02/12/2013 11:19 CEST - Personaggi

Le 16 stelle WTA: Suarez Navarro, talento e correttezza

TENNIS – Iniziamo un ciclo di 16 articoli sulle top player WTA, le potenziali prime teste di serie in uno slam. Iniziamo dalla... 17, per la presenza in classifica della ritirata Bartoli. Carla Suarez Navarro è l'ultima grande a giocare il rovescio ad una mano in top. Una tennista con il gusto del  gesto tecnico e un particolare senso del fair play. AGF

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Carla Suarez Navarro
Carla Suarez Navarro

PREMESSA - Questo è il primo di 16 articoli sulle giocatrici di vertice del ranking: le potenziali prime 16 teste di serie di un torneo slam. Una serie scritta approfittando del fatto che la classifica è ferma e  per il periodo di pubblicazione le posizioni sono stabili.
La carrellata in realtà comincia con la attuale numero 17, dato che le classifiche tengono ancora conto di Marion Bartoli, ritirata. Di lei non ho scritto, perché i pezzi si occupano delle giocatrici in attività.


Quando si pensa a Carla Suarez Navarro la si associa immediatamente al suo rovescio: è inevitabile, come un riflesso condizionato. E non potrebbe essere diversamente, perché in questo momento dopo il ritiro di Justine Henin e il regresso di Francesca Schiavone, tra le prime al mondo è rimasta solo lei a giocare regolarmente il rovescio ad una mano coperto (Roberta Vinci usa il back).

A volte ho però l'impressione che questa unicità finisca per diventare una specie di gabbia nei suoi confronti, e che rilevando la sua speciale caratteristica si pensi di avere inquadrato completamente la giocatrice, senza notare altro.

Siccome vorrei provare a parlare di lei in modo meno limitato, propongo subito qualcosa di differente. Comincio allora da questo memorabile scambio di 48 colpi, oltre un minuto di gioco ininterrotto.
E' il quarto turno degli US Open 2011, avversaria Andrea Petkovic; Carla è alla risposta, con la maglia rosa.

E' un punto particolarmente articolato e divertente; e in più consente di apprezzare molte delle caratteristiche di Carla Suarez Navarro:

Tecnica
- Esegue il dritto con accentuata preparazione e con un topspin piuttosto marcato: un colpo ideale sui campi medio-lenti, meno sull'erba e in generale sulle superfici rapide, dove la velocità di palla richiederebbe esecuzioni meno ampie.
La sua palla ha rotazione più accentuata rispetto alla media del circuito femminile, rotazione che diventa ancora più marcata quando gioca sulla terra. Del resto Carla è spagnola di nascita (Canarie) e di formazione (Barcellona), e quindi è perfettamente in linea con la cultura tennistica da cui proviene.

- Gioca il rovescio ad una mano, prevalentemente in top, come ormai non se ne vedono più. Ma, per la verità, come se ne sono visti pochi anche in passato; un vero dono di madre natura, di quelli che si possono in estrema sintesi descrivere con una sola parola: talento.
Dicevo all'inizio che negli ultimi anni a giocare il rovescio coperto erano rimaste solo Henin, Schiavone, e Suarez Navarro (tra le prime): le uniche capaci di fronteggiare con questo colpo il tennis sempre più potente del circuito contemporaneo. Tutte e tre hanno anche in comune la corporatura fisica da atlete certo ben allenate, ma quasi minute (rispettivamente 167, 166, 162 cm di altezza).
Da queste immagini al rallentatore si può apprezzare la particolare eleganza del colpo; si nota l'eccezionale fluidità del movimento e la naturalezza del braccio sinistro (il braccio senza racchetta), che appare miracolosamente decontratto in tutte le fasi di esecuzione.

- Carla risponde alla prima di servizio da posizione molto prudente, stando un paio di metri dietro la linea di fondo, ben più distante della media delle giocatrici attuali.
Non riesce a giocare aggressiva nemmeno sulla seconda palla avversaria; in più stando così arretrata, quando fronteggia un servizio ad uscire rischia di ritrovarsi metri laterale rispetto al rettangolo di gioco. Se poi ha di fronte una mancina le difficoltà si moltiplicano.
Si capisce quindi che la risposta è un punto debole del suo tennis.

- Il gioco di volo è deludente, soprattutto se lo si confronta con i colpi da fondo; ci si aspetterebbe qualcosa di meglio perché l'impostazione del rovescio a una mano dovrebbe renderle più facile padroneggiare l'esecuzione delle volèe, quanto meno dalla parte sinistra.
Se teniamo conto del fatto che nella risposta si posiziona molto dietro, ipotizzo che potrebbe avere una certa mancanza di reattività, una dote che a rete è fondamentale.

- Il suo servizio ha una prima discreta, ma certo non potentissima, né particolarmente lavorata o velenosa nelle rotazioni.
La seconda palla è inevitabilmente più lenta e quindi più attaccabile, come del resto per molte giocatrici. Insomma, non è un punto di forza, ma nemmeno un disastro.


