Bouchard: "Sconfitte così mi motivano"

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Bouchard: “Sconfitte così mi motivano”

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TENNIS-Rogers b. Bouchard 6-0 2-6 6-0. L’intervista del dopo partita. Traduzione a cura di Cesare Novazzi.

Il tuo primo match dopo Wimbledon. Probabilmente ne sentivi ancora le fatiche. Alcuni diritti sparacchiati, qualche doppio fallo. Eri nervosa o troppo euforica?

Credo di aver accusato troppo la pressione, mi sentivo un po’ arrugginita. Sapevo che sarebbe successo, non è una giustificazione, era comunque una situazione difficile. Almeno sono felice per aver dimostrato che se le cose vanno male, posso rimanere attaccata al match in qualche modo.

Hai giocato in condizioni inconsuete… avete iniziato dopo, non c’era elettricità e quindi il tabellone non funzionava. Era difficile mantenere la concentrazione?

E’ stato strano non sentire la voce dell’arbitro normalmente, a volte non la sentivo affatto. Anche il tabellone era fuori uso, era una situazione veramente strana. Ovviamente era lo stesso per entrambe… è stata una serie di eventi un po’ sfortunata.

Come hai accennato, sei rimasta attaccata al match riuscendo a ribaltare la situazione. Come credi ci sia riuscita anche la tua avversaria?

Credo che sia stata molto solida per l’intero match, ha sempre misurato i suoi colpi ed era sempre concentrata. Ogni volta che calavo di livello, ad esempio nel terzo set, lei era sempre pronta ad aggredirmi. Si è decisamente presa il match.

A volte, quando si ottiene un grande risultato, si fanno alcuni aggiustamenti per migliorare il proprio gioco. Dopo Wimbledon hai perfezionato qualcosa che avresti voluto mostrare?

Dopo Wimbledon mi son presa due settimane di riposo. Poi con gli allenamenti ho cercato di riottenere la mia forma migliore e dopo ho cercato di migliorarmi. Sentivo di poter lavorare bene ogni giorno in diversi aspetti come ad esempio la solidità e la ricerca dell’anticipo. Volevo migliorare queste cose. Oggi però non ho avuto grandi sensazioni in campo. Ho comunque imparato molto grazie a questo match.

Il modo in cui ti sei presa il secondo set, il calore del pubblico… hai pensato di potercela fare?

Più che altro non volevo pensare a quello che sarebbe successo dopo il secondo set. Comunque non ho iniziato neanche bene il terzo set, cosa che sarebbe stata molto importante ovviamente. Mi sono sentita un po’ come nel primo set ancora. Tra alti e bassi non sono riuscita ad organizzarmi ed è necessario che io sia più solida.

Una carriera è piena come sai di alti e bassi. Credi che sia la più grande delusione della tua carriera?

Direi di no, è solo un match. Sto giocando molto bene quest’anno… è appunto normale avere degli alti e bassi. Sto imparando molto, ne sono veramente felice.

E’ questo il tipo di match utile per motivarti e per imparare dalle sconfitte?

Sì, è un modo per ricercare le motivazioni giuste. Anche verso la fine del terzo set ho giocato alcuni buoni punti, sentivo meglio i colpi. Il match di oggi mi aiuta a voler dimostrare quanto valgo soprattutto nei prossimi tornei ed è quello che farò.

Questo torneo è in preparazione per New York e, anche se è stato una delusione, credi di riuscire ad entrare in forma? Farai qualche cambiamento nel planning?

Per ora non so…almeno per adesso mi devo concentrare sulla prossima settimana. Devo giocare altri match per preparare bene l’US Open. E’ una grande occasione! Comunque cercherò di fare bene in tutti i tornei. Se proprio doveva accadere, meglio ora che durante lo Slam, almeno potrò apportare le giuste modifiche.

Durante l’ultimo anno, immagino che molte cose siano cambiate per te sia fuori che dentro al campo. Tutto ciò ha avuto qualche effetto sulla preparazione e sul gioco?

Ho notato un significativo cambiamento nella mia vita da inizio anno, addirittura maggiore dopo Wimbledon. Devi saper sfruttare tutto, soprattutto qui a Montreal devo trovare il giusto equilibrio, ma sento di potermela cavare abbastanza bene. Oggi ero molto sotto pressione ed è un bene perché posso abituarmi a conviverci e a tenere tutto sotto controllo, devo solo farlo meglio!

Tra le pressioni e tutte le aspettative in te riposte, come credi di poter trovare la giusta stabilità, magari per vincere un torneo del Grand Slam?

Principalmente devo cercare di avere successo per abituarmici e per studiare poi ulteriori aspetti del gioco, è il mio obiettivo, ricordando che la priorità è raggiungere la vetta della classifica.

Oggi sembrava che avessi alcuni problemi con la prima di servizio. Il ginocchio ti dà ancora fastidio?

No assolutamente, il ginocchio non c’entra.

Puoi dirci che ruolo ha giocato oggi la pressione?

Come avete visto, oggi ero molto tesa. Devo trovare un equilibrio; da un match come questo ho veramente tanto da imparare.

Sei comunque stata in grado di recuperare dopo un 60 pesante. Come hai fatto?

Sapevo di dover entrare nel match dopo il primo set e la situazione non era delle più facili. Ci ho provato e basta, non ho mollato ed è un aspetto positivo.

Però dopo hai lasciato che il match ti scivolasse via. Perché?

Questo tipo di cose non sono infrequenti nel tennis. Non ho mai giocato il mio miglior tennis durante l’intero match e nel terzo set ho perso la concentrazione. Lei comunque era sempre all’erta, pronta a conquistarsi l’incontro.

Eri fisicamente al 100%? Nessun infortunio?

Mi sentivo bene, era solo il primo match dopo la finale di Wimbledon e non ero veramente pronta a giocare un match duro. Per questo è stato difficile.

Quanto sei realmente delusa? Sentivi di dover dimostrare qualcosa agli organizzatori, al tuo pubblico? Tutti si aspettavano molto da te.

Cerco di fare sempre del mio meglio, ho cercato di fare il possibile in campo e non ci sono riuscita nel modo giusto. Avrei voluto fare molto meglio qui a Montreal e ovviamente è una delusione per me.

Hai detto che non eri particolarmente pronta per un match del genere, ma ne hai giocati diversi ormai. Ci puoi dire cosa avresti dovuto fare per cambiare le sorti dell’incontro?

Bisogna fare una netta distinzione tra allenamento e partite vere e proprie e il mio ultimo match fu la finale a Wimbledon. Per me è stato difficile giocare qui, ma il circuito è così organizzato e così devo giocare. Sapevo che sarebbe stato difficile.

Puoi fare un paragone tra lo stress di una finale di Wimbledon e una partita qui, davanti al tuo pubblico?

Direi che è piuttosto simile. Wimbledon è stato importantissimo per me. Qui era il secondo round, ma sentivo le aspettative della mia gente sulla mia pelle. Anche giocare qui, in casa, da top 10 ha contribuito a mettermi pressione.

Quando sei entrata in campo, c’è stata una lunghissima standing ovation e anche se non stavi giocando bene, il pubblico ti sosteneva. Che sensazioni ti ha trasmesso?

Ero veramente sorpresa perché avevo giocato un pessimo primo set, ma il pubblico era lo stesso con me, così è stato per tutto il match. E’ stata un’emozione indescrivibile.

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