29/01/2014 12:04 CEST - TENNIS AL FEMMINILE

Li Na, grande nonostante il carattere

TENNIS – Dopo la pausa Slam, (ri)comincia la rubrica settimanale dedicata al tennis femminile. Li Na ha riequilibrato il conto delle finali slam vinte e perse in carriera. Come ha influito l'aspetto psicologico sugli Australian Open appena disputati? AGF

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Na Li
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Dopo Wimbledon 2006 (Mauresmo def Henin 2-6, 6-3, 6-4), si sono giocate 30 finali Slam. In queste trenta finali, in due sole occasioni la giocatrice che ha vinto il primo set non è poi riuscita ad aggiudicarsi la partita. E' accaduto nel 2011 e nel 2013: in entrambi i casi agli Australian Open e in entrambi i casi la giocatrice che ha finito per perdere dopo aver vinto il primo set era Li Na.

Le statistiche per essere significative devono avere una base di dati più ampia possibile, e quindi pretendere di ricavare delle certezze su numeri abbastanza limitati come questi è molto rischioso. Però rimane l'evidenza del dato, e conoscendo un po' Li Na, è difficile non ritenerlo una conferma del suo carattere non proprio granitico. A scanso di equivoci: parlo di debolezze sul piano agonistico; perché per quanto riguarda il carattere fuori dalle partite ha dato prova di essere una donna risoluta e determinata, sempre disposta a migliorarsi e ad applicarsi allo sport con professionalità e tenacia.

Credo che uno degli aspetti più interessanti degli Australian Open 2014 di Li Na sia stato lo scarto tra il notevole livello fisico-tecnico del suo gioco rispetto al livello agonistico, fragile in alcune occasioni. In sintesi: secondo me, Li Na ha dimostrato di essere una grande giocatrice nonostante il carattere; perché a volte ha palesato una tendenza al “braccino” che ha un po' limitato il suo strapotere tecnico. E nel confronto con le prime del ranking attuale (Serena, Azarenka, Sharapova) credo che sul piano mentale conceda loro qualcosa, almeno per il momento.

Ricordo ad esempio la partita contro Flavia Pennetta: Li Na è in giornata di grazia, sta esibendo un tennis quasi perfetto: vincenti a ripetizione e pochissimi errori gratuiti. Nel primo set serve sul 5-0, si porta sul 40-15; ma non riesce a convertire i set point e finisce per cedere il game; chiuderà il set solo dopo aver perso un altro game, necessario per riequilibrarsi prima di riprendere la corsa vincente. La difficoltà a vincere il set si è ripetuta uguale nel punteggio nel primo set contro Bouchard. Oppure ricordo quando, ancora contro Eugenie, nel secondo set non è riuscita ad assestare il colpo di grazia, tenendo in corsa l'avversaria con gratuiti che nel primo set aveva evitato.
O infine il modo in cui ha condotto il primo set della finale: pur avendo sempre in mano il pallino del gioco non riusciva a chiudere il set, malgrado il break di vantaggio in apertura e malgrado fosse andata a servire sul 6-5.

Ma allora come mai, se davvero ha un carattere incerto, è riuscita a prevalere nel tie-break della finale? Non è il tie.break il momento in cui i nervi sono sollecitati al massimo? Forse vi sorprenderò, ma più seguo giocatrici “fragili” più sono portato a pensare che il tie-break sia una modalità di gioco che non sfavorisce le giocatrici con tendenza al braccino, ma anzi finisce molte volte per equilibrare i livelli di ansia tra le contendenti in campo. E visto che stiamo parlando di tenniste che durante la partita hanno mostrato che tecnicamente sarebbero più forti delle loro rivali, se a livello nervoso la situazione si pareggia, spesso il tie break sono loro che finiscono per vincerlo. Non ne sono del tutto sicuro, ma la mia ipotesi è che il tie-break possa agire come superamento di una situazione che, game dopo game, fa aumentare i livelli di ansia. Proponendo un quadro di regole nuovo (e in sostanza azzerando il punteggio), genera sollievo rispetto alla crescente frustrazione della giocatrice incapace di vincere nei game “normali”, regalandole un nuovo sprint.  Prendiamo ad esempio due tenniste conosciute per avere difficoltà a chiudere i set e i match. Se devo pensare a due nomi in attività, mi vengono in mente Kaia Kanepi e Carla Suarez Navarro. Entrambe nel 2013-4 hanno avuto statistiche relative ai tie-break superiori alla media: dieci vinti e tre persi per Carla, sette vinti e tre persi per Kaia. E anche Li Na tra 2013 e 2014 ha avuto un saldo positivo nei tie-break (10-6). Non solo: ha vinto i due giocati nelle sue finali Slam (nel 2011 contro Schiavone e nel 2014 contro Cibulkova) e i tre di questo Australian Open.


