo la finale degli US Open femminile, Allison Danzig del New York Times scrisse che la partita tra Connolly e Hart fu violenta. “La signorina Hart, cinque volte finalista e una grande colpitrice cercò in ogni modo, cambiando la rotazione, la lunghezza e il ritmo, di rallentare l’avversaria”. “Cercava le righe”, dice Hart, 88 anni, di Coral Gables, Florida, ridendo, “e le colpiva la maggior parte delle volte. Aveva una grande determinazione. Non le serviva la fiducia, tutti lo percepivano. A prescindere dal punteggio, sentiva che lei era sempre in vantaggio”.
All’inizio dell’estate, Hart dimostrò la sua determinazione e sconfisse Connolly nella finale dei Campionati Italiani, 4-6, 9-7, 6-3. Quindi a Wimbledon Connolly sconfisse Hart 8-6, 7-5 in finale, una battaglia elogiata da Flink nel suo libro ‘Le più belle partite di tutti i tempi’. “Quando sono uscita dal campo, sentivo di aver vinto. Non potevo giocare meglio di così. Sapevo dentro di me, nel profondo, che lei era più brava sotto ogni aspetto” dice Hart. “L’ho sempre pensato. Nessuno ricorda mai il suo record oggi. Aveva già vinto tutto a 19 anni”.
Connolly fu una celebrità sportiva prima e dopo la sua morte nel 1969. Nel 1978, i suoi exploit e il suo tragico incidente furono trasposti in un film per la televisione. Little Mo aveva attori di Hollywood, Glynnis O’Connor nei panni di Connolly, Mark Harmon aveva il ruolo del marito, Norman Brinker, un cavallerizzo olimpico. Leslie Nielsen recitò nel ruolo di Nelson Fisher, il giornalista sportivo che per primo definì Connolly come ‘Little Mo’ in onore della battaglia avvenuta sul fiume Little Missouri. Anne Francis recitò la moglie di Fisher, Sophie, un’amica di Connolly e sua compagna di viaggi, secondo Press.
Un giorno nel 1957, Connolly visitò gli uffici della redazione del San Diego Union, dove lei aveva lavorato come correttrice di bozze e aveva scritto di tennis sotto l’egida di Fisher. Ad un certo punto del pomeriggio, Fisher e Connolly entrarono nella stanza della cronaca cittadina. “E’ Maureen” disse una ragazza. “E’ Little Mo” la corresse un ragazzo.

John Martin

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