01/01/2014 20:22 CEST - WTA

Le 16 stelle WTA: Serena Williams

TENNIS - Ultimo appuntamento della serie sulle prime 16 giocatrici del ranking WTA. Serena Williams nel 2013 è tornata ai vertici della classifica, più anziana giocatrice della storia con il primato. Non vince gli Australian Open dal 2010: sarà di nuovo il suo momento? AGF

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Serena Williams
Serena Williams

Per parlare di Serena Williams comincerei da un filmato, in cui si vede come si può vincere un game in cinquanta secondi. Così sono subito accontentati i suoi detrattori, quelli che  dicono che Serena sia una giocatrice tutto servizio, una “mazzolatrice” che vince di forza e senza tecnica.

A dire la verità non sono convinto che quelli che lo sostengono lo pensino davvero; secondo me è più che altro un modo per esternare l'antipatia nei confronti di una giocatrice che spesso non si limita a vincere, ma stravince; facendo felici i suoi sostenitori, ma spaventando tutti gli altri. In realtà credo sia chiaro a tutti quelli che seguono un minimo i tornei che Serena non solo tira forte, ma a tennis sa giocare, eccome. E la supremazia di quest'ultimo periodo è proprio il frutto della sua qualità tecnica unita ad una condizione fisica straripante.

A partire da un servizio completissimo che Serena varia, spaziando dalla battuta tesa (con velocità maschili) a quella in kick, allo slice. Forse non ha la seconda palla più veloce del circuito, ma tanto sui punti importanti riesce quasi sempre a mettere la prima, aggiungendoci la dote di saper mascherare fino all'ultimo la direzione della palla.

Tra le giocatrici potenti è quella che secondo me ha anche il repertorio più completo da fondo campo: colpi tesi, topspin, back: peccato che il più delle volte non abbia la necessità di utilizzarli nello stesso scambio, visto che spesso con lei il punto si riduce al colpo di inizio gioco e a un paio di altri tiri al massimo. In più Williams possiede la sensibilità rara di saper giocare la palla con potenze diverse in funzione del rischio che vuole prendere, sapendo sempre dosare la velocità in modo da non far prendere il controllo all'avversaria, neanche quando vuole giocare con più margine.

E poi Serena sa rispondere benissimo, e quando è in forma la risposta diventa micidiale; indimenticabile sotto questo aspetto il torneo delle Olimpiadi 2012 sull'erba di Wimbledon: palle molto profonde o direttamente risposte vincenti, che le hanno consentito di giocare quasi allo stesso modo i turni di servizio e quelli di risposta.

Fisicamente è potentissima, e questo le permette non solo di tirare forte, ma anche di non aver problemi nel controllare la forza altrui. Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze: è piuttosto rapida e scattante, per cui riesce a difendere bene, grazie al mix tra mobilità e doti tecniche con cui esegue pallonetti difensivi e colpi in back.

Certo non le si può chiedere di correre e rincorrere per tanti punti in serie, perché la disponibilità di tanta potenza ha comunque un rovescio della medaglia; che si vede raramente, ma che secondo me c'è: Serena nelle partite di lunga durata rischia spesso qualche calo, perché la assoluta costanza è dote delle tenniste “maratonete”, e non delle atlete esplosive. E infatti se qualche avversaria riesce ad allungare il match oltre un certo limite, capita che Serena abbia dei passaggi a vuoto, che a mio avviso non dipendono tanto da distrazione mentale, quanto piuttosto dalla fisiologica necessità di tirare il fiato. Lo ha dimostrato ad esempio Azarenka nelle due ultime finali agli US Open.

Quando non è al massimo, il dritto è meno solido; insieme alle volèe (che a mio avviso non sono allo stesso livello dei colpi al rimbalzo), sono gli aspetti del gioco meno sicuri, che danno alle avversarie la speranza di trovare punti deboli per cercare di fare partita pari. Anche se in realtà nessuna della attuali giocatrici al vertice della classifica WTA ha un head to head che si possa avvicinare all'idea di equilibrio:

Spero che perdonerete la schematizzazione un po' rozza, per ragioni di sintesi: tra le attuali top 16, le latine (Errani, Vinci, Suarez Navarro, Halep) e anche Radwanska sembrano concedere troppo in termini di peso/potenza.