Tattica
Carla Suarez Navarro è una giocatrice piccola per la media attuale del circuito femminile: non è potente ma è ben allenata, resistente e abbastanza veloce negli spostamenti. Il suo gioco difensivo è buono, ma non al livello delle vere specialiste del contenimento.

Mettendo insieme le caratteristiche tecniche e fisiche, si capisce che il suo tennis non può certo basarsi sulla supremazia dei colpi di inizio gioco (servizio e risposta), né d'altra parte sulla pura difesa, concedendo cioè l'iniziativa all'avversaria.
Di conseguenza tende a costruire il punto attraverso il palleggio articolato, cercando di prendere il controllo progressivamente, per aprirsi il campo e trovare spazi nella conclusione da fondo, senza avere la necessità di scendere a rete.
La trovo molto spettacolare quando riesce a fare un passo in avanti, anticipa la traiettoria della palla ancora in salita, e chiude con uno dei suoi fluidi rovesci.

Se dovessi usare una solo aggettivo per descrivere il suo tennis, lo definirei ampio.
Sono ampi i gesti dei colpi da fondo. E' ampia la durata media del palleggio.
E ampia è anche la parabola dei suoi colpi, visto che spesso si ritrova distante (troppo distante, secondo me) dalla linea di fondo, ma è capace ugualmente di giocare profondo. Di conseguenza le traiettorie diventano particolarmente lunghe, inusuali nel tennis femminile di oggi.

Carattere
Devo dire la verità: mi piace il suo modo di stare in campo, ma forse perché ho una “insana” passione, se non proprio per i perdenti, quanto meno per i giocatori che mostrano punti deboli, e che non riescono a mascherare le loro fragilità. E di sicuro Carla ne ha.

A me pare che le sia più affine l'idea di tennis inteso come sport da giocare bene rispetto a quella di tennis inteso come scontro con un avversario da sconfiggere, non importa in che modo.  “Winning ugly”? Tutto il contrario.
Quando è in forma traspare la sua soddisfazione per il gesto tecnico eseguito come si deve; e se per caso si trova di fronte un'avversaria che insiste sulla stessa diagonale, accetta volentieri il confronto, perché secondo me interpreta la situazione come una sfida tecnica a chi è più brava a colpire.

Molte volte parte bene, si avvicina alla vittoria e poi non ha la forza per chiudere di fronte alla reazione dell'avversaria.
Nei momenti importanti tante volte l'ho vista costruirsi il punto e poi, sul più bello, sbagliare il colpo conclusivo: ma questo è un problema che affligge molti giocatori, altrimenti non sarebbe diventato universale il concetto di “braccino”.
Quello che secondo me è più grave è che nelle situazioni decisive a volte mostra esitazione a giocare il lungolinea nella parte vuota del campo, quando è evidente che il colpo sarebbe definitivo; e allora preferisce optare per il cross rimettendo in gioco l'avversaria, rinunciando per timore alla scelta tattica corretta.

Torniamo per un momento al famoso scambio di 48 colpi, per vedere come si comporta al termine. A me piace vedere Carla che sorride nei confronti di Andrea Petkovic; ed è evidente la sua soddisfazione per il grande scambio giocato e per gli applausi ricevuti, indipendentemente dal punto perso.

Però, l'ho già scritto prima, io sono attratto dai perdenti. E invece in occasioni del genere i vincenti sono quelli che l'avversario non lo guardano proprio, girano subito le spalle alla rete e si riportano in posizione di risposta, minimizzando la situazione. Perché stanno giocando contro qualcuno, non con qualcuno; e lo pensano costantemente, in ogni singolo istante della partita.

Un'ultima cosa. Secondo me Carla Suarez divide con Peng Shuai il primato di giocatrice più corretta del circuito. Mi rendo conto di quanto sia arbitrario fare una classifica di questo genere; ma lo sostengo perché per quanti suoi match io abbia seguito, non mi ricordo un gesto che potesse essere interpretato non dico come una provocazione, ma neanche come un minimo tentativo di infastidire l'avversaria. Nemmeno di condizionare i tempi di gioco, come fanno praticamente tutti i giocatori professionisti. E forse non è un caso che esattamente come Peng Shuai abbia disputato 5 finali a livello WTA senza vincerne una.

Non so quante giocatrici abbiano raggiunto ranking così alti (per entrambe il 14) senza avere vinto un torneo WTA, ma certo non sono molte. E' argomento per storico-statistici; senza pensarci a lungo a me viene in mente Anna Kournikova. (Sloane Stephens la considero ancora troppo giovane per fare testo).

Nei primi anni di carriera in campo appariva molto introversa, timidissima; nessuna protesta o rimostranza con il giudice di sedia, pochissimi cenni di esultanza. Ultimamente ha cominciato a lasciarsi andare, con segni di entusiasmo sui punti importanti e soprattutto a fine partita.

Forse queste novità sono il sintomo di una evoluzione che potrebbe portarla ad essere più “cattiva”. In questo caso vorrà dire che rimarrà alla educatissima Shuai il primato di buona per eccellenza del tennis femminile di oggi.

AGF

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