08/11/2013 00:12 CEST - ATP WORLD TOUR FINALS

Djokovic in semifinale da primo del girone

TENNIS - Djokovic batte Del Potro 63 36 63. Coglie la 19ma vittoria di fila e raggiunge la semifinale. Federer-Del Potro diventa un quarto di finale: chi vince passa, chi perde va a casa. Da Londra, Alessandro Mastroluca

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ATP World Tour Finals, Novak Djokovic (Roberto Zanettin)
ATP World Tour Finals, Novak Djokovic (Roberto Zanettin)
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Semifinale assicurata per Novak Djokovic, che infila la 19ma vittoria di fila, solo Nadal ha serie più lunghe nel 2013, l'11ma in 14 confronti diretti. Il serbo chiude con 34 vincenti e 31 errori, col 76% di punti con la prima e il 70% con la seconda.

Djokovic a questo punto passa come primo del girone. Anche dovesse perdere da Gasquet, potrebbe essere raggiunto solo dal vincente di Federer-Delpotro: a parità di vittorie-sconfitte tra due giocatori contano gli scontri diretti, e Djokovic ha vinto con entrambi.

Adesso Federer-Del Potro diventa un quarto di finale, senza calcoli: chi vince passa, chi perde a casa. Niente a che vedere con la sfida del 2009, quando Federer e Del Potro, anche allora protagonisti dell'ultima partita del girone, rimasero in campo una mezz'oretta dopo la fine del match in attesa dei complessi calcoli sul quoziente game. La ragioneria premiò entrambi, con Murray che per un game perse la semifinale (vincendo un gioco in più in una delle tre partite, lo scozzese sarebbe passato).

Djokovic inizia con due errori di rovescio lungolinea e uno di dritto; salva le due palle break, con un servizio esterno vincente e una splendida accelerazione di rovescio in cross a chiudere il primo scambio lungo sulla diagonale sinistra, e tiene con 4 punti di fila.

Il serbo inizia a incidere di più con la risposta, che come al solito è la prima arma con cui prende l'iniziativa dello scambio, e si procura tre palle break, che Delpo salva aggrappandosi al servizio (due ace a 212 e 202 kmh). La partita si fa subito complicata per l'argentino, cui mancano angoli e profondità sulla diagonale del rovescio: così Djokovic riesce spesso a girare intorno alla palla e sventagliare col dritto da sinistra.

Rispetto ai match di Federer, il pubblico ha una partecipazione diversa, un apprezzamento più composto, ma un po' più freddo, per lo spettacolo tennistico. Anche il break, arrivato nel sesto game alla quinta occasione con uno scambio in cui prende due righe prima di chiudere col dritto in avanzamento, viene accolto senza troppo coinvolgimento. In effetti la partita, per quanto tecnicamente migliore di molte altre viste in questa edizione del Masters, resta di una bellezza algida, distaccata.

Dopo il balbettante primo game, Djokovic non concede praticamente nulla al servizio (3 punti in 4 turni di battuta) e suggella il 6-3 con un ace di seconda dopo 40 minuti. Djoko chiude con gli stessi errori, 7, ma 5 vincenti in più, 13 a 8. Del Potro paga anche il 45% di punti con la seconda, percentuale troppo bassa contro un giocatore con le qualità del serbo alla risposta.

I game scorrono rapidi, con pochi scambi oltre i 7-8 colpi. Del Potro soffre un po' quando viene chiamato a rete e conferma la poca confidenza con il gioco di volo, soprattutto sulle volée basse. Il pubblico si scalda, magari pregustando anche il terzo set, per il passante lungolinea in allungo con cui Del Potro si porta 0-30 nel sesto gioco (palla che prende l'ultimo pezzetto di riga, come testimonia l'Hawk Eye). La fortuna aiuta ancora l'argentino, che converte la prima palla break del set reggendo uno scambio ad alto ritmo rovescio contro rovescio e chiudendo con un diagonale reso mortifero dal nastro. Mentre riecheggiano i primi cori "olè olè olè olè Delpo Delpo", Djoko interrompe il parziale negativo di 12 punti a 3 (da 2-2 a 2-5) ma non evita il terzo set. Delpo alza il numero dei vincenti, 10 contro i 9 di Nole, ma soprattutto allarga a suo vantaggio la forbice dei gratuiti (10 a 4), serve col 74% di prime e perde 3 punti su 7 con la seconda.

Con un ace e un attacco lungolinea di rovescio, su cui Del Potro non controlla il passante, Djokovic cancella le prime due palle break del terzo set e si salva: 2-1. E converte la prima, nel sesto game, sul rovescio lungo dell'argentino. C'è un dato che spiega la difficoltà di Del Potro: quasi la metà dei suoi punti arrivano dai gratuiti di Djokovic (31 su 69). Unito a un saldo negativo tra vincenti ed errori e al 48% di punti con la seconda, fotografano il 63 36 63 che Djokovic certifica con il rovescio vincente in lungolinea al primo match point.

Da Londra, Alessandro Mastroluca

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