07/11/2013 15:12 CEST - Approfondimento

Doping, Cavendish attacca il tennis

TENNIS - "Nel tennis due anni fa hanno fatto solo 21 controlli sul sangue fuori dalle competizioni, nel ciclismo 4613. E poi senti Agassi o la Bartoli dire che nel tennis il doping non esiste" scrive il ciclista britannico nella sua autobiografia. "Così si rinforza solo la falsa idea che solo il ciclismo sia uno sport di dopati.

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Controlli antidoping
Controlli antidoping

Nella sua autobiografia "At speed", il ciclista britannico Mark Cavendish critica la lotta al doping nel mondo del tennis. "La mia vera frustrazione è vedere la divergenza tra il nostro sport e gli altri" scrive Cavendish. "Prendete il tennis. Cinque anni dopo l'Union Cycliste Internationale, nel 2013, l'ITF lancia il passaporto biologico, Due anni fa, ci sono stati nel tennis solo 21 controlli sul sangue fuori dalle competizioni contro i 4613 nel ciclismo. E poi si sente Agassi dire che il tenni è sempre stato all'avanguardia nella lotta al doping o Marion Bartoli che il doping nel tennis non esiste. E questo non fa che confermare agli occhi del pubblico che il ciclismo sia una sport di dopati mentre gli altri sono puliti".

Parole che arrivano dopo la sfuriata di Djokovic contro la WADA alla luce delle sentenze sui casi di Cilic e Troicki. "Sono stato molto coinvolto nel suo caso" dice, parlando della situazione di Troicki. "Lui è un mio caro amico. Dimostra ancora una volta che il sistema della WADA non funziona. Quando vieni selezionato a caso per i controlli antidoping, gli ufficiali della WADA dovrebbero darti chiare indicazioni di quello che devi fare e dei rischi che puoi correre. Certo, lui ha qualche colpa. Ma anche la dottoressa che gli ha detto che avrebbe potuto fare il test il giorno dopo ha sbagliato. Avrebbe dovuto dirgli delle gravi conseguenze cui Troicki andava incontro invece di dirgli che sarebbe bastato scrivere una lettera e tutto sarebbe stato ok. E ora per via della non professionalità di questa persona, lui ha la sua carriera rovinata. Lui viene squalificato per un anno e quella dottoressa così non professionale può tornare al lavoro domani. Io non mi fido più di questo sistema".

"Anche nel caso di Cilic, l'hanno squalificato per positività a una sostanza e questa sostanza non l'hanno nemmeno direttamente trovata nel suo campione. In questa situazione, sono solo i giocatori a pagare. E domani a chi toccherà per la negligenza di questi cosiddetti professionisti?".

AM

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