Noah: "Ho rischiato la testa!". Herbert: "Mahut era in campo con me"

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Noah: “Ho rischiato la testa!”. Herbert: “Mahut era in campo con me”

Il capitano francese spiega la scelta di Gasquet: “Ho tenuto fuori Mahut per avere un’opzione in più in vista dei singolari dell’ultimo giorno”. Van Herck: “Goffin ha tutto per battere Tsonga, ce la giochiamo”

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Coppa Davis: Francia, avanti con il brivido. Ora “La Decima” è più vicina

dal nostro inviato a Lille

E alla fine ci ha visto giusto. Buttando dentro Gasquet, Yannick Noah si era attirato tutti gli strali della critica preventiva: ben 32 titoli di doppio in tribuna (Mahut e Benneteau) a vantaggio dei soli due trofei conquistati in specialità da Richard. “Se avessi perso mi avrebbero tagliato la testa”, strizza l’occhio il capitano dei Bleus, consapevole di essersi preso un bel rischio. “Non è stata una decisione semplice – ha continuato a spiegare –, Herbert non è stato bene al termine della scorsa settimana e ho aspettato fino a giovedì mattina per recuperarlo. Ho lasciato fuori Mahut per avere un’opzione in più nei singolari dell’ultimo giorno, rappresentata da Gasquet. Nicolas ha reagito con grande maturità e senso del gruppo”. A testimonianza di ciò, l’abbraccio lungo e sentito a fine partita tra il veterano e Pierre Hugues, suo compagno di tante battaglie.

SEMPRE INSIEME –Ho pensato a Mahut tutto il tempo“, le parole cariche di emozione del tennista di Strasburgo. “Ho giocato con lui per tre anni. ‘Oggi non hai giocato – gli ho detto -, ma sei stato in ogni momento sul campo con me“. È vero, non sono stati mai soli i francesi, accompagnati anche dal debordante pubblico di Lilla. “I nostri tifosi hanno spostato realmente gli equilibri – ha confidato -, nei momenti più difficili si sono fatti sentire prendendoci per mano. Possiamo solo ringraziarli“.

SANA PRESSIONE – Da ripescato a eroe di giornata. Richard Gasquet si prende la copertina e diventa a questo punto un candidato anche per l’eventuale quinto match. Almeno nei desideri dei giornalisti francesi, rimasti evidentemente perplessi dalla prova di Pouille contro Goffin. “Lucas è un giocatore importante, ci tengo a precisarlo. Ciò non toglie che non avrei problemi a giocare in singolare, a decidere sarà il capitano. Chiunque di noi dovesse scendere in campo, sarà una battaglia“. A un punto dalla Decima, l’atmosfera elettrica del “Pierre Mauroy” potrebbe anche generare pressione sulle spalle dell’Equipe de France. Gasquet non lo nega: “Certo, adesso più di prima ci sono tante aspettative sul nostro conto. Sappiamo di avere tanto da perdere, giocando in casa. Ma questa è la legge dello sport – conclude -, dobbiamo essere bravi a trasformare la tensione in energia positiva“.

TUTTO SU GOFFIN – Gli sconfitti di questo pomeriggio scelgono la strategia del basso profilo, con la testa già alla giornata decisiva. Tutto sommato, il Goffin di questi tempi la può rimettere in parità. Van Herck e i suoi giocatori arrivano tutti insieme in sala stampa per abbreviare il rito, senza lasciarsi andare ad articolati ragionamenti. Un modo, forse, per tenere alta la concentrazione. O anche per lanciare un messaggio tra le righe, agli avversari e all’ambiente: forse, è troppo presto per festeggiare. “Non è mai facile giocare in trasferta in uno stadio così – le prime parole del capitano -, ma guardiamo a domani, c’è ancora vita per noi“. Le speranze del Belgio poggiano sul numero sette del mondo e sul suo momento di grazia. “Goffin ha tutte le capacità per battere Tsonga, sarà un grandissimo match, degno di una finale di Coppa Davis. Se dovessimo arrivare al quinto match – conclude – sappiamo di poter affrontare sia Gasquet sia Pouille. E saremo pronti in entrambi i casi“.

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