11/03/2014 02:59 CEST - Tennis WTA Premier Indian Wells

Un'infinita Giorgi batte Sharapova In ottavi derby con Pennetta

TENNIS WTA PREMIER INDIAN WELLS - Camila Giorgi vince la sua prima partita contro una top 5 estromettendo dal torneo la campionessa in carica Maria Sharapova col punteggio di 6-3 4-6 7-5. Era dal 2004 che la russa non perdeva tre match consecutivi al terzo set. Per lei è la quinta sconfitta in carriera contro una giocatrice italiana (Camerin, Farina e due volte Pennetta le altre). Giulio Fedele

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Camila Giorgi
Camila Giorgi

Non vi è una sola parola che riesca a riassumere che match è stato quello tra Camila Giorgi e Maria Sharapova. Strepitoso? Emozionante? Infinito? 2 ore, 36 minuti e 15 secondi di pure martellate da una parte all'altra. La battaglia tra le due è sicuramente il più bel match del torneo finora, per la violenza dei colpi, i continui ribaltamenti di fronte e il risultato sempre incerto fino alla fine. Una Giorgi eroica se non addirittura epica ha sfoderato la performance della vita per avere ragione della detentrice del torneo, nonché attuale numero 5 del mondo (ancora per poco, visto i punti persi con questa sconfitta). Il match con la Wozniacki, agli US Open? Dimenticatelo. La prova di oggi era dura almeno il doppio di quella. In primo luogo per il valore diverso delle due avversarie. Ma soprattutto perché se allora la Giorgi dovette fronteggiare un gioco completamente diverso dal suo, stavolta ha trionfato combattendo con le stesse armi dell'avversaria, anzi per la maggior parte del match addirittura dominandola - un po' come se avesse sfidato Guglielmo Tell al tiro con l'arco. Anche se qui, ancorché di arco e frecce, si parla di mazzate e cannonate, tanto che il rumore della pallina che usciva dalla racchetta non differiva più di tanto da quello che fanno i proiettili sparati dalle pistole. Camila primeggiava a tal punto nel gioco solito dell'avversaria - il vincente a tutti i costi, detto in modo semplice - che l'allenatore della Sharapova ad un certo punto è stato costretto a farle cambiare tattica ("Giocati il punto, falle capire che vuoi dialogare con lei, se poi tira il vincente, allora è stata brava"). Un match vinto anche sugli spalti, dove il padre di Camila, Sergio Giorgi è andato prima incontro alla gioia, poi alla disperazione mista all'ansia, prima della risurrezione nel finale 7-5.

Tra le due era il primo confronto. Solo altre tre italiane erano riuscite a battere Maria: Maria Elena Camerin, Silvia Farina e Flavia Pennetta, ma di certo quella giocatrice non era la stessa di adesso. Il sentore che il match possa passare alla storia si aveva già dall'inizio: si divertano gli amanti delle statistiche a trovare un altro match con un maggior numero di break consecutivi; addirittura 6 prima che una delle due giocatrici abbia una prima palla-game. Per la Giorgi fino ad allora 0 punti con la seconda di servizio, per la Sharapova 1 su 10; e percentuali di prime palle imbarazzanti. D'altronde, ciò facilitava l'attitudine di entrambe di mettere i piedi in campo e centrare il vincente alla risposta. Ma era Camila ad esercitare maggiormente la pressione ed a schiacciare Maria sotto la pesantezza delle sue palle. Dal 3-3 l'azzurra non si è fermata più, pur lottando il dovuto per avere ragione della belva siberiana, fino a costruire una striscia di 3 game consecutivi per agguantare il primo set 6-3. La Sharapova non è riuscita a tenere nemmeno un servizio; 6 sono stati i suoi doppi falli, così come quelli dell'avversaria.
Il primo set scivolava dunque via, con una Camila assassina che, non appena l'avversaria accorciava, infilava il vincente con il penetrante rovescio, e per di più riusciva a mantenere una adeguata profondità su tutti i colpi, anche quelli difensivi.

Nel secondo set Maria si resettava, da grande campionessa quale è, e ritrovava una arma in più: il servizio, unico colpo con il quale riusciva a rimanere aggrappata. La Sharapova infatti teneva la battuta nel game iniziale, e le due si rincorrevano fino al 2-2. Nel quarto game accadeva quello che ancora non era successo prima: la russa che costruiva punti e dominava gli scambi, cosa che le permetteva di issarsi 3-2, di strappare il successivo break per il 4-2 per poi firmare, sempre con la prima di servizio, i punti essenziali al 5-2. Ma Camila non ci stava; al cambio campo, quando tornava a servire, faceva intravedere uno sguardo e una espressione di ghiaccio che sembrava lei, tra le due, la russa. A suo di vincenti andava sul 5-3 e poi sfruttando la tensione della Sharapova, breakkava per portarsi 5-4. Ma quando doveva servire per l'aggancio, sul 30-40 e set point, un nastro, benedetto da qualche divinità nordica, regalava alla russa il secondo set.

Il terzo set, come in tutti i match lottati, non rispondeva ad alcuna logica tattica. È stato un misto tra lotta, tensione, cuore, coraggio e violenza. Ad ormai 2 ore di gioco si vedevano gli unici game di servizio vinti a 0. Le due avevano rodato il colpo con il quale avevano faticato in partenza e rapidamente si scivolava sul 2-2. Di qui tutta la grinta di Camila Giorgi, che sul 15-30 giocava lo scambio più bello e lottato del match, e lo vinceva; e solo grazie al cuore portava a casa i due game successivi per il 4-2 che sembrava ipotecare il match. Ma la parola 'resa' non era nel vocabolario di Maria, che con altrettanto cuore riagganciava l'italiana sul 4-4. Di qui in poi, accadeva di tutto e di più, cose che sfuggono ad ogni logica del tennis. Al servizio Sharapova, che avrebbe dovuto acquistare un vantaggio psicologico dal break ripreso ed invece si ritrovava sotto 15-40 contro un'indomita avversaria. La seconda palla break era quella utile al 5-4 in favore dell'italiana: Maria scaraventava un dritto fuori in lunghezza, il colpo viene chiamato in anticipo da un giudice; la siberiana infuriata prima chiamava il falco, poi correva dall'arbitro a protestare, inutilmente, poi ricusava di aver chiamato la conferma elettronica, fino poi a dover soggiacere alla decisione, più che giusta, dell'arbitro. Giorgi allora serviva per il match, con il vantaggio di una Sharapova destabilizzata dall'accaduto. Ed invece la partita non finiva e la russa riagguantava il 5-5 dopo una palla break. Che l'inerzia della partita fosse cambiata definitivamente? Nemmeno per idea. Maria non giocava uno scambio, Camila invece tirava fuori il game-capolavoro della sua partita e strappava il servizio a 0. Seconda opportunità di servire per il match. Papà Sergio non guardava i punti con le mani nei capelli, e non era di certo di aiuto per la figlia, che ogni volta gettava uno sguardo al suo angolo per placare la tensione mista alla tremarella che solo ora la colpiva. Camila giungeva al 30-30, a due punti dal match. Alla sua conquista del 40-30 l'intero stadio di Indian Wells gridava come se l'azzurra fosse improvvisamente a stelle e strisce. Nel punto seguente la Sharapova spediva lungo un dritto e regalava una gioia immensa non solo alla Giorgi e al suo angolo, ma anche ad un'intera nazione.

Giulio Fedele

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