Per approfondire il torneo di Li Na sul piano psicologico credo vadano sottolineati altri due aspetti. Il primo è l'evidente correlazione tra rendimento del dritto (e del servizio) e serenità d'animo. Infatti il suo colpo naturale è il rovescio, e su quello ha fatto affidamento per tenere duro nei momenti di difficoltà; al contrario, è stato il dritto a dare a volte segni di cedimento, facendo crescere il totale dei gratuiti nei passaggi critici dei match. Nel primo set della finale contro Cibulkova, dopo qualche errore di troppo Li Na ha cercato di giocare molti dritti in sicurezza. Però l'effetto derivato dal gesto “trattenuto” non è stata la diminuzione degli errori, ma all'opposto la tendenza ad aumentarli: l'esecuzione trattenuta del colpo non permetteva di chiudere con convinzione lo swing, e alterando il corretto movimento veniva meno il controllo di palla. Dopo essersi aggiudicata il primo set, Li Na si è sentita nella condizione di poter rischiare di più: a quel punto ha finalmente ”liberato” il dritto, spingendolo senza titubanza; la meccanica si è assestata ed è tornato a far male come nei momenti migliori. Infine c'è il dato eclatante del 13% di prime nei primi quattro turni di servizio della finale; valore poi risalito con il progredire del match, ma che testimonia quanto lo stress della partita più importante abbia inciso sulla efficienza di alcuni colpi.

Il secondo e ultimo aspetto che vorrei analizzare è il tipo di tabellone che ha avuto in sorte, e come questo possa aver agito sul suo equilibrio nervoso. Si è scritto che Li Na sia stata fortunata nel suo percorso, visto che dopo i primi turni contro le giovanissime qualificate Konjouh e Bencic, ha affrontato in sequenza le teste di serie numero 26, 22, 28, 30 e 20. Il dato è incontrovertibile: sono i numeri stessi che testimoniano di un percorso sulla carta fortunato. Dopo Safarova, ipotizzando sempre la vittoria della tds più forte, in linea teorica il suo percorso per vincere sarebbe dovuto essere Lisicki, Kvitova, Serena, Azarenka. Ha invece avuto Makarova, Pennetta, Bouchard e Cibulkova. Qui il discorso si fa più incerto e opinabile. Ragionare sui se e sulle ipotesi non può portare a conclusioni sicure, e quindi mi limito ad esporre la mia sensazione. A me pare che il tennis che Li Na ha mostrato in questi Australian Open sia stato mediamente il migliore, e quindi credo che la sua vittoria sia stata del tutto legittima. Per questo penso le si farebbe un torto scegliendo innanzitutto l'aggettivo “fortunato” per sintetizzare il suo torneo. Forse solo le partite di Ivanovic contro Serena e di Radwanska contro Azarenka sono state al livello di quelle giocate da Li Na, che però ha ripetuto notevoli prestazioni in più match in sequenza. Con questo tipo di tabellone, sul piano nervoso si è trovata nella condizione di partire sempre da favorita: e non è detto che questo per lei sia stato sempre un vantaggio, visto che il “braccino” spunta proprio quando si ha la sensazione di avere la vittoria a portata di mano.

Ricordo a questo proposito le due opposte finali Slam di Samantha Stosur: sconfitta quando sembrava favorita al Roland Garros contro Francesca Schiavone e vittoriosa da assoluta underdog contro Serena agli US Open. Il grande rischio Li Na l'ha corso al primo impatto con una giocatrice in grande forma come Lucie Safarova: reduce dai ritmi “da junior” dei primi due turni, è parsa spaesata, e in quel frangente davvero la fortuna le ha dato una mano, quando si è salvata per pochi centimetri sul lungolinea definitivo di Safarova sul match point. Dopo lo spavento del terzo turno (o forse proprio per quello) contro Makarova e Pennetta a me pare sia riuscita complessivamente ad essere piuttosto solida, giocando per lunghi tratti un tennis fantastico. La mia sensazione è che l'altro momento difficile l'abbia passato in semifinale: li davvero ho intravisto la difficoltà derivante dal “dover” vincere. Anche perché quando ha giocato contro Bouchard non si sapeva ancora che avrebbe poi trovato in finale Cibulkova; si pensava piuttosto ad un confronto contro la numero 5 del ranking Radwanska: e ancora di più la semifinale sembrava un atto dovuto in vista del clou di sabato.

In quel contesto la sconfitta contro una esordiente come Eugenie sarebbe apparsa come un fallimento: Li Na mi è sembrata anche troppo consapevole di questo, e l'ansia, tenuta a fatica sotto controllo nel primo set, ha rischiato di fare seri danni nel finale del secondo. Insomma: tabellone fortunato, ma anche livello di gioco molto alto. Sotto questo aspetto è stato un peccato che sia mancato il confronto contro una delle primissime del ranking. Li Na sarebbe potuta scendere in campo senza tutto il peso del pronostico sulle spalle e forse avrebbe giocato gran parte della partita con la mente più libera; almeno fino a quando non si fosse arrivati al momento di chiudere.sul piano tecnico, la Li Na di Melbourne 2014 mi è sembrata pronta a reggere il confronto con qualsiasi avversaria. E forse sarebbe stata anche l'occasione per dare vita ad un match memorabile, perché,   sul piano tecnico, la Li Na di Melbourne 2014 mi è sembrata pronta a reggere il confronto con qualsiasi avversaria.

Indice della rubrica:

Puntata 0

Le Top 16 WTA: 

16 - Suarez Navarro

15 - Ana Ivanovic

14 - Sabine Lisicki

13 - Roberta Vinci

12 - Sloane Stephens

11 - Simona Halep

10 - Caroline Wozniacki

9 - Angelique Kerber

8 - Jelena Jankovic

7 - Sara Errani

6 - Petra Kvitova

5 - Agnieszka Radwanska

4 - Maria Sharapova

3 - Li Na

2 - Victoria Azarenka

1 - Serena Williams

AGF

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