Serena Williams: "Roma mi ha dato fiducia"

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Serena Williams: “Roma mi ha dato fiducia”

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TENNIS ROLAND GARROS 2014 – Serena Williams
Intervista pre-torneo.

Sono un po’ curioso di sapere qual è stata la tua reazione quando hai visto che avresti incontrato Alizé al primo turno.

Beh, non lo sapevo, vedremo.

Non lo sapevi?

No.

Ti ha chiesto qualcosa?

No. Ne abbiamo parlato prima che uscisse il tabellone. Credo sia ironico. Ma è quello che è. Lei è una grande giocatrice. Sta facendo molto bene. Quindi vedremo.

Hai ovviamente partecipato a molte cerimonie per il sorteggio nella tua vita. Non eri li per quello delle donne. Stai cercando di lasciare fuori tutto quello che puoi oppure tu non hai mai guardato ai tabelloni?

No, in realtà non li guardo mai. Aspetto solo che qualcuno, come voi, me lo dica e quindi poi parto da lì. Lo affronto un giorno alla volta.

Tornare qui da campionessa lo rende speciale? C’è un piacere o una pressione maggiore?

È sempre bello. Mi fa stare bene. Non ricordo l’ultima volta che sono stata detentrice del titolo, quindi questa condizione mi fa stare davvero bene. Sono molto eccitata. Come ho detto, ho avuto una carriera molto lunga, una grande carriera spero. E mi fa stare davvero bene il fatto di essere qui da detentrice in questo momento della mia carriera.

Hai avuto una lunga serie sulla terra negli ultimi tre anni. I tuoi record sono impressionanti su questa superficie. Cosa è cambiato rispetto ai, diciamo cinque, sette anni precedenti su questa superficie?

Dieci anni. Sono dieci anni. (ride). Non so se sia scattato qualcosa o meno. Sono cresciuta sul cemento, e quando ho compiuto 10 anni ho giocato sulla terra finché non sono diventata professionista. Ho le capacità di giocare sulla terra, quindi non so perché non sono stata così continua sulla terra in passato. Ma, hey, meglio tardi che mai, giusto?

È stato un fattore mentale, è scattato qualcosa che ti ha fatto cambiare sulla terra?

È stato più il fatto che non volevo perdere. Voglio restare nel torneo. Voglio – non dico che prima non lo sentissi, ma è diventato un sentimento più profondo ad un certo punto e non so—volevo solo esserci. Voglio giocare il più possibile. Voglio fare meglio. Concentrarmi su tutto e sul tennis e provare ad esserci, da quel momento. È l’unica cosa che posso dire. Non ho cambiato il mio gioco. Non ho provato, per esempio a cercare meno vincenti sulla terra, perché alla fine ho fatto sempre le stesse cose.

Quanto è importante arrivare al Roland Garros dopo aver vinto Roma, e cosa significa per te questa vittoria?

È stata importante, perché non ho giocato molto sulla terra come ho fatto l’anno scorso. Mi sono dovuta fermare prima a Madrid, e non ero nemmeno sicura di poter partecipare a Roma. Poi le vittorie mi hanno dato tanta fiducia. Ho giocato tante partite di cui avevo bisogno. Mi sono sentita bene dopo. Quindi alla fine mi ha fatto stare davvero bene.

In passato sei arrivata al Roland Garros con un atteggiamento mentale diverso rispetto agli altri Slam in cui hai avuto molti più successi?

Forse un anno o due, ma di solito non partecipo ad un torneo a meno che non sia sicura di poter vincere. Questo non vuol dire che li vincerò tutti. Significa che posso affrontare un torneo con l’intenzione di fare del mio meglio, e non dovrò pensare, Oh, perderò in questo turno o quest’altro. Devo fare solo il meglio che posso ad ogni turno.

Ti piace essere qui da numero 1, essere la favorita?

Mi piace arrivare da numero 1. L’essere favorita mette molta pressione. Ma come mi ha detto Billie Jean King, la pressione è un privilegio.

Cosa ricordi del primo match che hai giocato contro Venus, credo fosse l’Australian Open del ’98?

Sì, era quello. Mi ricordo che ero davvero eccitata. Credo di aver battuto nel turno precedente Spirlea. Come ricordo questo e non altre cose non lo so, come fosse successo la settimana scorsa. Ero felice di aver vinto quel turno. E ovviamente avrei preferito non affrontare Venus, ma funziona così. Ero solo felice di essere lì. Ero così giovane.

Hai giocato contro di lei più di una dozzina di volte negli ultimi turni, ma anche nei primi. È più facile affrontare tua sorella?

No, non è mai più facile. Lei fondamentalmente è l’amore della mia vita, quindi è sicuramente difficile.

L’anno scorso hai tenuto il discorso post-match in francese. Lo farai anche quest’anno? Qualche miglioramento nel tuo francese?

Credo sia migliorato. Davvero. Vedremo come andrà. Spero di poterlo fare un discorso post-match.

Sono curioso, sei stata in grado di resettare tutto con  la pausa dopo Charleston e la pausa che hai preso fra quella Madrid? Sei stata in grado di rilassarti? Abbiamo parlato a Charleston e hai detto di essere esausta e di voler cancellare tutto. Quindi a che punto sei adesso con tutto questo?

Adesso sto davvero bene. Sto alla grande. Sento che questo è l’unico luogo in cui vorrei essere. Il prossimo torneo è l’unico posto in cui voglio essere e il campo da tennis è dove ho bisogno di stare. Quindi credo che avessi davvero bisogno di quella pausa. Ci ho provato al massimo a Charleston, ho provato a tirare avanti il più possibile, ma non ce l’ho fatta. È questo il momento in cui sento di aver bisogno di fermarmi un po’ e  concentrarmi di nuovo, riorganizzarmi per vedere cosa succede.

Tornando indietro a quello che hai detto di Billie Jean e a quanto sia positivo avere pressione su di te, queste conversazioni che hai avuto con Billie Jean e Martina Navratilova sono cambiate nel corso degli anni? Vinci Slam dal 1999. Hanno detto, Bene, quando abbiamo parlato la prima volta avevi il potenziale; adesso se tra noi. Quindi ti parlano in modo diverso o sono sempre Martina Navratilova e Billie Jean King?

Credo sicuramente che ci sia stato un cambiamento. Credo ci sia mutuo rispetto fra noi. Per me loro sono ancora su un piedistallo. Per me sono ancora le più grandi giocatrici che abbiano mai giocato a tennis e che hanno reso il nostro sport quello che è oggi. Che mi ha dato l’opportunità di essere qui oggi, di viaggiare e di fare questa vita. Per me meritano solo un immenso rispetto. Anche solo essere menzionata nella stessa frase con queste due grandi per me è ancora, e credo che sempre sarà, un grande onore.

 

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