Al contrario le più alte di statura (Sharapova, Kvitova, Ivanovic) non riescono ad ovviare ai problemi determinati da qualche deficit di agilità e mobilità. Ci sono poi le difensiviste (Wozniacki, Jankovic) che possono reggere meglio il confronto, ma che al dunque anche con Serena pagano i limiti di un gioco troppo passivo. Li Na e Kerber soffrono per i colpi di inizio gioco (Li Na in risposta, Kerber al servizio).
Infine ci sono le tre giocatrici che sono state capaci di sconfiggere Williams nel 2013: Stephens è giovanissima e da rivedere, la partita che ha vinto è stata caratterizzata anche da problemi fisici di Serena. Lisicki è la più simile a Serena come tipologia di giocatrice, ma per fare il definitivo salto di qualità dovrebbe riuscire ad acquisire maggiore stabilità tecnica e soprattutto mentale. Azarenka al momento è la più solida e completa; non per niente è quella con classifica e risultati superiori.

Non credo però che si possa farne una colpa alle giocatrici attuali se contro Serena non riescono a vincere con regolarità. Avere di fronte un'avversaria così forte può risultare demoralizzante, e quindi c'è da sperare che riescano almeno ad interpretare il confronto con lo spirito giusto: vale a dire che il match contro Williams diventi lo stimolo per provare a migliorarsi. A me pare ad esempio che Azarenka stia cercando di attrezzarsi anche psicologicamente per affrontare la sfida in modo costruttivo.

Del resto stiamo parlando di una delle più forti giocatrici della storia; ad oggi gli Slam vinti in singolare sono 17 e non sembra improbabile che possano aumentare ancora, alla caccia di tanti possibili record; per i numeri che ha già raggiunto si tratta di una giocatrice di massimo livello “all time”. Andare oltre e cercare di stabilire la migliore tennista di sempre per me è impossibile, visto che non credo si possano fare confronti oggettivi tra epoche diverse. E poi i raffronti con le grandi del passato (tipico divertimento da appassionato) richiederebbero uno spazio ben maggiore, con certosini confronti di infiniti risultati.

C'è invece un solo dato che qui vorrei sottolineare, un numero che trovo illuminante per capire quale sia diventato il suo atteggiamento verso il tennis negli ultimi tempi: 82. Ottantadue è il numero di partite disputate nel 2013 (78 vinte, 4 perse), e dimostra che Serena non ha mai giocato così tanto come nell'anno appena concluso. Un valore che distanzia di addirittura 20 match le altre annate record (62 partite nel 2009 e nel 2012). In sostanza, al contrario delle sue precedenti abitudini, Serena si è dedicata all'ultima stagione come una qualsiasi altra tennista: tanto è vero che ha perfino vinto per la prima volta (a Båstad) un torneo International, la categoria più bassa della WTA, che prima aveva sempre snobbato; un torneo affrontato malgrado la collocazione di calendario infelice: campi in terra rossa nel periodo tra l'erba di Wimbledon e il cemento americano.

Insomma: più Serena “invecchia” (verbo crudele per una giovane donna di 32 anni, ma realistico per una tennista della sua età), più sembra volersi dedicare al tennis a tempo pieno, senza distrazioni. E grazie a questa maggior applicazione è tornata ai vertici del ranking, in febbraio a Doha, diventando la più anziana numero uno della storia.

Personalmente ipotizzo che siano due le ragioni della sua maggiore dedizione al circuito: la prima potrebbe essere l'aver capito come sarebbe la sua vita senza tennis; lo ha sperimentato a causa dei gravissimi problemi di salute patiti tra il 2010 e il 2011, e il periodo di sosta forzata secondo me l'ha portata ad apprezzare di più la vita da sportiva.

La seconda ragione a mio avviso dipende dall'avere accanto a sé come compagno un coach di tennis. Un addetto ai lavori come Patrick Mouratoglou potrebbe aver contribuito a focalizzarla sulla professione, ricordando quanto sia breve la carriera di uno sportivo rispetto ad altre attività; per cui se si è molto ambiziosi bisogna rimanere concentrati sullo sport, per non avere rimpianti una volta che sarà l'usura fisica a decretare la fine della carriera, indipendentemente dai desideri e dalle velleità personali. Tanto più che l'idea del ritiro sembra completamente estranea dai suoi orizzonti.

A questo punto a me pare che il futuro per Serena possa prospettarsi in forma di triplice sfida.
La prima sfida è scontata: è con le avversarie più giovani che, come in ogni sport, cercheranno di scalzarla dal vertice. La seconda sfida è più insidiosa: è con se stessa, per riuscire a trovare sempre, dopo tanti anni di attività professionistica la voglia di prepararsi e allenarsi giorno dopo giorno. Infine la terza è quella più affascinante, è la sfida con le grandi campionesse del passato: ci sono Evert e Navratilova a 18 Slam; e poi Steffi Graf, con 22 Major in singolare e un Grande Slam nell'albo d'oro da provare a raggiungere.

AGF

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