19/01/2014 17:17 CEST - Australian Open - Lavagna tattica

Australian Open, day 7: (s)punti tecnici del giorno

TENNIS AUSTRALIAN OPEN - Settimo appuntamento con i nostri spunti tecnici: Flavia stratega di prim'ordine, l'indomito Robredo, e quell'aspetto del gioco in cui Ferrer è il milgiore di tutti. lucabaldi

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David Ferrer
David Ferrer

Il set perfetto di Flavia
Diagonali stretti, lungolinea anticipati, volée, servizi vincenti: la prima mezz'oretta del match contro  Angelique Kerber è stata una sequenza di colpi straordinari offerti da Flavia Pennetta. Primo set, 6-1 con la mancina tedesca frastornata. Flavia è una di quelle giocatrici che sanno fare bene un po' tutto, senza particolari punti di forza o debolezza: geometrie accurate, saggezza tattica e scelte strategiche diventano le vere discriminanti per valutare le sue prestazioni.
Se è vero che, in futuro, a Flavia non dispiacerebbe allenare, quel primo set potrebbe mostrarlo ai suoi allievi come esempio di approccio impeccabile alla partita.
Poi il match si è complicato, la Kerber ha reagito, e Flavia ha dovuto impegnarsi fino al 7-5 nel terzo per vincere: nei quarti di finale troverà Li Na, e speriamo che possa replicare per la maggior parte possibile della partita la perfetta interpretazione dei primi game giocati contro la tedesca. La campionessa asiatica sarà un osso durissimo soprattutto perché il suo tennis somiglia molto a quello di Flavia, però con una velocità di palla maggiore con tutti i fondamentali.
La Pennetta dovrà cercare di riprodurre il livello di gioco espresso, per esempio, nel terzo game contro Angelique: scambio in pressione chiuso con sventaglio di dritto, poi rovescio anticipatissimo sulla riga, e infine chiusura con contro-smorzata perfetta sul drop-shot della tedesca.
Perchè l'avversaria può anche tirare più forte di te, ma se le nascondi la palla, qual è il problema? Maestrina.

Gli appoggi di David
Le variazioni continue, e i tagli sopra e sotto la palla alternati costantemente, sono la cifra del tennis di Florian Mayer: quando gli si permette di entrare nel ritmo del proprio gioco, scombinando gli schemi e togliendo sicurezze nei colpi, è difficile uscirne.
A meno che non ci si chiami David Ferrer.
Lo spagnolo non è il terzo giocatore del ranking per caso: certo, non serve a 220 all'ora, non tira dritti a 5000 giri al minuto, il rovescio è un colpo principalmente di contenimento, e via discorrendo. Ma allora, come fa?
Semplicemente, David è il migliore di tutti, e per distacco, per quanto riguarda la ricerca della palla. Non sto parlando della resistenza alla fatica, della velocità nella corsa, eccetera, ma proprio dell'approccio ai colpi, in senso strettamente tecnico, con i piedi e con le gambe.
La rapidità dei suoi baby-step di avvicinamento, la precisione dei suoi appoggi, e la fantastica flessione delle ginocchia su ogni singola palla che gli arriva sono fuori dal mondo.
Guardate quanto sta basso, soprattutto: sempre, costantemente, con il baricentro sotto il piano di impatto, spinta solidissima dal terreno, controllo assoluto del peso.
Che gli si proponga un toppone, un'accelerazione piatta, una rasoiata in slice, lui arriva mulinando le gambe a velocità pazzesca, si posiziona perfettamente, e impatta comodo qualunque cosa. Stuzzicarlo con una smorzata è un suicidio nella maggior parte dei casi, e sfondarlo di potenza è cosa che pochi (forse solo chi gli sta davanti in classifica, per l'appunto) possono pensare di fare.
Florian ha giocato un gran primo set (in un modo che avrebbe fatto andare fuori palla chiunque), poi David ha aggiustato appena appena il tiro, e fine della partita. Speedy Gonzales.

L'attitudine di Tommy
Se fossi un giocatore di livello mondiale, e tra qualche anno avessi bisogno di un coach, se non fosse disponibile la Pennetta, farei carte false per avere Robredo.
Che è un esempio perfetto di come si sta in campo a livello mentale. Non importa se il match va bene o male: si continua a fare del proprio meglio, se si va in difficoltà si variano gli schemi, si tiene sempre altissima la concentrazione, e se proprio si deve perdere che sia l'avversario a portarsela a casa, non la si regala di certo. Le vittorie al quinto set dello spagnolo non sono state fortuna, ma applicazione e testa.
Oggi Tommy era davanti a una missione impossibile: Stanislas Wawrinka gioca esattamente come lui, però meglio. È la situazione peggiore in assoluto dal punto di vista tattico-strategico. Eppure, senza fare una piega, Robredo si è messo lì, ha fatto il suo, ha tenuto duro costringendo lo svizzero a due tie-break, in difficoltà sulla potenza da fondo ha cominciato ad andare a rete facendo punti su punti, non si è mai abbattuto né innervosito, e se un  paio di palle avessero girato a suo favore e fosse riuscito ad allungare il match non so proprio come avrebbe potuto finire. L'espressione di autentico sollievo sul viso di Stanislas al termine dell'incontro ne è l'indicatore migliore. Esemplare.

One-handed backhand appreciation corner
Come abbiamo visto, perdiamo oggi un esempio di abnegazione e applicazione, il grande Tommy Robredo, ma lo scontro fratricida ci fa portare avanti il suo avversario Stanislas Wawrinka. Dopo il mitico Stan-The-Man, avremo in campo stanotte Roger e Grigor: il sogno sarebbe una One-Handed Band con tre Eroi ai quarti di finale.
Che la realtà si riveli un incubo, o che il sogno continui, noi tratteremo trionfo e sconfitta alla stessa stregua, e continueremo a resistere: perchè come sempre, domani è un altro giorno.

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(S)punti tecnici del giorno - day 1

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lucabaldi

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