Accadde Oggi: quella volta che il campione del Roland Garros perse un match di qualificazione

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Accadde Oggi: quella volta che il campione del Roland Garros perse un match di qualificazione

20 aprile 1982: Bjorn Borg, ancora campione in carica a Parigi, vive la stagione del suo declino. A Las Vegas perde (!) un match di qualificazione

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Contenuto pubblicato nel 2017 e riproposto oggi nella sua versione integrale


Il 1981 fu l’ultima “vera” stagione di tennis per Bjorn Borg. Lo svedese, come accaduto già nel 1978 e nel 1980, riusciva a raggiungere tre finali Slam su quattro trionfando però soltanto a Parigi e raccogliendo due pesanti sconfitte a Wimbledon e US Open (due volte McEnroe). Il 1982 non si apriva invece sotto i migliori auspici per Borg. In un circuito diviso a metà tra eventi Grand Prix e tornei WCT il campione svedese, nonostante l’imbarazzo della scelta, finì per prendere parte a un solo torneo nei primi quattro mesi dell’anno, quello di Montecarlo. Dopo aver battuto Panatta gli ottavi la sua avventura finiva ai quarti – anche piuttosto brutalmente, 6-2 6-1 – contro Yannick Noah, che l’anno successivo avrebbe vinto il Roland Garros.

All’epoca però il regolamento imponeva la partecipazione ad almeno 10 eventi del circuito Grand Prix entro il 31 marzo e Bjorn, essendo sceso in campo solo a Montecarlo in aprile, era ampiamente fuori da questa scadenza. Per prendere parte all’Alan King Tennis Classic, in programma sul cemento di Las Vegas, avrebbe quindi avuto bisogno di partire dalle qualificazioni. Sì, il campione in carica del Roland Garros avrebbe dovuto farlo e difatti lo fece. Passò il primo turno contro Victor Amaya prima di trovarsi di fronte al turno decisivo Dick Stockton, tennista statunitense classe ’51 (cinque anni più vecchio) che contro Borg aveva perso una finale a Birmingham quattro anni prima. Quel 20 aprile arrivò una sconfitta in tre set (7-6 1-6 6-2), triste epilogo di una stagione in cui lo svedese non avrebbe più rivisto il campo in tornei ufficiali.

A fine partita il suo avversario dichiarerà che “Borg non aveva a cuore la partita, non era qualcosa che aveva realmente voglia di fare” aumentando i dubbi sul perché avesse deciso di prendere parte all’evento. Mistero svelato pochi giorno dopo dallo stesso svedese: si trattava di un accordo preso con gli organizzatori del torneo prima che la regola dei 10 tornei da disputare entro marzo fosse aggiunta al regolamento del circuito Grand Prix. Fino al termine della stagione Bjorn Borg avrebbe tenuto fede al suo impegno di disputare solo eventi di esibizione. Nel 1983 un’altra comparsata a Montecarlo, vittoria contro Clerc (l’ultima prima del ritiro) e poi eliminazione per mano di Henri Leconte. Lo stesso francese l’avrebbe fermato anche a Stoccarda l’anno successivo, nell’unica partita del 1984. Poi a soli 27 anni il primo ritiro, i sette anni di stop e l’inatteso ritorno in campo utile solo a rimediare altre dodici sconfitte in tre anni, decisamente ingenerose per il Borg che fu.

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